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Malati di anoressia: 1 su 4 è un uomo. I 9 sintomi e il dramma al maschile | VIDEO

Per l’Associazione dei medici endocrinologi italiani un paziente su 4, che manifesta i primi sintomi di anoressia attorno ai 14-15 anni, è un uomo. Il dato sorprende per un disturbo del comportamento alimentare che è sempre stato ritenuto esclusivamente femminile. Quando Luigi Pelazza era andato a trovare un gruppo di pazienti in cura in una clinica sul Garda, aveva trovato un solo uomo, Michele. “Mi vedevo grasso. Ho iniziato a eliminare certi cibi e poi ho cominciato a non mangiare più niente” 

Su quattro persone anoressiche, una è un uomo. Forse non l’avreste mai detto, ma questo grave disturbo del comportamento alimentare e del peso non è un dramma solamente femminile.

Oggi più di 3 milioni di persone in Italia soffrono di anoressia: è la terza più comune “malattia cronica” fra i giovani, che per gli studiosi sarebbe dovuta per il 50% del rischio a fattori genetici.  E non è solo una patologia femminile, dicevamo.

Lo aveva raccontato già una ricerca svedese, quella del “Karolinska Institut di Stoccolma”, che ha mostrato come il 10% di oltre 220 atleti olimpici maschi presi in esame tra il 2012 e il 2014 abbia ammesso di avere sofferto di disordini alimentari, la porta d’ingresso dell’anoressia.

Lo hanno confermato nel 2017 i medici francesi della rivista “Annales Médico-Psychologiques”, pubblicando studi dettagliati sui dodici uomini seguiti sin dal 2014. Uomini tra i 18 e i 60 anni, che hanno sfatato anche il “mito” di un disturbo solo adolescenziale.

A ribadirlo è ora l’intervento degli specialisti dell'Ame, Associazione medici endocrinologi: l’anoressia colpisce almeno un uomo su 4 pazienti. Un fenomeno, culturalmente sottovalutato, che porta con sé l’inevitabile lato negativo: se una ragazza o una donna arriva a farsi curare dopo una media di 4 anni dall’insorgere dei primi sintomi, per l’uomo questo tempo si allunga fino ai 7 anni. E potrebbe essere già tardi.

Gli studiosi, che da decenni monitorano questa patologia, sono riusciti ad individuare i campanelli d’allarme della cosiddetta “anoressia nervosa”:

1.   Rilevante perdita di peso, almeno oltre la soglia del 15% del proprio normotipo.

2.   Paura fobica di ingrassare, anche se si è realmente sottopeso.

3.   Rifiuto categorico di ingerire cibi contenenti grassi e zuccheri.

4.   Alterazione nella percezione del modo di vivere il proprio peso e la propria taglia.

5.   Attività fisica eccessiva e compulsiva.

6.   Iperattività motoria e mentale.

7.   Abuso di sostanze lassative o diuretiche.

8.   Sintomi depressivi e a volte anche pensieri suicidi.

9.   Per le donne, assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi

Con Luigi Pelazza, nel servizio che potete rivedere qui sopra, eravamo andati a conoscere un gruppo di ragazze (e un unico ragazzo, Michele) in cura per anoressia in una clinica specializzata sul Lago di Garda. Ci avevano raccontato come erano sprofondati nell’incubo dell’anoressia e i tentativi di ritornare alla vita dopo anni di dolore anche fisico e di cure farmacologiche e psicoterapia.

Proprio Michele, unico maschio in cura, ci aveva raccontato: “Mi vedevo grasso. Ero alto 1 metro e 76 e pesavo 60 chili. Ho iniziato a restringermi, a eliminare certi cibi e poi ho cominciato a non mangiare più niente. Commenti della gente non ne ho mai avuti, non so come è iniziata…”

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