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I 455 aspiranti poliziotti esclusi dalla polizia: “Siamo stati sbeffeggiati” | VIDEO

Nel 2017 hanno superato un concorso, ma l’anno dopo il ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini ha cambiato le regole in corsa per l’assunzione: così 455 aspiranti poliziotti sono rimasti tagliati fuori. “Il Tar e il Consiglio di stato hanno dato ragione”, dice l’avvocato Leone a Silvio Schembri: eppure non si è ancora mosso nulla

La pandemia di coronavirus, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, ha ricordato a tutti quanto siano importanti certe figure professionali: i medici e infermieri, i braccianti, i trasportatori. E anche le forze dell’ordine, chiamate a far rispettare le molte nuove regole che si sono rese necessarie.

A questo proposito, ricordate quando l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini andava in giro con maglie e giacche della polizia? All’epoca qualcuno storceva il naso: e forse non avevano tutti i torti, visto che in quello stesso periodo la Lega in parlamento firmava un atto che metteva a repentaglio il futuro di 455 aspiranti poliziotti, vincitori del concorso.

Tra questi c’è Angelo, laureato in Giurisprudenza; Fabiana, i cui bisnonni erano già agenti. I 455 sono accumunati da una passione: “Entrare in Polizia è quello che ho sempre voluto fare fin da piccola”, racconta a Silvio Schembri una di loro. A febbraio 2017 questi 455 aspiranti poliziotti partecipano e vincono l’unico concorso bandito negli ultimi 23 anni per entrare nella polizia di stato.

Un concorso difficile, che oltre alla formazione teorica prevede anche duri test fisici. Eppure loro lo hanno passato: “Ho totalizzato 9,5 su 10, dato 76 risposte corrette su 80 però purtroppo siamo ancora in attesa dei questa assunzione”. Ma com’è possibile? “Ci hanno scavalcato molti candidati con punteggi inferiori”, racconta Fabiana. “Siamo stati beffeggiati”.

Eh sì, perché un anno dopo il concorso il ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini decide di assumere 1.851 nuovi agenti di polizia, prendendoli dalla graduatoria già esistente. Ma lo fa cambiando le regole: i ragazzi selezionati non devono più avere meno di 30 anni - come regola originaria del concorso - ma meno di 26. Quindi questi ragazzi si sono trovati di punto in bianco a essere “vecchi” ed esclusi dall’assunzione.

“Sia il Tar che il Consiglio di stato ci hanno dato ragione”, dice l’avvocato Francesco Leone. “Hanno detto che questi ragazzi devono partire per i corsi di formazione”. Quindi tutto a posto? “No, in primo luogo perché il ministero non esegue le ordinanze: se un cittadino è destinatario di una ordinanza la deve eseguire, per il ministero dell’Interno questo non vale”. 

A questo punto Silvio Schembri cerca di andare a parlarne con Matteo Salvini: “Abbiamo fatto una scelta di abbassare l’età per entrare in polizia”, dice il il leader della Lega. “Sono orgoglioso che ne abbiamo assunto 1.851 in polizia che sono numeri mai visti. Mi hanno chiesto di abbassare l’età dei ragazzi perché ci sono Questure con un’età media elevatissima, mi spiace per quei 400 ma al loro posto ne sono entrati altri. Ora al governo c’è il Pd, se vuole cambia”.

Insomma Salvini non arretra rispetto alla sua posizione. Ma visto che la vita di questi ragazzi è rimasta sospesa per il cambio di regole in corsa, non resta che rivolgersi alla nuova ministra Luciana Lamorgese: “Il problema è che questi ragazzi non hanno vinto ancora nessun concorso. Capiamo benissimo la questione di questi ragazzi, ma non hanno completato tutte le prove”, risponde a Silvio Schembri. 

Ma le prove le hanno superate, tanto che sono risultati idonei! “Faremo anche dei concorsi nuovi, quindi vediamo come risolvere la questione. I ragazzi lo sanno perché sono stati anche ricevuti, quindi si farà tutto secondo le regole perché quello che vale sono le regole”, aggiunge la ministra. “Assolutamente no”, replica l’avvocato Leone. “Perché il ministero non esegue le ordinanze del Tar e del Consiglio di stato”.

Qualche settimana fa il Tar si è espresso di nuovo su questa vicenda, dicendo che cambiare i requisiti a concorso già fatto potrebbe essere stato non solo ingiusto ma forse anche incostituzionale. Quello che è certo è che questi aspiranti poliziotti non meritano di essere trattati con indifferenza: noi continueremo a seguirli. “Non ce lo meritiamo”.

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