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Attivista fermato con la cannabis a Montecitorio: “Voglio un processo” | VIDEO

L’attivista dell’associazione Luca Coscioni, Matteo Mainardi, è stato fermato in piazza Montecitorio per aver portato una pianta di cannabis che sta coltivando dal 20 aprile: “È una forma di disobbedienza civile, vogliamo smontare le leggi che proibiscono la cannabis”

“Vogliamo andare in tribunale. Questo fermo e questo verbale lo abbiamo ricercato”. A parlare, contattato da Iene.it, è l’attivista Matteo Mainardi, dell’associazione Luca Coscioni, che è stato fermato ieri fuori da piazza Montecitorio per aver portato una pianta di cannabis che sta coltivando dal 20 aprile. “Siamo circa 2mila persone in Italia, con 26 parlamentari e tre consiglieri regionali, che abbiamo iniziato a coltivare cannabis non light. Lo scopo è far aprire una discussione in parlamento sulla normativa sugli stupefacenti”, spiega Mainardi. Un’azione di disobbedienza civile per richiamare l’attenzione della politica.

“Nel 2016 abbiamo depositato una proposta di legge popolare, che chiedeva la legalizzazione della cannabis. La proposta non è mai andata in discussione. Esauriti tutti gli strumenti che la democrazia ci dà, l’unica cosa che ci rimane da fare è la disobbedienza civile. Il fermo e il verbale che ho ricevuto oggi è qualcosa che noi abbiamo ricercato. Stiamo provando a far partire dei processi nei nostri confronti, in modo da smontare almeno in tribunale le leggi che proibiscono la cannabis e che si portano dietro tanti problemi: quella che ho portato a Montecitorio è più sicura di quelle che compri nelle piazze”.

Mainardi è stato fermato dalla polizia: “Dopo due ore di fermo sono stato rilasciato con un verbale in cui mi vengono contestate le violazioni dell’articolo 73 e dell’articolo 650 del codice penale. Ora hanno 48 ore per convalidare il verbale e ci diranno se andare a processo o se tutto verrà archiviato. Io chiedo che non venga archiviato e nel caso di una archiviazione riinizierei a coltivare immediatamente”.

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