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Autostrade a rischio, A7 Genova - Milano: secondo l'ispettore del Mit c'è un ponte da rifare | VIDEO

Per due viadotti si parla di “avanzato stato di ammaloramento”. Previsto un piano preventivo d’emergenza intorno al viadotto Veilino sull'A12.  Noi de Le Iene ci siamo occupati di alcuni ponti in Liguria nel servizio di Giulio Golia

Due viadotti sull’A7, l’autostrada che collega Genova e Milano, sono in “avanzato stato di ammaloramento”. Uno di questi, lo Scrivia Arnasso “è da rifare”. È questo l’ultimo inquietante conclusione dei controlli fatti dagli ispettori del ministero delle Infrastrutture, che continuano a ritmo serrato dopo il crollo del ponte Morandi nell’agosto del 2018.

Sull’A12 invece, l’autostrada che collega Genova a Livorno e che dovrebbe arrivare da anni a Roma ma che non è ancora stata completata, è stato messo in campo un piano preventivo d’emergenza intorno al viadotto Veilino, che sembra essere costruito su una parte di terreno a rischio. È la prima volta che viene presa una misura di questo genere sulla rete di autostrade liguri.

La Liguria, insomma, resta nell’occhio del ciclone nonostante sia passata quasi un anno e mezzo dal rovinoso crollo del ponte Morandi in cui morirono 43 persone. Noi de Le Iene ci siamo occupati del caso dei ponti in Liguria nel servizio di Giulio Golia, che potete vedere qui sopra.

A Genova c’è un altro viadotto, uno dei pochi che passa sopra i palazzi: il Bisagno. La Iena è andato a parlare dai residenti che da anni convivono con il ponte sopra la testa e situazioni che sembrano davvero inquietanti. “Secondo i nostri tecnici erano a rischio le solette di isolamento, se ci va un camion pesante può crollare” ha sostenuto il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi. Dalle verifiche sul ponte Morandi sono emersi dettagli che, se confermati, sarebbero agghiaccianti: “I report presentavano deficit di informazioni. Si affermavano positivamente i controlli che avevano dato un certo risultato senza che corrispondesse un’ispezione effettiva”.

Secondo la Procura, Spea, la società incaricata delle verifiche, avrebbe scritto report infedeli in cui emergevano strutture più sicure di quanto in realtà non lo fossero. Il governo intanto sta valutando di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia che gestisce oltre 3mila chilometri di strade sul territorio italiano. Come se non bastasse, Spea fa parte dello stesso gruppo di Autostrade. Chi controlla, in pratica, sarebbe un po’ come la sorella del controllato.

Una zona a rischio idrogeologico è quella del torrente Bisagno che passa tra le case e sotto il viadotto che da lui prende il nome. “Ad aprile di quest’anno è caduto davanti ai nostri occhi un bullone. Un operaio di Autostrade ci ha chiesto scusa, più di questo non è stato fatto”, racconta un residente che in passato ha assistito a casi simili. “Nel 2017 è caduto un collarino di quelli che tengono su i pluviali. Ha sfondato l’auto di mia moglie”. Un’altra residente ha addirittura collezionato i vari pezzi che sono caduti in questi anni: “Un pezzo di grondaia di due metri, un bullone di 370 grammi e poi pezzi di cemento. È una situazione paradossale. Autostrade ci ha detto che è staticamente sicuro, però ha bisogno di una ristrutturazione”.

Il Bisagno è uno dei viadotti attenzionati dalla procura che si aggiunge al filone dei report asseritamente recanti notizie non corrette. “È emerso che i cassoni non sono stati oggetto di ispezione da diversi anni”, racconta il procuratore Cozzi. In procura se ne sono convinti perché negli ultimi anni davano sempre gli stessi risultati. “Io reputo che i tecnici che hanno omesso di fare degli accertamenti si sono uniformati a linee aziendali. Dalle indagini è emerso che in qualche caso gli è stato detto di non fare quei numeri”. In un’intercettazione si sente l’ex responsabile di Autostrade Donferri Mitelli. “Devo ridurre al massimo i costi, cosa sono tutti questi 50? Me li dovete togliere tutti”, ovvero i voti troppo negativi per i ponti. Perché più è alto e più il ponte è rovinato, quindi pericoloso. Se tutto questo fosse verificato sarebbe gravissimo.

Tra i ponti sotto la lente della procura c’è il Pecetti, chiuso qualche settimana fa. I documenti indicano una situazione davvero preoccupante: “La relazione risulta falsificata modificando le cifre riportate”, si legge. “Non si può pensare che continui un modo di procedere anche dopo una tragedia di questo tipo. Non c’è nessun elemento che lo giustifichi”, ha commentato Cozzi.

Adesso altri viadotti sono finiti della rete ligure sono finiti al centro di provvedimenti e allarmi a seguito dei controlli. Finirà mai questo calvario per la popolazione ligure?

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