Bulimia e anoressia ai tempi del coronavirus: storia di Matilde | VIDEO
Veronica Ruggeri ci racconta come stanno passando la quarantena i quasi 2 milioni di italiani, soprattutto giovani donne, che soffrono di disturbi alimentari. Come Matilde, che avevamo incontrato a febbraio e che ora, chiusa in casa, deve combattere una battaglia fisica e psicologica ancora più dura
In tempi di lockdown, essere chiusi in casa è un inferno ancora più grave per gli oltre due milioni di italiani che soffrono di disturbi alimentari, dall’anoressia alla bulimia. In tantissime, soprattutto ragazze, ci hanno scritto, chiedendo di raccontare le loro sofferenze. Veronica Ruggeri dà voce alle loro storie.
Come quella di Matilde, che avevamo incontrato a febbraio, prima che iniziasse la quarantena, e che soffre di bulimia nervosa. “Mi venivano attacchi di panico e di ansia e mi sfogavo sul mangiare, passando dal dolce al salato”, ci aveva raccontato, spiegando di avere voglia di uscire da questo incubo e di andare in comunità, in un centro che possa curare i disturbi alimentari come i suoi.
In quelle comunità le regole sono ferree e anche i pasti sono, di fatto, sedute di psicoterapia. Appena due bicchieri di acqua al pasto, bucce della frutta riposte bene in vista, per evitare che possano nascondervi all’interno la stessa frutta. L’abbiamo risentita, in un’intervista su Skype: "Ho sentito molto lo stacco dall’andare tutti i giorni dagli psicologi al non andarci più, perché almeno mi sfogavo”. In un momento come questo, le ragazze come Matilde passano molto tempo sui social, a vedere i loro idoli mentre mangiano o cercano di tenersi in forma facendo ginnastica a casa.
Vi mostriamo il video diario di una ragazza bulimica: la prima cosa, appena sveglia, è il pesarsi. Subito dopo tappa al frigo e una volta fatto rifornimento, si torna a letto davanti alla tv, a consumare quel pasto disordinato. Prima il pane, poi la pasta, infine le patatine, accompagnati da continui bicchieri di acqua, mandati giù quasi con violenza. Poi la ragazza si ferma, corre in bagno e va a vomitare. E il giorno dopo tutto riprende esattamente allo stesso modo. Una situazione che la quarantena non fa che peggiorare, anche nel caso di Matilde. “Non so di quanto è aumentata ", dice la mamma, "se lei sapesse il peso, penso sarebbe micidiale”.
Matilde, quando l’abbiamo incontrata a febbraio, era molto contenta di entrare in uno di questi centri di cura, ma l’epidemia di coronavirus ha bloccato per il momento questo suo sogno: "Ho proprio culo, mi hanno detto che se volessi entrare adesso dovrei stare due settimane in isolamento da sola, in una stanza e un bagno, me l’hanno sconsigliato tutti, io gliela spacco quella stanza…”.
E allora non resta per le famiglie che continuare a dare loro ancora più sostegno alle ragazze: facendo seguire le terapie psicologiche su Skype, motivandole, magari lasciando che scrivano veri e propri diari delle loro emozioni. Per riprendere la strada della salvezza.