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CasaPound, sequestrato il palazzo occupato abusivamente a Roma da 17 anni | VIDEO

La procura della Repubblica di Roma ha ottenuto il sequestro preventivo del palazzo di via Napoleone III, sede abusiva del movimento di estrema destra Casapound e occupata dalle famiglie di alcuni leader dal 2003. Un caso del quale eravamo entrati anche noi de Le Iene con Filippo Roma. 

La Procura della Repubblica di Roma ho ottenuto il sequestro preventivo dell'immobile di via Napoleone III, occupato abusivamente dal 2003 dal movimento politico di estrema destra CasaPound.

Un provvedimento annunciato informalmente ieri pomeriggio, dopo il tweet pubblicato da Laura Castelli, viceministro all’Economia, che aveva scritto: “Ho appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità”. Un tweet a cui aveva risposto un’ora dopo il sindaco di Roma Virginia Raggi: "Finalmente qualcosa si muove su sgombero palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma".

Sembrava si trattasse solo di un annuncio senza alcun ordine scritto firmato, tanto che uno dei leader di Casapound, Davide Di Stefano, aveva parlato solo di "un incontro in questura sulla richiesta di sgombero” e la stessa questura, sentita da organi di stampa, avrebbe negato ci fosse già la firma .

Ora arriva la parola fine sull'occupazione abusiva dello stabile di via Napoleone III, di proprietà del Demanio ma occupato da oltre 17 anni dagli uffici del movimento politico di estrema destra e dalle famiglie di alcuni dei suoi leader. Un palazzo del valore di 12 milioni di euro, nel quale era entrato nel febbraio 2019 anche il nostro Filippo Roma, nel servizio che potete rivedere sopra

Nei giorni scorsi proprio Virginia Raggi avrebbe scritto al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell'Economia, Roberto Gualtieri, per chiedere lo sgombero di questo e dell’altro palazzo occupato abusivamente sempre da Casapound, a Ostia.  

Noi de Le Iene siamo entrati in quel Palazzo, con il nostro Filippo Roma. E alla Iena, che aveva chiesto se era legittimo occupare abusivamente uno spazio, Davide Di Stefano di CasaPound aveva risposto: “È un crimine maggiore lasciare che uno stabile resti vuoto”. 

Qualche mese fa, come vi abbiamo raccontato, era stata tolta dalla facciata del palazzo la scritta Casapound. Una prima vittoria per la Raggi, che aveva detto:“La rimozione della scritta è solo l’inizio. Ora va sgomberato l’immobile e deve essere restituito alle famiglie che ne hanno davvero diritto. Va ripristinata la legalità. Fino in fondo”.

Da tempo si discute dello sgombero da parte dell’Agenzia del Demanio, cui appartiene l’immobile, poi affidato, prima dell’occupazione, al Miur. Era stata depositata anche una denuncia, che prevedeva una richiesta di risarcimento a danno degli occupanti, che per anni hanno sottratto allo Stato uno stabile enorme, tra l’altro in una posizione dove gli affitti a Roma sono molto alti. Sentito telefonicamente da Iene.it, Davide Di Stefano, responsabile romano del movimento di estrema destra, aveva detto che CasaPound era disponibile a lasciare l’edificio “se ci propongono un altro immobile adeguato e se sloggiano anche i rossi”. Abbiamo provato più volte, nuovamente, a contattare i leader del movimento politico, Di Stefano e Iannone, ma al momento senza successo.

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