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Coronavirus e ritardi della cassa integrazione: “In tre mesi non ho visto un euro”

Andrea racconta a Iene.it la sua esperienza con la cassa straordinaria per il coronavirus: “Siamo fermi da fine marzo, io e i miei colleghi non abbiamo ancora ricevuto nulla”. Una storia molto simile a quella di troppe persone che ancora non hanno visto un euro dall’inizio della crisi

“Sono in cassa integrazione straordinaria per il coronavirus da tre mesi e non ho ancora visto un euro”. La storia di Andrea è simile a quella di molti, troppi, che dall’inizio della crisi del coronavirus non hanno ancora ricevuto dallo Stato quanto ormai mesi fa era stato promesso dal governo: un aiuto per andare avanti al tempo della pandemia.

“Io lavoro in un ente di formazione aziendale, facciamo corsi come quelli sulla sicurezza. Vista la crisi Covid con molte aziende chiuse siamo stati fermi“, racconta Andrea a Iene.it. “Il 30 marzo l’azienda ci ha messo in cassa integrazione. Da allora sono passati tre mesi, ho aperto vari ticket sul sito dell’Inps ma ancora io e i miei colleghi non abbiamo ricevuto nulla”. L’unico aiuto finora è arrivato dalla banca che a quanto ci racconta gli ha anticipato circa 900 euro: “Meno di quanto mi dovrebbe arrivare. Non mi vergogno a dire che ormai i soldi sono quasi finiti”. Come se non bastasse il ritardo vergognoso nell’erogazione della cassa integrazione: “Io ho anche un mutuo da pagare. Per fortuna ho ottenuto la sospensione nei mesi scorsi ma da luglio devo ricominciare a pagare. Avevo messo da parte i soldi della rata, ma da agosto non saprei più come fare”.

Nel frattempo Andrea è diventato anche papà: “A maggio è nata mia figlia. Con le restrizioni dovute al coronavirus ho potuto vederla solo dopo una settimana”. Alla gioia della nascita si aggiungono anche ulteriori spese: “Per fortuna siamo stati previdenti e abbiamo rinunciato nei mesi precedenti a uscite e altro per mettere da parte un po’ di soldi”. Non vuole comunque perdersi d’animo: “Sono una persona positiva e poi per fortuna mia moglie è in maternità e quindi un’entrata garantita ce l’abbiamo avuta in questo periodo”. Col passare dei mesi, però, la situazione è diventata pesante: “Abbiamo quasi finito i soldi. Vorrei solo avere una certezza su quando sarà erogata la cassa integrazione”. Che nel frattempo, stando a quanto ci racconta, è stata approvata: “Il consulente che ha fatto la richiesta mi ha detto che manca solo il passaggio finale, cioè il pagamento”.

Purtroppo Andrea non è certo l’unico a trovarsi in questa situazione: secondo i dati forniti dall’Inps al 14 giugno, erano ancora 123.542 le persone in attesa di ricevere la cassa integrazione. Dati che secondo Cgil sono però non precisi: “A spanne quelli che non hanno ancora percepito la cassa sono almeno mezzo milione”, ha detto Tania Scacchetti della Cgil un paio di settimane fa. Speriamo che quel numero sia sceso, intanto oggi a Roma sono scesi in piazza i lavoratori delle ditte degli appalti ferroviari che denunciano di non avere ancora ricevuto nulla. “Troppe famiglie sul territorio non sanno più come tirare avanti”, ha scritto in una nota Fabio Bonavigo, segretario regionale responsabile delle attività ferroviarie e servizi della Fit-Cisl. Una situazione imbarazzante, tanto che la scorsa settimana il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è detto “fortemente insoddisfatto” per i ritardi in un incontro con il presidente dell’Inps Tridico. Anche Andrea e migliaia di italiani lo sono, ancora di più. 

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