Cassa integrazione in Sicilia: il caso del bonus per le pratiche | VIDEO
Ismaele La Vardera ci racconta di un accordo, poi mai siglato, tra sindacati e lavoratori della Regione Siciliana su un bonus economico per far smaltire prima oltre 40mila pratiche di cassa integrazione ferme da mesi. Mentre chi aspetta la cassa integrazione fa la fame
Ismaele La Vardera ci parla della cassa integrazione, strumento indispensabile in questo momento per dare un po' di respiro a milioni di lavoratori fermi a casa senza stipendio a seguito del lockdown per il Covid-19. In particolare parliamo della cassa in deroga, che le aziende possono richiedere all’Inps, nella propria sede regionale di appartenenza.
Ma qualcosa di molto strano, una situazione che stiamo seguendo ormai da tre settimane, starebbe accadendo in Sicilia dove ci sarebbero almeno 140mila lavoratori di 40mila diverse aziende che ancora la aspettano per presunti ritardi nell’invio della domanda da parte degli impiegati della Regione.
”Dopo due mesi non abbiamo ancora un euro”, ci racconta furibondo Francesco, un cameriere palermitano. “La cosa vergognosa è che luce, acqua, telefono, si pagano. Dov’è lo Stato?”. “Non sappiamo cosa dobbiamo fare”, gli fa eco Serena, dipendente di una panineria. “Abbiamo bambini, dobbiamo mangiare, abbiamo le cose da pagare. Sono passati quasi tremesi e dov’è questa cassa integrazione? Siamo nella merda, sbrigatevi, cornuti”.
Il punto è che i soldi ci sono, le domande sono state fatte ma le pratiche sarebbero ferme da tempo in Regione Siciliana, in attesa di essere lavorate. A fare arrabbiare ancora di più è un’ipotesi di accordo, che vi mostriamo, in base al quale agli impiegati si vorrebbe concedere un bonus economico per smaltire più rapidamente queste pratiche. Ce lo racconta Claudio Reale, giornalista di Repubblica: ”Si sarebbero dovuti dare dieci euro per azienda per cercare di accelerare”.
Stiamo parlando di un’ipotesi di accordo, poi non siglato, tra alcuni sindacati (esclusi Ugl e Cobas/Codir) e il direttore dipartimento lavoro della Regione per dare appunto un bonus ai dipendenti al fine di accelerare le circa 40mila pratiche ancora ferme. Insomma un incentivo dato ai dipendenti regionali per smaltire l’arretrato per un totale di 400mila euro di bonus complessivo.
”L’accordo è stato firmato da cinque sindacati e dal dirigente del dipartimento lavoro”, spiega ancora il cronista di Repubblica. Ismaele La Vardera lo raggiunge al telefono e lui sostiene di avere l’obbligo di non parlare per dieci giorni. “Non posso dirle niente perché c’è il segreto istruttorio”, spiega l’uomo.
La Iena va a sentire decine di siciliani che stanno attendendo l’avvio della cassa integrazione, alcuni dei quali hanno avuto la fortuna di avere un datore di lavoro comprensivo, che ha messo mano al portafogli per venire incontro alle esigenze pratiche dei propri dipendenti.
Ma i sindacalisti che avrebbero firmato quella bozza di accordo, che dicono? “Si è montato un caso per spostare l’attenzione su altro. I dipendenti non hanno chiesto assolutamente niente. Quel pezzo di carta di cui lei dice serviva solo a trovare immediatamente una tra le tante soluzioni per velocizzare la lavorazione delle pratiche nelle ore pomeridiane. Nessuno ha lucrato”, si giustifica Fabrizio Lercara, della Cisl.
Maurizio Camarda, sindacalista Uil, nega invece di avere firmato il documento pur dichiarando di essere stato presente a quell’incontro. A rimpiangere la scelta di quella firma, tra quelli sentiti, è un solo sindacalista, Francesco Madonia, della Sadirs, che dice: “Alla luce di tutto quello che è successo, sicuramente non la rimetterei”
Il direttore del dipartimento lavoro, Giovanni Vindigni, è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni e il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, in una conferenza stampa, ha dichiarato: ”Voglio chiedere scusa a tutti i lavoratori che hanno atteso e attendono di poter riscuotere le risorse che gli spettano. Mi assumo per intero la responsabilità politica di quello che è accaduto. Se c’è stata responsabilità da parte di qualcuno vi assicuro che pagherà”.
Intanto un gruppo di avvocati e di commercialisti siciliani, si sono offerti, volontariamente e gratuitamente, di affiancarsi ai dipendenti della Regione per aiutarli a sbrigare quanto prima queste pratiche.
Lo comunichiamo al Presidente Musumeci, che ci dice: ”Dipendesse da me direi firmiamo subito questa proposta, facciamo che ci diamo un appuntamento”.
L’appuntamento però non c’è stato ma noi de Le Iene non ci arrendiamo e continuiamo a cercare di avvicinarlo. Ismaele La Vardera, due settimane fa, è andato proprio in Regione, per capire a che punto sia il lavoro di smaltimento delle pratiche.
”Tra un paio di giorni abbiamo chiuso tutte le pratiche”, ci aveva detto Santi Trovato, dirigente dell’assessorato al lavoro e responsabile del centro per l’impiego. Ma, tabelle alla mano, abbiamo verificato come 7 giorni dopo quella dichiarazione, mancavano ancora quasi 90mila pratiche da lavorare...
I dipendenti non ne vogliono sapere di rispondere alle nostre domande, e fuggono inorriditi alla sola vista della Iena. Solo qualcuno parla, per negare: “È una bufala”, “Sono fesserie col botto”. “I nostri colleghi hanno lavorato pure la notte”, risponde un’impiegata.
Ritorniamo da Santi Trovato, che conferma che chiedere quei dieci euro sia “fuori luogo”, spiegando che gli stessi dipendenti “non ne hanno voluto sapere”. Dopo una settimana di silenzio, finalmente, il presidente Musumeci ci risponde al telefono e si dichiara disposto a un incontro ma senza telecamere.
Concordiamo un appuntamento con la persona delegata dal presidente, il suo segretario particolare, ma quest’ultimo ci rimanda ancora di una settimana: ”Non c’è nessuna presa in giro, il presidente molto spesso non conosce la sua agenda”. Insomma un’altra settimana di stenti per le decine di migliaia di siciliani in attesa di ricevere la cassa integrazione, mentre fermi al palo ci sono quasi 5.000 tra avvocati e commercialisti disponibili ad aiutare per evadere quelle pratiche in sospeso.
Che aspettiamo a incontrarli, presidente Musumeci?