I complottisti estremisti e le shit storm organizzate sui social | VIDEO
Dopo la messa in onda del servizio sul complottismo su 5G e il coronavirus, siamo finiti al centro di una shit storm organizzata sui social da gruppi specializzati in questo genere di attività. Con l’aiuto dell’esperto Alex Orlowki e i consigli della Polizia postale, il nostro Gaston Zama ci porta a conoscere questo oscuro mondo online
Dopo il servizio del nostro Gaston Zama sui complottisti del COVID-19 si è scatenata una vera tempesta sui social, come potete vedere qui sopra. Nel servizio parlavamo dei cospirazionisti che pensano che il coronavirus sia collegato al 5G.
In molti si sono scatenati online, con tanti insulti ma nessuna spiegazione su come per esempio l’Iran - dove non c’è il 5G - abbia avuto così tanti casi di coronavirus. Attenzione, non tutti i complottisti sono dei facinorosi. Come il Moralizzatore: “Secondo me nessun pensiero deve andare a finire in violenza verbale. Ho letto anche minacce di morte”. Insomma, un complottista moderato. “Io non trovo un nesso tra il 5G e il coronavirus”, ci dice ancora il Moralizzatore. “Secondo me il discorso è un altro”.
Ma prima di scendere di nuovo nei meandri di questo mondo, vi sveliamo una cosa: consci di cosa sarebbe potuto accadere, ci eravamo rivolti ad Alex Orlowski, esperto di reti sociali e disinformazione online. Dal momento in cui abbiamo condiviso sui social il servizio, ha monitorato ogni schizzo della shit storm.
Alex ci ha spiegato come vengono organizzate queste ‘tempeste di merda', come potete vedere nel servizio qui sopra. La shit storm contro il servizio di Gaston Zama ha generato oltre 12mila commenti nel primo post su Facebook, con migliaia di insulti: “Insulti che spesso cadono nelle minacce, quando ti senti parte e protetto da un gruppo… lo lo chiamerei squadrismo online”, ci dice Alex.
Il gruppo che sembra aver organizzato tutto questo non è nato per attaccare noi, ma era attivo già da tempo. Tra i bersagli ci sono stati anche Enrico Mentana e il leader delle Sardine. Il nostro servizio è stato accolto positivamente da moltissime persone online, l’indagine di Alex però si è focalizzata su quei gruppi che ci hanno attaccato insultandoci. E potete vedere quali sono nel servizio qui sopra. “È come un esercito organizzato”. Tra i tanti gruppi coinvolti in questa shit storm, sono molti ad avere come oggetto il 5G o i vaccini.
Tra le vittime dello shit storm nelle ultime settimane c’è stato anche Vasco Rossi, che su Instagram ha consigliato di scaricare l’app Immuni per il tracciamento dei casi di coronavirus in Italia. Alex Orlowski ha anche analizzato quali sono le parole più usate per insultarci: “Venduti, vergognatevi, buffoni, disinformati”, e via discorrendo. E non solo: è anche riuscito a ricostruire numerose caratteristiche delle persone che hanno partecipato alla shit storm contro di noi. Qual è l’identikit del complottista che ci insulta? Uomo, tra i 40 e 60 anni, con capacità linguistiche di un ragazzino.
Questa collaudata macchina del fango “è una tecnica molto in uso sia da parte di alcune forze politiche che da gruppi di attivisti”, ci spiega Alex. Attivisti di alcune frange estremiste di no vax, no 5G e altre. Di alcune di queste tesi il nostro Gaston Zama ci ha parlato nel precedente servizioi. E attenzione, che abbiamo fatto anche un’altra scoperta: il leader del gruppo che ha innescato la shit storm contro di noi è un terrapiattista.
Queste persone, insomma, si attivano per bombardare chiunque cerchi di smentire il loro credo. A finire vittime di queste shitstorm è stato anche David Puente, noto debunker: “È evidente che il mio lavoro dia fastidio a qualcuno”, ci dice. “Invece di rispondere in maniera educata, tende a passare agli insulti. C’è stato chi mi ha accusato di pedofilia e anche chi ha diffuso il mio indirizzo di casa alle persone che mi hanno minacciato di morte online”.
Anche Barbascura, chimico e youtuber, non se la passa benissimo dopo aver spiegato che non esiste alcuna correlazione tra il 5G e il coronavirus: “Non ho alcun problema che tu mi dica che sono un coglione, ma a un certo punto una o più persone hanno diffuso i miei dati personali. Mi hanno anche scritto: ‘Ti veniamo a trovare sotto casa, ho degli amici che ti vorrebbero tanto conoscere’ e cose del genere”. Sia lui che David Puente hanno denunciato queste persone, che però sono fermamente convinte che sul web non ci siano regole.
“Questo è quello che devono dire i leoni da tastiera”, ci spiega Alessandra Belardini, direttore divisione operativa della Polizia postale. “Quando poi si vengono a identificare da leoni diventano un’altra cosa. La diffamazione online è un reato grave che arriva alla reclusione da 6 mesi a 3 anni”. Per le minacce online le pene sono ancora più severe: “Consigliamo al cittadini di agire non solo penalmente ma anche attraverso il risarcimento del danno, che a volta fa anche più male”.
Il complottismo e le fake news in questi mesi hanno raggiunto nuove vette e anche per questo stanno arrivano segnali importanti: il re dei complottisti David Icke in Inghilterra è stato bloccato su Facebook e il suo canale su YouTube è sparito. E lo stesso sembra stia accadendo anche in Italia. Le nostre tonnellate di dati raccolte da Alex e il suo team, oltre a altre informazioni, saranno fornite alla Polizia postale. Nel frattempo, preparate i pop corn per la settimana prossima!