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Coronavirus e amore a distanza: “Noi, separati dai nostri cari dai confini delle Regioni”

“Non siamo fidanzati capricciosi, sono mesi difficili per tutti, quello che chiediamo è solo di essere presi in considerazione”. La fine del lockdown è arrivata il 4 maggio ma non per tutti: chi ha affetti e amori fuori Regione è ancora in attesa di sapere quando potrà riabbracciarli. Noi di Iene.it abbiamo parlato con una di loro, Raffaella, una ragazza che ci ha contattato per un appello

Non siamo fidanzati capricciosi che vogliono ricontrarsi. Siamo migliaia di persone separate dai loro affetti: compagni, genitori, fratelli e altro”. Dalla fine della fase 1 sono molte le libertà di cui siamo tornati in possesso: visitare i congiunti e parenti, uscire di casa, a breve si potrà anche andare al ristorate o al bar. Ma c’è un gruppo di persone però che è rimasto indietro. Parliamo di chi ha affetti in altre Regioni, che ancora non può riabbracciare.

Eh sì, perché dal 4 maggio, dall’inizio della fase 2, icongiunti e affetti stabili si possono incontrare solo se ci si trova nella stessa Regione. Per quelli che sono rimasti in due zone diverse d’Italia e non hanno possibilità di spostarsi per la residenza, sembra che il momento di riabbracciarsi sia rinviato ancora al 3 giugno. Quando saranno passati tre lunghi mesi dall’inizio del lockdown.

Noi di Iene.it abbiamo parlato con Raffaella, una ragazza che ci ha contattato e che come tantissimi altri è rimasta separata dai propri affetti. “È passato davvero tanto tempo, ognuno cerca di reagire e tirarsi su a modo suo”. Su Facebook è perfino nato un gruppo dove molte di queste persone si incoraggiano e fanno forza a vicenda. Si chiama “Congiunti e fidanzati fuori Regione”, e in dieci giorni ha già raccolto oltre 4mila e 500 adesioni. Molto condivisa è diventata online una foto postata da una ragazza membra di questo gruppo: “Il virus ci ha tolto tutto… non toglieteci anche chi ci ama”. Raffaella è una delle migliaia di persone che fanno parte di quel gruppo.

A scrivere sono in tanti, raccontando storie dolorose. Non solo fidanzati, ma fratelli e sorelle, genitori e figli. Ogni tipo d’affetto separato e che ancora non ha nessuna certezza su quando potrà riabbracciarsi: “Ci sono anche storie di genitori anziani, magari con disabilità, che non possono essere riuniti ai figli. Noi vorremmo solo che il governo ci prendesse in considerazione”, ci spiega ancora Raffaella.

Alcune storie sembrano quasi incredibili: ci sono parenti e fidanzati che vivono in città molto vicine, eppure in Regioni diverse. E se è possibile muoversi di 200 chilometri nella stessa area, perché non si può valicare il confine? “Noi vorremmo solo che la nostra voce venisse ascoltata”. C’è una cosa su cui Raffaella vuole essere chiara: “Il nostro non è un capriccio, nessuno vuole violare la legge o non capisce la gravità della situazione: ci teniamo alla salute di tutti, ma vorremmo regole chiare”. Il punto è proprio quello: regole chiare per potersi riunire. “Siamo tutti pronti a rispettare gli eventuali protocolli, che siano tamponi, test sierologici o quarantena. Ma fateci riunire dopo 3 mesi alle persone che amiamo. Perché con tutte le autocertificazioni che stanno facendo, non prendono in considerazione anche noi?”.

Una richiesta d’aiuto che, però, dovrà essere rimandata. Per spostarsi fuori Regione, infatti, bisognerà attendere, pare, ancora fino al 3 giugno. Fino ad allora non resta che pensarsi a distanza.

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