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Coronavirus, italiano trova in Russia il miracoloso Arbidol? Ma è una bufala | VIDEO

Paolo Gellano è un umbro che in Russia ha comprato l'Arbidol, che fermerebbe il coronavirus. “Perché a Mosca non c’è un decesso e qui stiamo morendo?”, dice un video che è diventato subito virale sul web. In tantissimi ce lo avete segnalato, chiedendoci se il farmaco funziona davvero. Così abbiamo sentito Gellano, in un’intervista un po’ surreale. Scoprendo anche che questo medicinale “miracoloso” in Russia è considerato “inutile anche per il raffreddore” e doveva essere ritirato già nel 2007. E che si tratta di una bufala

“Ci troviamo all’aeroporto di Mosca, ora andiamo in farmacia a comprare il famoso Abidol, il farmaco contro il coronavirus che qui è in commercio da 46 anni. Mi sapete dire come mai in Italia sono morte così tante persone perché non abbiamo il farmaco e i russi ce l’hanno?”. A parlare, in questo video che è diventato purtroppo virale su Internet, è un uomo che si chiama Paolo Gellano che va a comprare il farmaco “miracoloso”, quello che secondo lui starebbe proteggendo la Russia dalla pandemia di coronavirus.

Prima pubblica il video su Facebook, poi viene rilanciato da una pagina chiamata “Oxford Street Marcianise" e in pochi minuti ha registra oltre 33mila condivisioni: “Condividete tutti e subito, questo è un video che ci è stato mandato da un residente in Russia (Mosca). Condividete prima che Facebook lo banna. Questa è una vera guerra politica”. Sotto il video parte una pioggia di commenti, fra chi condivide la situazione bellica che staremmo vivendo a chi, invece, ridicolizza la “scoperta miracolosa” di Paolo Gellano. E sono tanti anche gli utenti di origini russe a intervenire: “Mamma mia... Arbidol, che in Russia tutti conoscono come medicinale assolutamente inutile, che non cura neanche un raffreddore. Credo che i suoi produttori finalmente siano felici... Prima lo compravano solo le nonnette ingenue, adesso anche gli stranieri”.

Insomma si tratta di una delle tante bufale che purtroppo stanno girando sul web, e che purtroppo sul coronavirus proliferano come funghi. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? L’Arbidol (il nome corretto è questo) o Umifenovir, è un comune antinfluenzale sviluppato in Russia, che dovrebbe curare tra l’altro le infezioni virali respiratorie acute. Un farmaco di cui però, nel 2007, lo stesso “Comitato Formulario dell'Accademia Russa di Scienze Mediche”, consigliava il ritiro dai prontuari, in quanto “obsoleto e con efficacia non dimostrata”.

Un farmaco sul quale, raccontano alcune voci, si sarebbero allungate anche ombre di corruzione, col presunto tentativo di favorirne la diffusione per aiutare la casa produttrice, che sarebbe legata da interessi ad alcuni ministri del governo.

Ma Paolo Gellano porta avanti lo stesso, senza alcuna base scientifica, la sua tesi, sulla base della quale crede di poter spiegare i dati bassi del contagio in Russia: 93 ammalati, di cui appena 8 ricoverati e nessun morto.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci spiegare perché si trovi lì: “Per lavoro monto cucine. Arrivavo da New York e tornando a Roma ho fatto scalo a Mosca. All’aeroporto ho visto tutta questa gente che comprava il medicinale: sono entrato e ne ho prese due scatole. Serviva la ricetta medica, ma ho allungato dei soldi alla farmacista e me le ha date. Lei mi ha confermato che il farmaco combatte il coronavirus, poi io non so se sia vero o no. Ma mi chiedo come mai in Russia non c’è un malato... Io sono ignorante, non sono un dottore, ma l’ho comprato per vedere se tante volte funziona. Quando sono tornato a casa però i miei familiari mi hanno dato del matto, ho anche litigato con mia moglie”.

E su quel suo video, divenuto purtroppo virale, aggiunge: “Io non volevo condividere il video per diventare famoso, sono un ragazzo semplice e mi sto anche spaventando. Ho ricevuto chiamate di gente che mi vuole denunciare, che dice di voler venire a casa mia... Non li conosco neanche. Ma io penso di non aver fatto niente di male".

L’Organizzazione mondiale della sanità sulle possibili cure contro il coronavirus è chiara: a oggi “non ci sono terapie efficaci conosciute contro il 2019-nCoV”. L'unica speranza è il vaccino, che però non sarà pronto prima di 12-18 mesi.

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