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Coronavirus, le scuole chiuse e la vita dei bimbi in quarantena | VIDEO

La quarantena per il coronavirus è durata due mesi e in questo periodo forse i nostri bimbi meritavano un po’ più di attenzione. Nina Palmieri ha incontrato alcuni di loro, costretti lontani da scuola e dai loro amichetti: “Era meglio prima”

“Sto cominciando a giocare da sola”. Questa è solo una delle tante voci di bambini che ha raccolto la nostra Nina Palmieri, anche loro costretti a vivere in quarantena per due interminabili mesi. Da quando è stata annunciata la chiusura delle scuole prima e con il lockdown poi, la loro vita è stata stravolta. In queste settimane si è parlato di tantissime cose, e forse si poteva dare più spazio a qualcuno: appunto, i nostri bimbi. “Forse non torneremo più a scuola e questo mi preoccupa molto”, ci dice una di loro. Sono molti i piccoli che hanno raccontato le loro nuove vite e preoccupazioni alla nostra Nina Palmieri: potete ascoltare le loro voci nel servizio qui sopra.

Di questo tempo del coronavirus, comunque, loro hanno capito tutto. “Ho paura che lo prendano mamma e i miei fratellini”, dice una di loro. “E soprattutto mia nonna che vive da sola”, aggiunge un’altra. “Dobbiamo restare casa, lavarci le mani, non toccarci gli occhi e la bocca”. Insomma, nonostante l’età sembrano ben consapevoli di quello che sta accadendo intorno a loro. “Cerchiamo di non lamentarci, così ce la faremo”. “Dobbiamo vincere!”. Uno spirito meraviglioso.

Intanto i giorni in casa si sono trasformati in settimane, le settimane in mesi. “A volte mi annoio, cosa faccio ora?”. E questa reclusione forzata rischia di avere tante conseguenze. “L’apprendimento nasce nella concretezza del movimento”, ci spiega il professor Daniele Novara, pedagogista dell’università La Cattolica. “Il movimento crea la capacità di parlare, di leggere e scrivere. Tutto passa dall’intelligenza motoria”.

“Era meglio prima, ci manca la scuola e i nostri amichetti”, ci dicono i bambini. E da quando le scuole hanno chiuso, sono mancate le proposte concrete e si è proceduto in ordine sparso: le video lezioni sono state il massimo della creatività offerta. “Bisogna assolutamente evitare di replicare la lezione frontale anche con la videolezione”, ci spiega ancora il professor Novara. “È impossibile”. “Se tre fratelli hanno solo un cellulare in casa, è un macello!”, ci dice uno dei bambini. Era possibile evitare tutto questo? “Gli alunni imparano facendo, non ascoltando”, spiega il professor Novara. “La scuola negli ultimi 10-20 anni è stata abbandonata dal punto di vista didattico, pedagogico, educativo. Non esiste neanche una vera formazione obbligatoria per gli insegnanti”.

Negli ultimi giorni per fortuna le proposte sul mondo della scuola sono aumentate, ma bisogna fare in fretta. “Nel mese di maggio non è in programma nulla”, continua il professor Novara. “Sei mesi in questa fase della vita valgono dieci anni della vita adulta”. E per adesso la possibilità per i bambini di tornare a stare insieme in sicurezza si allontana: “Il futuro è sempre così, se non l’hai organizzato bene”. E a parlare stavolta non è il professore, è uno dei bambini. 

Non possiamo lasciare i bambini agli arresti domiciliari”, aggiunge Novara. “Dedichiamo gli spazi all’aperto all’attività scolastica vera e propria per tutta l’estate con gruppi piccoli. Il segreto è proprio questo: lavorare all’aperto”. Facendo rispettare ai bimbi, che ormai sono responsabilizzati, tutte le misure di contenimento del coronavirus. Ma in attesa di tornare a scuola, torniamo un pochino a sognare: cosa sarà la prima cosa che faranno i nostro nuovi amici appena potranno uscire? “Andare al parco”, “in bici”, “abbracciare tutti”, “stare insieme ai miei nonni”. E quando tutto questo sarà finito? “La paura diventerà una gioia pazzesca!”.

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