Coronavirus, la clorochina e la terapia (discussa) del professor Raoult | VIDEO
“Bisogna fare tamponi a tutti come in Corea del Sud, la quarantena non è lo strumento migliore”, va ripetendo un professore francese che sperimenta una terapia a base di clorochina e azitromicina: la comunità scientifica però per adesso è scettica. Il nostro Alessandro Di Sarno è andato a Marsiglia per vedere come funziona il suo metodo
“Il coronavirus cinese è l’infezione più facile del mondo da trattare”. A fare questa affermazione apparentemente incredibile è Didier Raoult, medico e professore francese. Raoult è un infettivologo e direttore di un ospedale di Marsiglia, dove propone una cura che a suo dire sarebbe basata sui risultati ottenuti dai ricercatori cinesi: clorochina - un farmaco antimalarico - a cui lui aggiunge l’azitromicina - un antibiotico a largo spettro per i disturbi respiratori. I risultati? A suo dire ottimi.
Il nostro Alessandro Di Sarno è allora andato proprio a Marsiglia per capire come funzioni il centro che lui dirige e farsi un’idea di persona. Il professore sostiene che “è tempo di effettuare tamponi a tappeto, nei virus bisogna curare le persone piuttosto che lasciarle a casa e non sapere chi è malato o no. Dire ‘restate tutti a casa’ non è l’atteggiamento giusto”. Una posizione molto forte, e nettamente in controtendenza rispetto alle indicazioni delle principali organizzazioni sanitarie del pianeta.
A usare la strategia dei tamponi a tappeto è stata per prima la Corea del Sud, come potete vedere nel servizio di Alessandro Di Sarno qui sopra. Questa strategia ha permesso di contenere il contagio da coronavirus, e a questo modello il professor Raoult si ispirerebbe.
All’ospedale la Iena si mette in fila per fare il tampone: allo sportello si scopre che, senza richiesta del proprio medico, si pagano 84 euro per fare il test. Dopo aver eseguito il test, in dieci ore il risultato arriva via internet. Se fosse positivo, sarebbe subito ricoverato in ospedale per ricevere la cura proposta dal professor Raoult: clorochina e azitromicina. “Le persone che le hanno prese hanno avuto una reazione spettacolare, erano praticamente tutti guariti in 6 giorni”, sostiene.
La comunità scientifica però ha espresso dubbi sull’efficacia di questo trattamento: il numero dei pazienti trattati con la cura del professor Raoult, 24, è troppo piccolo per darne un giudizio ponderato. Le sperimentazioni cliniche comunque stanno continuando, questa volta su campioni di pazienti più numerosi. Ma come funzionerebbe questa cura? Lo spiega il nostro Alessandro Di Sarno, nel servizio che potete vedere qui sopra. “Dovremo fare come Corea del Sud”, chiude il professore: “Moltiplicare i tamponi, curare i malati, isolare solo i positivi”. Sarà davvero un sistema efficace?
Ah, un’ultima cosa: per fortuna il suo tampone era negativo!