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Coronavirus, una risposta ai dubbi principali sulla prevenzione | VIDEO

Giulio Golia intervista gli esperti Fabrizio Pregliasco e Franco Faella e fa loro tutte le domande che avreste voluto fare su come si diffonde il virus e come proteggersi "senza farsi prendere dall'ipocondria". Dalle mascherine alle distanze giuste, dai mezzi pubblici all’aria condizionata e a molti altre elementi della nostra vita quotidiana

Il 4 maggio è iniziata la Fase 2 che ci porterà inevitabilmente a dover convivere con il Covid-19 fino a che, si spera, non verrà creato un vaccino. Ma stiamo davvero adottando tutte le misure corrette per evitare, nella vita quotidiana, di rimanere infettati? Giulio Golia ha posto una serie di domande pratiche a due esperti, l’infettivologo Franco Faella e Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano.

Cominciamo col domandarci se stare a un metro di distanza dall’altro sia sufficiente: "È preferibile una distanza maggiore, di almeno due metri", spiega Faella, "il problema è che nello starnutire e nel colpo di tosse emettiamo goccioline che si chiamano droplets...”. Goccioline, spiega Fabrizio Pregliasco, che si depositano all’incirca a 1 metro e 80 di distanza. “Sono quelle che giustificano la trasmissione cosiddetta aerea della malattia”, spiega Faella.

Trasmissione area a rischio dunque: se si entra in un ambiente in cui c’è stato un malato di Covid-19 si potrebbe rischiare di rimanere contagiato. “Meglio areare il locale, pulire bene le superfici, i pavimenti, tutto quello che è presente nella camera”, aggiunge Faella.

Sulle plastiche e sull’acciaio resiste 48 ore e anche di più", sostiene ancora il professore. "Alcol e ipoclorito di sodio sono fondamentali per eliminare il rischio mentre ci sono anche altri disinfettanti di costo maggiore altrettanto efficaci, come ad esempio la clorecsidina. Se però, per farlo durare, lo si diluisce con acqua e la percentuale di alcool scende sotto il 65%, non garantisce più l’efficacia disinfettante.”

Altro punto chiave, di cui si è a lungo dibattuto, è la validità della mascherina. “Ha la funzione di ridurre la diffusione delle goccioline di un soggetto infetto", spiega Fabrizio Pregliasco. "Ma la mascherina protegge gli altri da noi ma protegge meno noi dagli altri. Per avere una maggiore garanzia di tutela servirebbero le famose ffp2 e ffp3, meglio quelle senza valvola. È ragionevole pensare che un eventuale passaggio con uno spray disinfettante, lasciandole aereare per alcune ore, le possa rendere riutilizzabili. Ma la mascherina va indossata in modo corretto, posizionandola bene, attenzione anche alla barba, che speso può in qualche modo può ridurre la capacità di protezione”.

E poi con lui parliamo anche di guanti: ”Se tocchiamo viso con i guanti otteniamo lo stesso risultato che con le mani nude. Non bisogna toccarsi continuamente il viso o aggiustarsi i capelli... È importante anche poi saperli sfilare. Si può pizzicare il palmo della mano ed estrarlo, rovesciandolo e poi usare il dito indice della mano senza guanto per andare nel bordo dell’altro e fare la medesima operazione”.

Il sudore? “Assolutamente non contagia", dice il prof. Faella, "e neanche le lacrime”. Ci chiediamo poi se e come sarà sicuro viaggiare d’ora in poi sui mezzi pubblici. Gli esperti in generale tranquillizzano. ”In assenza di dispositivi di protezione", sottolinea Fabrizio Pregliasco, "essere vicini meno di un metro per più di 15 minuti può essere però un contatto a rischio”.

Giulio Golia si chiede se l’aria condizionata possa veicolare il virus, nel caso di un ambiente in cui è transitato un malato di Covid: "Se c’è stato un paziente affetto da Covid sicuramente posso rischiare qualcosa”, sostiene il prof. Faella. “Il dato certo è che un buon condizionatore, senza posizionarlo con un flusso d’aria diretto, garantisce invece una maggiore areazione e una velocizzazione dell’abbattimento al suolo delle goccioline”, spiega Pregliasco.

Se il professor Faella, sorridendo, ci consiglia di dare una disinfettata alla macchina quando saliamo a bordo, ci chiediamo dei servizi di car sharing. Fabrizio Pregliasco aggiunge: "Se c’è una igienizzazione tra un utente e l’altro o se non c’è stata ma sono passate più di 4 ore, il rischio non c’è. L’indicazione potrebbe essere quella di avere i fazzolettini disinfettanti”. Con l’arrivo del caldo,sarà sicuro uscire con i pantaloncini corti e le scarpe aperte? "L’abbigliamento ha scarsissima importanza", dice Faella, "una bella doccia può risolvere moltissimo le cose”.

“Meglio non indossare l’orologio che magari non lo laviamo, non lo disinfettiamo", dichiara Pregliasco, "o anche anelli, ma nel caso in cui non ci sia un lavaggio efficace...”. “Anche i capelli lunghi rappresentano un potenziale rischio quindi credo che la moda dovrà tenere conto del periodo Covid e dunque tagli corti o comunque, se lunghi, aiuta legarseli”, conclude.

Giulio Golia affronta poi una delle situazioni più comuni e anche stressanti: la spesa. Come occorre comportarsi all’interno del supermercato? Per Fabrizio Pregliasco, “il manico del carrello della spesa è un oggetto che usano in molti e quindi è un elemento di relativo rischio”.

E l’abitudine di prendere il pacco di pasta nascosto in fondo e non quello della prima fila? Per Fabrizio Pregliasco “ci vuole che qualcuno abbia toccato e che qualcuno, malato, abbia una mano contaminata… facciamo attenzione sì, ma senza esagerare...”. Meglio la verdura in busta di quella sfusa, dando poi un’ulteriore disinfettata per togliere ogni dubbio. Carne e pesce? “Non possono essere assolutamente contaminati”, rassicura  Faella.

Una volta tornati a casa dal supermercato, meglio l’ascensore o le scale? “Il maggior rischio è rappresentato dalla maniglia dell’apertura e dai tasti della chiamata", spiega Fabrizio Pregliasco. "Certo le goccioline dell’aerosol possono rimanere nell’aria, ma davvero con una concentrazione limitatissima”.

“Però entrare in due o più tra cui uno che può essere infetto certamente è un rischio", aggiunge Faella. Il buon senso suggerisce poi che la suola delle scarpe potrebbe essere contaminata, quindi sempre meglio lasciarla fuori casa”.

Parliamo anche dal rischio rappresentato dai soldi: "A mio avviso non è il caso di essere particolarmente insistenti nella disinfezione delle monete", sostiene Pregliasco. "Si tratta di un’attenzione nel tempo di lavaggio delle mani. Non dobbiamo diventare tutti ipocondriaci”.

E il cibo a domicilio? “È vero che chi ce l’ha portato ce lo porta così ma è importante dire che il contagio maggiore c’è con il contatto e l’emanazione di goccioline di un soggetto sintomatico. Abbiamo scoperto che gli asintomatici sono contagiosi sì, ma con un'efficacia inferiore”, dice ancora Pregliasco. Ma alla fine torneremo a riabbracciarci? Il prof Faella non ha dubbi: "Sicuramente sì, non ne posiamo fare a meno”. Parliamo anche di animali domestici: "È dimostrato che noi possiamo infettare alcuni di loro”, ma non il contrario, lascia intendere Fabrizio Pregliasco.

Per quanto tempo dovremo andare avanti con tutti questi accorgimenti? "Io ritengo che la disponibilità effettiva di un vaccino per gli italiani non arriverà prima di un anno, un anno e mezzo”, spiega Pregliasco. “Il vaccino è la vera soluzione al problema, il punto sarà aver grande prudenza e grande obbedienza alle indicazioni di medici e amministratori al governo”, conclude Faella.

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