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Coronavirus, controlli negli allevamenti di visoni: in uno imposto vincolo sanitario | VIDEO

I Carabinieri hanno effettuato un monitoraggio degli allevamenti di visoni nel Centro Italia, dopo la notizia dell’abbattimento di questi animali in Danimarca per pericolo contagio da coronavirus. Con Giulia Innocenzi vi abbiamo raccontato la situazione in Italia

Tre allevamenti di visoni del Centro Italia hanno ricevuto la visita dei Carabinieri Nas del Gruppo per la tutela della Salute di Roma, come riporta l'Ansa. Proprio nell’ultima puntata, con Giulia Innocenzi, abbiamo approfondito il tema “visoni e coronavirus”, dopo la notizia che la Danimarca sta abbattendo tutti i suoi 17 milioni di visoni. Sarebbe infatti avvenuto il salto di specie fra visoni e uomo con una nuova variante di coronavirus che potrebbe inficiare l'efficacia del vaccino. Ci siamo così chiesti: l’Italia, con i suoi 8 allevamenti attivi e più di 60.000 visoni, che azioni sta intraprendendo per scongiurare il pericolo di contagio?

Oggi arriva la notizia della visita dei Carabinieri a tre aziende agricole nelle province di Forlì, Ravenna e L'Aquila. Per uno degli allevamenti, a Castel di Sangro, è stato disposto in via cautelativa il “vincolo sanitario” dopo che è stato individuato un visone in apparenti condizioni precarie di salute. Si attende l'esito dei prelievi biologici effettuati sui complessivi 2.400 mustelidi.

“Con i veterinari che ci hanno accompagnato, abbiamo trovato uno dei 2.400 esemplari che camminava in modo rallentato”, spiega a Repubblica il tenente colonnello Walter Fava. “Abbiamo disposto i test per tutti i visoni e abbiamo imposto il vincolo sanitario. Non è una sanzione. Vuol dire che nessun capo può entrare o uscire dall’allevamento”. “Nel complesso gli animali erano ben accuditi", continua. "Non c’erano anomalie nei dati sulla mortalità. Gli operatori rispettavano tutte le misure anti Covid”. Come riporta Repubblica, gli altri due allevamenti visitati ospitavano mille e 10mila capi. Per i risultati ci vorranno quindi 10, 15 giorni. 

Intanto l’allarme visoni è scattato anche in Grecia, a Kozani, dove 2.500 visoni saranno abbattuti dopo che due allevatori sono risultati positivi e alcuni animali sono risultati infetti.

Come vi abbiamo raccontato, in Italia il primo contagio di un visone risale al 10 agosto, in un allevamento di Cremona. Poco più di 1.000 animali su 26.000 sono stati testati a seguito della positività di un addetto. E così si scopre che due visoni risultano positivi. Questa notizia però non viene resa pubblica. È stata la Lav a comunicarla il 27 ottobre, dopo che finalmente gli enti preposti rispondono alle loro numerose istanze. Ed è datata 30 ottobre la lettera che il ministero della Salute manda all'Oie, l'organizzazione internazionale per la sanità animale, in cui comunica i contagi. E cioè ben due mesi e mezzo dopo. Perché tutto questo ritardo in un campo in cui la tempestività è tutto? Giulia Innocenzi lo ha chiesto al ministero della Salute, che ha risposto: In Italia ci sono “9 allevamenti attivi che contano poco meno di 65.000 capi”, quindi non 8 come risulta dai controlli della Lav con le Regioni. “A seguito di una positività al Covid-19 di un operatore (non contagiato in allevamento) in una struttura in provincia di Cremona, sono stati ulteriormente intensificati i controlli sugli animali presenti potenzialmente esposti”. E così è stata rilevata “la positività, bassa carica virale, di tre visoni”, ma “non c'è alcun passaggio da animale a uomo. Tuttavia, per ragione di estrema cautela, l'allevamento è ancora sotto sequestro cautelativo con divieto di spostare gli animali”. Inoltre “la questione è stata sottoposta dal Ministero alla valutazione del Consiglio Superiore di Sanità che dovrà esprimersi su eventuali rischi di diffusione virale”.

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