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Il coronavirus e l'estate tra limiti e divieti: “Si potrà andare al mare”. Ma come?

“Si potrà andare al mare”, ha detto il governo. Ma ci saranno molte restrizioni da rispettare: “In spiaggia è impossibile rispettare il distanziamento sociale”, ci dice Mauro Vanni, presidente della Cooperativa operatori di spiaggia Rimini Sud. Che tipo di estate ci aspetta? Sicuramente sarà diversa da ogni altra

“La vacanza al mare vive di spensieratezza, feste, aggregazioni ed emozioni. Tutto questo non ci sarà”. L’estate è alle porte e tutti noi ci stiamo chiedendo che tipo di estate sarà. L’unica certezza è che non ci sono certezze. Anzi, una c’è: “Si potrà andare al mare”, ha annunciato la sottosegretaria al ministero dei Beni culturali, da cui dipendono anche le spiagge, Lorenza Bonaccorsi. Ma rispettando moltissime limitazioni: si parla già di ombrelloni distanziati, box famigliari, aree giochi per bambini chiuse. E c’è chi pensa anche ad app per regolare l’accesso alle spiagge e perfino a muri di plexiglas per dividere i bagnanti e far rispettare il distanziamento sociale.

Per capire che tipo di estate sarà quella del 2020 noi di Iene.it abbiamo parlato con Mauro Vanni, presidente della Cooperativa operatori di spiaggia Rimini Sud: “La gente vuole una vacanza al mare spensierata dopo un anno di duro lavoro. E’ impensabile che le famiglie vengano se hanno il terrore che i bambini vengano contagiati giocando tra di loro”. E non solo le famiglie, anche i giovani rischiano di dover cambiare le loro abitudini: “I ragazzi non potranno giocare a beach volley, si avrà paura ad aggregarsi in un bar ascoltando musica e bevendo una cosa”, dice Vanni. “Tutti gli elementi di forza della vacanza al mare non potranno esserci, perché la salute delle persone viene prima di tutto”.

Insomma, l’estate che abbiamo davanti sarà diversa da tutte le altre. Si discute molto delle limitazioni per l’accesso alle spiagge, c’è chi ha persino proposto di montare dei muri di plexiglas per mantenere il distanziamento sociale. Su questo Vanni ha le idee chiare: “Siamo alla follia, qui parla gente che non ha idea di quello che dice. Se d’estate, con 40 gradi, chiudiamo le persone in box di plastica muoiono tutti disidratati”. In generale però stare lontani gli uni dagli altri sarà molto difficile. Il distanziamento sociale “non è attuabile in spiaggia: una volta che hai fatto entrare la gente, ci dovrebbe essere un sorvegliante per ogni persona”. E per le spiagge libere tutto questo è ovviamente ancora più complesso: chi dovrebbe controllare? “E’ tutto contrario allo spirito della vacanza al mare: che fine farebbero gli abbracci, i giochi, il conoscere le persone?” si chiede Vanni.

Lo scenario è fosco: “Siamo molto preoccupati”. Vanni però ci tiene a fare un chiarimento: “In questo momento la priorità massima va al settore sanitario, ai malati e a tutti quelli che lottano contro il coroanvirus”. Per le attività turistiche comunque si preannuncia un periodo molto duro: “Le prospettive per il nostro turismo sono molto negative: noi viviamo di aggregazione, spensieratezza e feste. Finché si dovrà rimanere distanziati, pensare alla vacanza balneare sarà molto difficile”. 

Sono tantissime le difficoltà all’orizzonte: “Il turismo straniero sarà praticamente inesistente, ma anche quello italiano diminuirà”, ci spiega Vanni. Ed è vero, le prime stime parlano di oltre 25 milioni di turisti in meno nel 2020. “Le persone potranno spostarsi poco, in tanti hanno già utilizzato le ferie e ne avranno meno d’estate. E il periodo economico sarà duro. Molte aziende che hanno chiuso in primavera resteranno aperte anche d’agosto e le scuole potrebbero riaprire in anticipo. Tutto questo metterà in difficoltà il nostro settore”. 

“Le limitazioni saranno talmente tante che molte attività potrebbero non aprire nemmeno”, prevede Vanni. “Non ci saranno i margini economici per poterlo fare: le imprese stagionali in breve tempo raggruppano tutti i costi e tutti gli incassi. Nel momento in cui apro ho subito i costi, che sono molto alti dopo quasi un anno di chiusura. Però non ho nessuna certezza di avere gli incassi in questo momento: per questo credo che il 50% delle attività, dagli alberghi ai bar ai ristoranti fino alle spiagge, potrebbero non aprire”. E a questa incertezza se ne aggiunge un’altra: “A dicembre sono in scadenza le concessioni, i debiti eventualmente accumulati questa estate non sappiamo nemmeno se potremo ripagarli in futuro. Non abbiamo nemmeno le armi per combattere, la possibilità di non aprire quest’anno è alta”.

Al di là delle difficoltà, comunque, “è importante tutelare la propria salute. Finché non sarà possibile tornare a vivere le vacanze con spensieratezza, non illudiamoci: gli italiani non sono stupidi, nessuno partirà da casa senza la possibilità di godere appieno l’estate senza preoccupazioni. Il governo deve pensarci molto bene: se le persone potranno muoversi, avranno inevitabilmente dei contatti”, dice Vanni. “Se la pandemia non sarà passata, il rischio di una nuova esplosione di casi durante l’estate è molto alto”.

C’è però una cosa che il governo dovrebbe fare secondo Vanni: “Ci vuole un patto sociale tra pubblico e privato, in cui ognuno fa la sua parte. Il turismo in Italia vale il 13% del Pil, in Emilia-Romagna arriviamo al 20. Il nostro settore gioca un ruolo importantissimo nell’economia. L’impatto sarà enorme, le attività che non apriranno saranno il 50% e non so quante potranno farlo più avanti. Se non ci sarà questo patto tra pubblico e privato, rischia di saltare l’economia di tutta l’Italia. La cosa peggiore che possiamo fare adesso è riprendere una vita normale troppo presto e ritrovarci al punto di partenza dopo mesi di sacrifici”. Insomma, lo avete capito: questa estate sarà molto diversa da ogni altra che abbiamo mai vissuto.

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