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Coronavirus, speranza da nuovi farmaci? L'infettivologo: “Si naviga a vista”

Matteo Bassetti, infettivologo del Policlinico San Martino di Genova e già ospite di Iene.it, fa il punto su nuove cure e corsa al vaccino: "Noi medici restiamo uniti, senza polemiche ma i cittadini facciano la propria parte"  

Mentre in Italia il numero dei contagi e dei decessi da Coronavirus continua a salire, abbiamo intervistato il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. È stato lui, poche ore fa, ad annunciare l’apertura di un canale di rifornimento con gli Stati Uniti per un farmaco che potrebbe essere un ottimo alleato della battaglia contro il virus.

"Abbiamo ordinato dagli Usa, perché da noi non è in commercio, un farmaco chiamato Remdesivir. Inizialmente nato per curare l’Ebola, ha dimostrato di avere una buona reattività sia per il coronavirus Sars che per il Mers-Cov. Ora nel nostro ospedale lo stiamo usando per i pazienti in terapia intensiva e per quelli che manifestano una polmonite interstiziale importante. Le cose sembrano andare benino, l'impressione è che funzioni. È ovvio che però al momento si naviga a vista, stiamo affrontando un virus che ha tre mesi di vita, del quale sappiamo veramente poco. Nel frattempo però noi qui oggi abbiamo mandato a casa otto pazienti. In questo momento stiamo curando tutti, senza distinzione, in terapia intensiva abbiamo una donna di 90anni... Se ho posto libero, chi è critico si cura comunque”.

"Per quanto riguarda un possibile vaccino” continua il professor Bassetti, ”all’inizio si parlava di almeno 9-12 mesi per scoprirlo così da poter iniziare la produzione. Ora arrivano notizie da Israele, dove si sarebbe vicini alla sperimentazione di un vaccino sull'uomo. La Cina sta anche usando un farmaco biologico, il Tocilizumab, che potrebbe essere utile". E sempre dalla Cina arrivano le prime notizie confortanti: nella regione di Hubei, il primo focolaio del coronavirus, nella giornata di ieri non sarebbe stato registrato alcun nuovo caso.

Spiega Bassetti: "Per quanto riguarda il calo dei nuovi casi in Cina, penso sia il frutto delle misure draconiane adottate. Mi auguro che l'innalzamento delle misure anche da noi e la presa di coscienza di tutti, possano dare i frutti sperati: però dobbiamo remare tutti nella stessa direzione! Tutti poi mi chiedono del picco dei contagi in Italia. Pur non avendo la sfera di cristallo si può dire che qualche beneficio, date anche le misure del governo, potremmo iniziare a vederlo nelle prossime due o tre settimane. Ma poi occorrerà ancora fare tanto, dobbiamo mantenere alto il livello di attenzione: penso che queste misure faranno parte della nostra vita anche per il futuro...”.

Che succederà dunque con l'arrivo dell'estate e delle alte temperature? "Difficile prevederlo anche se una cosa possiamo dirla. Se guardiamo al passato, la Sars con l’estate è sparita. Magari se riusciamo a mettere in piedi delle misure contenitive che funzionano può darsi che ci siano buoni risultati anche nel lungo periodo. Il coronavirus potrebbe anche tornare dopo l'estate ma ci auguriamo che nel frattempo ci sia un vaccino e che magari chi è venuto in contatto col virus ne abbia sviluppato gli anticorpi, ne sia sensibilizzato. Che fare insomma? Sostenere le misure in campo, senza mollare di un centimetro e fare ognuno la propria parte: noi medici dobbiamo restare uniti, lontani dalle polemiche e la gente però deve fare il proprio sforzo”.

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