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Il coronavirus e la Iena positiva dopo 45 giorni: ecco la sua storia | VIDEO

ll 6 aprile vi abbiamo raccontato su Iene.it la storia di Alessandro Politi perché dopo 30 giorni la Iena era ancora pienamente positivo al tampone. La questione ha sollevato diverse discussioni, anche nel mondo scientifico: ora lui ci racconta il suo viaggio in prima persona

Nelle scorse settimane su Iene.it vi abbiamo raccontato la storia di Alessandro Politi, la Iena risultata positiva al coronavirus. Avevamo deciso di farlo perché a distanza di 30 giorni il suo tampone era ancora pienamente positivo, e questo ci aveva sollevato più di un dubbio sulla durata della quarantena.

Adesso la Iena ripercorre in prima persona il suo lungo viaggio, per fortuna senza gravi conseguenze, della malattia. Inizia tutto il 7 marzo, quando si sveglia con febbre e mal di testa. Dopo qualche insistenza riesce a farsi fare il tampone, il cui esito purtroppo è positivo. I sintomi per fortuna spariscono in fretta e la quarantena continua. Alla compagna di Alessandro però non è possibile fare il tampone.

Dopo 18 giorni è finalmente il momento del secondo tampone per sapere se è guarito o meno. Purtroppo, nonostante i sintomi siano spariti da tempo, il risultato è ancora positivo. “Il tempo di negativizzazione è più lungo di quello stimato”, dicono i medici ad Alessandro. E dopo 20 giorni la quarantena deve continuare, mentre troppa gente rischia di restare in giro mettendo in pericolo la propria sicurezza e quella degli altri.

Il 3 aprile, a 28 giorni dal primo tampone, è il momento di fare il terzo test: il risultato però non cambia, ancora positivo. “Diciamo che i tempi sono più lunghi di quelli della mitica quarantena. Non è l’unico caso”, dice la voce poco consolante del medico al telefono. E così decidiamo di pubblicare il video che molti di voi hanno visto nelle scorse settimane, per porre una domanda: perché una persona con gli stessi sintomi di Alessandro, ma che non ha potuto fare il tampone, è libera di uscire dopo 15 giorni? Forse anche questo contribuisce al contagio?

E le parole di Alessandro sono diventate virali sul web e i media. Anche per questo in tanti hanno deciso di raccontare la loro vicenda, molto simile a quella della Iena: potete vedere le loro testimonianze nel video qui sopra. Anche il mondo scientifico intanto si è interrogato su questo tema, tanto che la regione Lombardia avrebbe deciso di allungare la quarantena per i positivi fino a 28 giorni.

Al quarantesimo giorno di positività la Iena torna a fare un nuovo tampone: ormai, purtroppo, è di casa con i dottori. “Non sei l’unico ancora positivo dopo 40 giorni, adesso i test li facciamo dopo 28 giorni perché abbiamo visto che 14 erano troppo pochi”, spiega una di loro. E dopo 45 giorni, purtroppo il tampone è ancora positivo. Noi ripetiamo la stessa domanda: in quanti, che non hanno ricevuto il tampone, potrebbero essere ancora positivi e andare in giro infettando inconsapevolmente gli altri? “Bella domanda. Se non si cambiano le direttive, c’è poco da fare…”. 

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