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Coronavirus, 200 italiani bloccati dopo la chiusura di Disney World: "Dal 18 senza un tetto" | VIDEO

Dopo la chiusura del parco Disney World a Orlando (Stati Uniti) in cui lavoravano, quasi 200 ragazzi italiani stanno cercando di tornare in Italia entro il 18 aprile: “Disney ha detto che per quella data dobbiamo lasciare gli appartamenti”

+++ AGGIORNAMENTO: Dalla Farnesina hanno fatto sapere che “per coloro che non sono rientrati nei giorni precedenti, la Farnesina ha organizzato per il 19 aprile, in accordo con Neos, un volo da Orlando a Fiumicino e Malpensa per rimpatriare gli oltre 100 ragazzi italiani del progetto Disney bloccati in Florida” +++

 

“Ci stiamo facendo prendere dal panico”. Sono quasi 200 i ragazzi italiani rimasti bloccati a Orlando, in Florida, dopo che il parco Disney World dove lavorano è stato chiuso a causa dell’emergenza coronavirus. Ci hanno scritto in tantissimi e nel video che potete vedere qui sopra i ragazzi raccontano la loro testimonianza.

“Il 6 aprile ci è arrivata un'email da Disney in cui ci dicevano che tutti i programmi sarebbero stati sospesi. La società con cui lavoriamo si chiama Patina Restaurant Group, di proprietà della Delaware North, che opera dentro Disney World”. Si tratta di un programma culturale, attraverso il quale i ragazzi stranieri lavorano per un periodo limitato nei centri Disney in America. La maggior parte di loro, ci raccontano, fa il cameriere nei ristoranti del parco. I 200 ragazzi di Orlando lavorano, o meglio lavoravano, a Epcot, uno dei quattro parchi divertimento che compongono Disney World. “Quando è scoppiata l’emergenza ci avevano garantito che saremmo potuti rimanere nei residence del parco”, racconta Federico Arca, 24 anni. “Gli alloggi vengono scalati dalla paga che ti danno e si trovano ai limiti del parco”, situati a mezz’ora da Orlando. 

Pochi giorni dopo la notizia della chiusura, però arriva un altro duro colpo per i ragazzi. “Sabato 11 ci arriva una nuova email da Disney in cui ci dicono che avremmo dovuto lasciare i residence entro il 18 aprile”, spiega Matteo, un altro ragazzo che lavorava lì. “Dovrete lasciare l’appartamento entro le 11 di mattina di venerdì 17 aprile”, è scritto nel messaggio.

Tra i giovani, che hanno tutti età compresa tra i 18 e i 30 anni, scoppia il panico. “C’è stata una vera e propria caccia ai voli”, dice Andrea. I ragazzi infatti, con la paura di rimanere senza alloggio, cercano in ogni modo di tornare in Italia da Orlando. “Alcuni sono riusciti a prendere i primi voli disponibili a prezzi ancora accessibili, ma poi il costo dei biglietti è cominciato a salire, raggiungendo cifre per noi infattibili come 2mila o anche 4mila euro”. 

“Per tornare a casa l’unica compagnia che ancora opera è Alitalia”, spiega Alessio. Il primo volo disponibile sarebbe per il 22 aprile e avrebbe per altro un solo posto libero, raccontano i ragazzi, mentre loro sono quasi 200. “La nostra manager inizialmente ci aveva detto che la Farnesina stava lavorando per farci rientrare”, dice Federico Arca. “Ma ad oggi non abbiamo ancora avuto una risposta concreta”. Ad alcuni ragazzi sarebbe addirittura stato detto dal manager di riferimento di spostare il biglietto che erano riusciti ad acquistare in modo da tornare tutti insieme col volo che sarebbe stato organizzato dalla Farnesina. Angelica sarebbe una di queste: “Dopo aver sentito la manager ho deciso di farmi cambiare il biglietto, che avevo per il 26 aprile, con un voucher, e ora mi ritrovo senza il volo del 26, senza il volo della Farnesina e dal 18 senza una casa”. 

“L’azienda ci ha dato circa 600 dollari per far fronte alla situazione”, spiega Olivia, 19 anni. “Ci sono ragazzi che sono stati fortunati e hanno trovato voli a prezzi accessibili. Ma sono pochi”. E in più, via via che le comunicazioni vanno avanti, tra i ragazzi si scatena la caccia ai voli. “Due giorni fa il general manager ci ha detto che non aveva notizie dalla Farnesina e quindi ci consigliava di prendere un volo. Tutti sono impazziti a comprare biglietti e i prezzi sono di nuovo schizzati”.

Intanto i ragazzi sentono tutta la pressione della scadenza del 18 aprile: “Abbiamo chiesto alla reception dei residence e ci hanno detto che se vogliamo un prolungamento forse possiamo richiederlo attraverso un sito mandato gli screen dei prezzi di Alitalia”. Ma la situazione non è facile: “Siamo senza lavoro e quindi senza visto e senza assistenza sanitaria”, spiega Andrea. Disney World, tramite un portavoce, ha dichiarato di “essere al lavoro con ognuno, per aiutarli a fare un piano adeguato”. “Il nostro appello è alle istituzioni”, dice Federico. “Chiediamo un volo accessibile che ci permetta di tornare a casa, in Italia”. 

“Noi siamo in contatto con i ragazzi da settimane”, ci hanno spiegato dalla Farnesina, che spiega che già a fine marzo aveva consigliato ai ragazzi di rientrare. "A noi hanno detto che non volevano fare scalo a New York per l’alto numero di contagi. Ma tutti gli italiani che stanno rientrando da quelle zone fanno scalo a New York”. “I voli commerciali ci sono ancora”,  aggiungono dalla Farnesina. “È ovvio però che più passa il tempo più i prezzi aumentano, anche perché ora i voli Alitalia devono attenersi alle regole di distanziamento, quindi tra i vari passeggeri devono esserci almeno due metri e i voli sono più vuoti. Ma la Farnesina non ha in questo senso competenze dirette su Alitalia”.

Per chi non dovesse avere possibilità economica di prendere quei voli c’è però un’altra possibilità, ci spiegano: “Quando un connazionale si trova all’estero può richiedere al consolato di riferimento l’erogazione di un prestito con promessa di restituzione. Quando la persona torna in Italia restituisce quella somma allo Stato”. In ogni caso, rassicura la Farnesina, “stiamo lavorando alla pianificazione di un volo speciale con compagnie private, probabilmente con la Neos, che sta confermando il volo”.

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