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15 italiani col coronavirus della Ryanair bloccati in Irlanda: “Aiutateci!” | VIDEO

L’appello a Iene.it di Carlo. Fa parte, racconta a Ismaele La Vardera, di un gruppo di aspiranti steward e hostess di Ryanair. Portati per la formazione da Bergamo a Bari e a Dublino. Qui hanno scoperto di essere stati contagiati in 15: “Dicono che siamo guariti e ci buttano in mezzo alla strada, ma l’Italia non ci rimpatria perché non si fida”

Ci sono 15 italiani a Dublino che, dopo aver scoperto di avere il coronavirus, rischierebbero letteralmente di essere buttati in mezzo a una strada. Chiedono aiuto a Le Iene, come potete vedere qui sopra nel video con Ismaele La Vardera. E naturalmente cercheremo di darglielo.

Ecco la loro storia. Il gruppo stava frequentando un corso di formazione per hostess e steward per Ryanair a Bergamo. Sono i giorni drammatici in cui esplode il focolaio dell’epidemia proprio lì vicino.

Gli aspiranti assistenti di volo vengono trasferiti a Bari: “Nonostante arrivassimo da Bergamo, nessuno ci ha fatto un controllo”, ci racconta Carlo (nome di fantasia), uno di questi ragazzi. “Proprio a Bari, dove giravamo tutti per la città tranquillamente, ho iniziato ad avere la febbre”.

Le misure di contenimento coinvolgono intanto tutta l’Italia, il gruppo viene fatto partire allora per la capitale irlandese Dublino, dove sarebbero comunque dovuti andare, per continuare la formazione: “Al nostro arrivo due ragazze del gruppo si sono sentite male: hanno preso il coronavirus. Abbiamo fatto tutti il tampone e abbiamo scoperto di essere positivi in 15 su 17, tutti gli italiani del gruppo”.

Vengono sistemati in una struttura messa a disposizione dal governo. “Io sono stato trovato positivo cinque giorni fa", continua Mauro. "Ieri mattina mi hanno chiamato dicendomi che per loro basta che io abbia iniziato ad avere la febbre due settimane fa, appena arrivato a Bari: dopo 14 giorni, sarei libero di uscire”.

Insomma, uno a uno rischierebbero di dover lasciare la struttura senza un test che attesti che non hanno più il coronavirus: “Il governo italiano non ci rimpatria perché non ha la certezza che stiamo davvero bene. Il governo che ci ospita dice che, se l’Italia vuole farci un test, deve farlo a spese sue e nel suo territorio”.

Intanto, se dovranno lasciare all’improvviso la casa che li ospita, non sanno dove andare: “Qui non possiamo lavorare né c’è chi ci vuole ospitare, in quanto italiani. Ho sentito che diversi nostri connazionali sono stati già buttati fuori di casa”.

Iene.it continuerà a seguire l’evolversi della vicenda. Abbiamo contattato la Farnesina per aiutare questi ragazzi, che ci ha fatto sapere che “l’Ambasciata d’Italia a Dublino, in stretto raccordo con l’Unità di Crisi della Farnesina, è costantemente in contatto con il gruppo di connazionali, che sta rispettando la quarantena imposta dalle autorità sanitarie irlandesi, per prestare loro ogni possibile assistenza”.

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