Coronavirus: “Papà è morto solo nella casa di riposo dopo 21 giorni di chiamate vietate”
Francesca, infermiera, ci ha contattato per raccontare il dramma degli anziani in alcune case di riposo. “Noi pagavamo tremila euro al mese per assistere mio padre, malato di Alzheimer. Di assistenza ne ho vista poca: non ho potuto vederlo e sentirlo per tre settimane nemmeno al cellulare, poi venerdì scorso mi hanno comunicato la morte: sospetto Covid-19”
In Italia stanno scomparendo centinaia di anziani per coronavirus nelle case di riposo che sono diventate a volte veri focolai dell’epidemia. In alcuni casi muoiono soli come Pietro, il padre di Francesca che ci ha contattato da Trieste (entrambi i nomi sono d fantasia).
Pietro, 77 anni, soffriva di Alzheimer. “Pagavamo tremila euro al mese per la sua assistenza in casa di riposo: di assistenza ne abbiamo visto poca, soprattutto all’ultimo”, dice al telefono a Iene.it. “E guardi che capisco benissimo i problemi durante la pandemia, sono un’infermiera ospedaliera”.
“Non capisco però perché a mio padre hanno proibito chiamate e video chiamate nelle ultime tre settimane”, prosegue. “Dicono che è un’esigenza sanitaria: per effettuarle deve avvicinarsi un infermiere e in quella casa di riposo ci sono stati alcuni casi e morti. Non l’ho potuto vedere nemmeno dopo, hanno chiuso la bara subito. Venerdì scorso mi hanno comunicato la sua morte per sospetto Covid-19 dopo un’improvvisa crisi febbrile serale. Fino a quel momento non era stato positivo né aveva manifestato sintomi”.
Francesca lancia il suo appello per tutte le famiglie e per tutti gli anziani: “Lasciateli almeno chiamare, aiutateli a farlo anche in video chiamata: è uno strazio per i parenti e soprattutto per i malati che lasciano questo mondo in solitudine senza poter vedere e sentire più una voce cara”.