Coronavirus, “mio figlio tredicenne deve rientrare in Nuova Zelanda ma nessuno sa dirci come”
Una famiglia italiana che vive in Nuova Zelanda ha un figlio tredicenne a Torino. Dovrebbe partire da Milano ma nessuno riesce a dargli una risposta chiara su come poter tornare: “Noi vogliamo fare tutto seguendo le norme, ma come facciamo a stare tranquilli con un ragazzino solo dall’altra parte del mondo?”
“Nostro figlio tredicenne è in Italia e noi non sappiamo come farlo tornare indietro in Nuova Zelanda”. Il nuovo decreto del governo sul coronavirus, che estende la zona rossa a tutta la Lombardia e altre 14 province italiane sta già causando vari problemi e confusione, e questa storia è il simboli di molti di essi. A raccontarcela è una coppia italiani che da anni vive in Nuova Zelanda: loro figlio, minorenne, da qualche mese è a Torino dalla nonna per motivi di studio.
Lontano da casa e dai genitori, adesso vorrebbe rientrare a casa in Nuova Zelanda ma c’è (più di) un problema: non può raggiungere Malpensa da dove dovrebbe partire. “Non abbiamo problemi a farlo entrare in Nuova Zelanda, non abbiamo problemi con gli scali e la compagnia. Viaggerebbe come minore non accompagnato, con tutte le regole e limitazioni che questo impone. L’unica cosa che non sappiamo è se e come può raggiungere l’aeroporto a Milano”, ci raccontano. Già, perché sebbene sia tecnicamente possibile partire dall’aeroporto di Torino questo implicherebbe un viaggio molto più lungo con vari scali e cambi di compagnia. E per un ragazzino, non accompagnato, si rivelerebbe molto problematico. Oltre, ovviamente, alla necessità di far scalo in Paesi che non abbiano problemi coi visti di Wellington: rischierebbe infatti di trovarsi bloccato a metà del viaggio, partendo da Torino.
Alle difficoltà tecniche del viaggio si aggiunge poi la poca chiarezza del nuovo decreto: “Si legge che la Lombardia è bloccata, tutto è chiuso, ma la normativa non parla degli aeroporti. Abbiamo telefonato allo scalo e ci hanno detto che lì si vola regolarmente”. Insomma non si può andare da Torino a Milano, ma va bene volare da Milano a Wellington. “Abbiamo chiamato anche la protezione civile della Lombardia, sono stati gentilissimi. L’operatore ci ha detto che secondo lui il ragazzino poteva entrare per raggiungere Malpensa, però non ci ha dato garanzie. Ci ha detto che nemmeno loro ne sanno molto. Nemmeno le autorità e le forze dell’ordine sembrano informate. Ci hanno suggerito di provare a farlo partire verso Milano e che magari non lo fermano. Ma noi vogliamo fare le cose bene, seguendo le regole. Non si può fare così”.
Confusione quindi, a cui si aggiunge un ulteriore problema: “Ci hanno anche detto che probabilmente se la nonna lo accompagna a Milano, poi rischierebbe di non poter più uscire”. E voi immaginatevi una persona anziana, che arriva in Lombardia per portare suo nipote all’aeroporto, che poi viene costretta a rimanere in una zona così pesantemente affetta dal coronavirus. “Il decreto però dice che le persone possono uscire dalla zona rossa per rientrare al loro domicilio. Quindi la protezione civile ci dice una cosa contraria a quella del testo del governo”. Un casino insomma, che sembra veramente difficile riuscire a districare.
“Noi vogliamo risposte, non sappiamo cosa fare e siamo dall’altra parte del mondo”, ci dicono questi genitori preoccupati per loro figlio. “Non crediamo certo di essere gli unici in questa situazione, cosa dobbiamo fare?”. A questo punto i nostri connazionali cercano di telefonare a qualche altra istituzione, e ricevono una risposta (solo al secondo tentativo) dalla Questura: "Non sappiamo ancora dare una risposta, c'è in corso una riunione in Prefettura. Non sono ancora state date linee guida su quello che sta succedendo. Per adesso per motivi di studio o parentela può tornare, ma non so quando cambieranno le cose. Per adesso non sappiamo nulla".
Noi de Le Iene lanciamo quindi un appello a tutti, a partire dalle istituzioni: è possibile fare chiarezza su questi temi? Ci sono famiglie divise e spaventate che meritano di avere velocemente una risposta.