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Coronavirus, “nuovi casi come a inizio maggio”: vero, ma la situazione è molto migliore | I DATI

Era dal 4 maggio, il giorno in cui è finito il lockdown, che non si registrava in Italia un numero di casi così alto. Ma le similitudini finiscono qui. Il numero di persone ricoverate è molto più basso, l’età media degli ammalati anche e non c’è una vera emergenza negli ospedali. C’è però anche un dato negativo: all’epoca i casi erano in costante diminuzione, oggi in costante aumento

I contagi del coronavirus in Italia, ormai lo sappiamo tutti, sono tornati a salire: ieri 23 maggio sono stati 1.210 i nuovi casi registrati, un numero che non si vedeva dal 4 maggio. E sono in molti ad aver lanciato l’allarme: “Siamo tornati indietro di mesi”. Le similitudini con il 4 maggio, che resterà per sempre nell’immaginario collettivo come il momento in cui è finito il lockdown, per fortuna però si fermano al numero di nuovi casi. Sono tanti i dati che mostrano come la situazione in Italia oggi sia molto migliore di allora, e uno che invece desta preoccupazione.

Primo e più importante, la pressione sulle strutture ospedaliere non è neanche lontanamente paragonabile al 4 maggio. Quel giorno il bollettino ufficiale registrava 1.479 pazienti ricoverati in terapia intensiva: oggi sono ‘solo’ 69. E anche il numero totale di persone che si trovano in ospedale è lontanissimo: il 4 maggio erano 16.829, oggi sono 971. La pressione sulle strutture sanitarie, insomma, non è minimamente vicina a essere quella di quasi quattro mesi fa.

Anche il numero delle persone positive è confortante: sebbene nelle ultime settimane si sia registrato un aumento costante, attualmente sono 18.438 gli individui testati positivi al coronavirus. Il 4 maggio era 99.980, il primo giorno da molto tempo sotto la soglia psicologica dei centomila. 

L’età media degli ammalati, inoltre, è nettamente più bassa: oggi è intorno ai 30 anni e oltre il 50% dei nuovi positivi risultano asintomatici. A maggio era sopra ai 60 anni. E questo avviene, probabilmente, perché la capacità di tracciare i casi in Italia è molto migliorata e adesso vengono effettuati i tamponi su persone potenzialmente esposte al virus ma in buone condizioni di salute, mentre nella prima fase dell’emergenza sanitaria spesso venivano testate solo per persone che presentavano quadri clinici allarmanti.

Insomma, ci sono molte ragioni per le quali si può affermare con certezza che l’Italia sia oggi in una situazione molto migliore rispetto al 4 maggio. Un dato però deve far riflettere: alla fine del lockdown, la curva epidemica era in netta fasce discendente: ogni giorno i nuovi casi, i ricoverati in ospedale e quelli in terapia intensiva scendevano. Oggi sta avvenendo esattamente il contrario, con una continua seppur contenuta crescita. Il che significa che la pandemia è tornata a correre, e se non facciamo attenzione il rischio di tornare davvero indietro di mesi è più che concreto.

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