Coronavirus, qui ospedale di Padova: medici sfiniti, pazienti guariti e nuovi ammalati | VIDEO
Terza puntata del reportage di Alessandro Politi e Marco Fubini dalla prima linea della lotta al Covid all’interno dell’ospedale di Padova che ci ha accolti. Questa settimana torniamo a trovare i medici che fanno turni massacranti e i pazienti che negli ultimi giorni sono stati tra i reparti di terapia intensiva e subintensiva. Dalla farmacista Angela a un videomessaggio speciale per Silvano
Da tre settimane ci troviamo nell’azienda ospedaliera di Padova che ci ha aperto le porte per poter documentare dall’interno, giorno per giorno, come e con cosa stiamo combattendo questa seconda ondata di coronavirus. In questo ospedale con Alessandro Politi e Marco Fubini possiamo vedere concretamente quello che la scienza ha messo in campo in questi mesi e soprattutto possiamo mostrare a chi sta fuori come la situazione sia davvero critica e molti medici stremati.
Tutti fanno turni massacranti e non riescono a intravedere la fine di questa emergenza. E non è solo un problema di orari. “La situazione è al limite di un equilibrio precario: i posti letto sono quasi tutti occupati, anche nella provincia di Padova la situazione è molto impegnativa”, dice Andrea Vianello, primario del reparto di Fisiopatologia respiratoria. “Non sappiamo se ce la faremo a vivere altri sei, sette mesi così. Le persone fuori dovrebbero capire questo: non è più come prima. Chi lavora in ospedale adesso non ce la fa più”.
Turni massacranti fisicamente e mentalmente, personale che lavora oltre 12 ore al giorno, posti letto in via di esaurimento. Malati che passano dai reparti di malattia infettiva a terapie sub-intensive o alle intensive. Dietro i camici ci sono persone in carne e ossa che rischiano di non farcela più.
Nella terza puntata del reportage di Alessandro Politi e Marco Fubini ritroviamo anche Agron, 45 anni, e nessuna patologia pregressa. Lo avevamo incontrato nel reparto di terapie intensive e dopo due giorni era peggiorato. Chiedeva come stesse la mamma perché anche lei era ricoverata. Finalmente gli abbiamo comunicato che sta meglio, non è fuori pericolo ma riesce a respirare da sola.
“In questa ondata abbiamo tutti pazienti che sono direi tra i 45 e i 55 anni”, dice il professor Vianello. Incontriamo tante persone di questa età, come Pietro: “Mi sono ritrovato qui ancora prima dell’esito del tampone. Pensavo fosse un’influenza normale ma a un certo punto non sono più riuscito a respirare”. Alessandro Politi incontra anche Moreno che aveva conosciuto la prima settimana (qui il primo video). Ora è tornato a casa, chiede una mano per fargli la spesa perché è in convalescenza con la moglie. E dopo il Covid deve pensare anche al lavoro che non c’è.
In ospedale troviamo Silvano, che avevamo conosciuto settimana scorsa (qui il secondo video). Era terrorizzato dalla malattia. “È un incubo, è difficile dire come si sta, ho paura”, ci aveva detto. Ora è tornata la polmonite, sta facendo l’ossigenoterapia ed è strettamente monitorato. “Tieni duro, sei una roccia e ti aspettiamo presto!”: la famiglia gli manda un videomessaggio tramite il nostro Alessandro Politi.
Il timore sempre più concreto è che la domanda di posti letto superi la possibilità di offerta. Nella prima ondata non tutti nel nostro paese sono riusciti ad avere le cure di cui avevano bisogno. Gli infarti mortali sono triplicati durante l’emergenza coronavirus e gli interventi sono rallentati del 40%.
Ma non ci sono solo cattive notizie: la farmacista Angela, ricoverata nel reparto di malattie infettive, era peggiorata finendo in terapia intensiva. Dopo qualche giorno è stata estubata e sta meglio. “Stavo male e non ho capito neanche dove l’avevo preso, perché faccio una vita molto ritirata”, ci racconta. “Quando mi hanno intubata temevo fosse l’inizio della fine, quando ti intubano non riesci più a parlare perché sei bloccato…”.
Ritroviamo Giuliana che sta meglio e ha ricevuto la visita dei nipoti. Hanno scritto su un foglio “ti vogliamo bene” e lo mostrano dalla finestra. Daniela, che è riuscita ad alzarsi dal letto, dopo pochi giorni ci richiama direttamente da casa!