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Separati dal coronavirus: “Aiutate mio figlio a rivedere il papà” | VIDEO

famiglia separata coronavirus

Stefania, una giovane mamma romana, ci manda un video appello: “Il mio compagno vive a lavora a Nocera Inferiore e, siccome non siamo sposati e siamo in due case diverse, da quando c’è il coronavirus non lo fanno tornare da suo figlio di tre anni"

“Mi manchi papà!”. È commovente sentire la voce di un bimbo di quasi tre anni che da oltre un mese non può riabbracciare il suo papà. È l’ennesima storia di una famiglia separata dal coronavirus, ora che gli spostamenti da un comune all’altro sono regolati in maniera rigida. È la storia della famiglia di Stefania, una giovane madre romana che ci ha rivolto il video appello che potete vedere qui sopra.

“Io e il mio compagno abbiamo un bellissimo bambino, che sabato prossimo compirà 3 anni. Un compleanno che però farà senza il suo papà, che non vede da oltre un mese”. Il compagno di Stefania lavora a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, dove la famiglia abitava fino a pochissimo tempo fa, poco prima dello scoppio dell’emergenza coronavirus. La madre, che da poco ha trovato un lavoro a Roma presso un centro commerciale, ha dovuto cambiare residenza per poter iscrivere il bambino alla scuola materna.

E così, quando è arrivato il coronavirus, la famiglia di Stefania si è trovata di fatto spezzata, divisa tra due regioni e due case. “Non essendo sposati e avendo due residenze diverse, non autorizzano al mio compagno lo spostamento da Salerno a Roma, non lo considerano un motivo di urgenza. Siamo rimasti bloccati, ognuno nella propria città, con un bambino a cui dobbiamo raccontare di come non possiamo uscire e stare insieme come famiglia”.

Una situazione difficile da spiegare a quel bimbo. “Il cuore ci si stringe ogni volta che ci chiede perché mamma non sta insieme a papà e perché papà non viene a trovarlo”, racconta Stefania. I decreti del governo infatti prevedono che gli spostamenti siano autorizzati solo in presenza di condizioni di estrema necessità, per motivi di lavoro, di salute o per rientrare presso la propria residenza.

E così sono tantissime le famiglie come quella di Stefania, bloccate in case diverse e costrette a stare insieme solo in modo virtuale, attraverso le videochiamate. “Vi prego, se potete, aiutatemi a far rivedere mio figlio al padre”, è l’appello di questa mamma.

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