Coronavirus, Giovanna: "Così ho scoperto che il mio test era un falso positivo"
Giovanna torna in Italia da Londra e all’aeroporto fa un tampone molecolare: positiva. Ha dei dubbi e fa un test rapido e uno sierologico che danno esito negativo. La negatività viene confermata alla fine da un nuovo test molecolare: “Mi chiedo se e quanti tamponi risultati positivi possano essere in realtà un errore”. Ripassiamo allora come funzionano tutti i test sul Covid che abbiamo a disposizione
Quanto sono affidabili i test sul Covid-19? E che rischi ci sono di risultati “falsi positivi”? Se lo chiede Giovanna (il nome è di fantasia per tutelare la sua privacy), che ci ha raccontato quello che le è successo.
“Sono atterrata domenica sera all'aeroporto, di ritorno da Londra”, ci dice. “Appena arrivata mi hanno fatto un test molecolare: l’esito è arrivato dopo quattro giorni. Nel frattempo però, per tutela mia e degli altri, mi ero rivolta a una struttura privata per un test rapido che il giorno dopo ha dato esito negativo”.
La storia non finisce qui e quello che succede a Giovanna nei giorni seguenti sembra aumentare la confusione: “Dopo quattro giorni di attesa mi arriva il risultato del primo test, quello che avevo fatto in aeroporto: positiva”.
La donna vuole vederci chiaro e si sottopone a un nuovo test: “Sempre più dubbiosa, decido di fare un sierologico e anche questo dà esito negativo. Allora ricontatto la struttura ospedaliera che si occupava di analizzare i tamponi in aeroporto spiegando quello che mi era accaduto: mi offrono la possibilità di un ulteriore tampone molecolare. Quando faccio questo quarto esame, anch’esso negativo, di fatto viene certificato che il primo test molecolare aveva dato un falso positivo. Mi chiedo a questo punto se e quanti tamponi risultati positivi possano essere in realtà un errore”.
Ricordiamo che sono diversi gli esami di valutazione del Covid-19, non tutti affidabili ed efficaci allo stesso modo. Il più affidabile al momento è proprio il test molecolare, eseguito con un tampone su un campione delle vie respiratorie. Il primo tampone fatto da Giovanna, il “falso positivo”, era proprio uno molecolare, come il secondo che ha confermato invece la sua negatività. Anche in questo caso insomma c’è un rischio di errore mentre per i “falsi negativi” il rischio è considerato molto più basso.
C’è poi il “tampone rapido”, il test rapido antigenico, che si limita a ricercare le proteine superficiali del virus e non il genoma virale come nel caso del molecolare. In questo caso i rischi di errore aumentano. Infine i test sierologici, distinti in qualitativo e quantitativo, a partire da un piccolo campione di sangue verificano se la persona sia entrata in contatto con il virus e se dunque il suo sistema immunitario ha prodotto gli anticorpi di risposta. Un esame quest’ultimo che non può sostituire il tampone molecolare, che è sicuramente efficace nello stimare la diffusione dell’infezione da Covid-19 in generale all’interno di una comunità ma dà meno certezze sul caso singolo.
Anche se nel caso di Giovanna sono stati proprio tampone rapido e test sierologico a “smentire”, a ragione, il risultato del primo esame molecolare.
Attualmente, a partire dal 12 ottobre 2020, le regole per gestire la fine dell'isolamento e il ritorno in comunità sono le seguenti:
- Positivi asintomatici: possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).
- Positivi sintomatici: possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando alterazioni di gusto e olfatto che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).
- Positivi a lungo termine: sono le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2. In caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per alterazioni di gusto e olfatto che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.
Se anche voi avete avuto esperienze di tamponi con esito poi risultato “falso”, raccontateci la vostra storia scrivendo all’indirizzo redazioneiene@mediaset.it.