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Il coronavirus e le difficoltà di fare un tampone: perché alcuni sì e altri no?

Ce lo state chiedendo in tantissimi. Il test per il coronavirus non è più disponibile per chi non ha sintomi ma diversi personaggi pubblici, da Zingaretti a Vespa, lo hanno fatto anche se asintomatici: perché? Un’infermiera ci ha scritto: “Perché per noi operatori sanitari in prima linea non ci sono abbastanza tamponi e per i vip si?”

Siamo tutti uguali davanti al coronavirus, a partire dal tampone che stabilisce se si è stati contagiati o no? Ce lo state chiedendo tantissimi con messaggi ed email. Da oltre due settimane questo esame può essere fatto solo se si hanno sintomi: già, ma allora perché diversi personaggi pubblici, da Zingaretti a Vespa, hanno fatto il tampone da asintomatici?

Andiamo con ordine. All’inizio dell’epidemia i tamponi venivano fatti, anche se non si presentavano sintomi, a chiunque avesse avuto contatti con un caso sospetto. Le linee guida sono cambiate con la circolare ministeriale 0005889 del 25 febbraio 2020: niente esame per chi ha avuto contatti con persone positive al coronavirus ma non presenta sintomi. In questo caso si deve fare l’autoquarantena a casa, ma non si ha diritto al test.

Aggiungiamo un elemento che ci è stato riferito da chi opera sul campo: in questo momento almeno in alcuni casi in Lombardia non solo non potrebbero farlo i pazienti asintomatici, ma anche quelli “poco sintomatici”. In pratica lo si farebbe ai “sintomatici gravi” e, quando è possibile, ai “sintomatici medi”, ma in questo caso non sarebbe garantito a tutti.

Le conseguenze in generale non sono da poco, per usare un eufemismo, come ci raccontate. Ma se è per risparmiare indispensabili risorse mediche ovviamente non c’è alternativa. Vi segnaliamo una storia per tutte di cui siamo venuti a conoscenza. Una persona entrata in contatto con uno positivo al coronavirus aveva bisogno di andare a trovare il genitore morente: doveva essere sicuro di non avere contratto il virus per non trasmetterlo a parenti e a chiunque incontrasse. Purtroppo quella persona non è riuscita a ottenere il tampone che le avrebbe permesso di dare l'ultimo saluto al padre, che nel frattempo è morto. Se avesse potuto fare il tampone, che è stato negato, e fosse risultata negativa, quella persona, di cui rispettiamo l’anonimato richiesto, tutto questo sarebbe stato evitato.

Negli ultimi giorni però abbiamo assistito ad alcuni casi di personaggi pubblici che hanno potuto fare il tampone anche se non presentavano sintomi. Parliamo, solo per fare alcuni esempi, del segretario Pd Nicola Zingaretti, del governatore del Piemonte Alberto Cirio, del calciatore della Juventus Daniele Rugani e del giornalista Bruno Vespa (l’unico di questi quattro a essere risultato poi negativo). E proprio su quest'ultimo si sono accese le polemiche. Il giornalista, infatti, si è sottoposto al tampone dopo aver ospitato nella sua trasmissione Zingaretti, risultato poi positivo. Ma questa mossa non è riuscita a fermare la decisione della Rai, che ha sospeso la sua trasmissione. Vespa però ha spiegato: "Nicola Zingaretti è venuto a 'Porta a porta' nel pomeriggio di mercoledì scorso e ha manifestato i primi sintomi di positività al virus sabato. Il direttore generale dello Spallanzani, professor Ippolito, mi ha confermato che il rischio si limita alle persone che nelle 48 ore precedenti abbiano avvicinato la persona infetta per più di mezz'ora a meno di un metro di distanza. Questo con Zingaretti non è avvenuto. Non esiste pertanto alcuna ragione sanitaria si cui si fondi il provvedimento”, conclude il giornalista. Ma il sindacato dei giornalisti Rai, l'Usigrai, mette addirittura in discussione il fatto che Vespa si sia realmente sottoposto al tampone: "Come avrebbe fatto, visto che i protocolli prevedono il tampone solo per persone a contatto con contagiati e contemporaneamente con sintomi? Se la quarantena è di 14 giorni, perché la tempistica preventiva che vale per tutti per lui dovrebbe essere diversa?". Noi de Le Iene abbiamo provato a chiederglielo per liberare il campo da ogni dubbio, ma non abbiamo ottenuto risposta.

Ma le difficoltà a fare il tampone toccherebbero addirittura chi è malato. Su “Il Fatto Quotidiano” Claudio Bramini, medico di famiglia a Sagliano Micca (Biella), racconta che non può “sottoporre a tampone quattro pazienti con polmonite interstiziale”. Il dottore ha chiamato tutti i numeri di emergenza: “Mi dicono che la polmonite e la febbre a 38 e mezzo e a 39 non basta. Serve la certezza di un contatto con un positivo. Ma come si fa ad avere questa certezza? Sono commercianti, avranno incontrato centinaia di persone”. Il medico li ha trattati come fossero positivi. Si chiede anche lui: “Una cosa vorrei sapere come sia possibile: leggo di tante persone famose, calciatori, politici e vip vari, che pure senza sintomi hanno avuto la possibilità di essere sottoposti a tampone”.

Ed ecco cosa ci ha scritto oggi un'infermiera, di cui teniamo nascosta l'identità:

“Sono venuta a conoscenza tramite social della positività al virus di vari ministri, calciatori, sportivi in genere e gente dello spettacolo. Tutti fortunatamente asintomatici. Apprendo però di un regolamento per cui i tamponi possono essere fatti agli infermieri e al personale sanitario in genere solo se presentano sintomi e hanno una positività in reparto. Perché un politico TOTALMENTE ASINTOMATICO può essere meritevole di un tampone e un infermiere anche se ha febbre e tosse non ne ha diritto se non con un caso positivo accertato? Cosa abbiamo noi sanitari in meno dei politici per non poter ricevere il tampone? Anzi probabilmente ne avremmo più diritto visto che lavoriamo in prima linea! Questo governo che tanto ci loda, che tanto ci definisce eroi, in realtà non sta facendo altro che dimostrare quanta differenza ci sia tra cittadini di serie A e di serie B. Siamo carne da macello? Noi, i nostri pazienti, i nostri familiari? Quali sono i criteri secondo cui a Zingaretti, Cirio e tutti gli altri è stato fatto il tampone pur essendo, ripeto, TOTALMENTE ASINTOMATICI e invece a noi operatori ci viene risposto che non ne siamo meritevoli?”.

Che il problema sia che non ci sono abbastanza tamponi per tutti?

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