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Coronavirus, il vaccino che fa sperare il mondo è anche italiano (ma nessuno lo dice)

Lancet, forse la rivista scientifica più autorevole al mondo, ha appena promosso “la forte risposta immunitaria” che provoca. Tutti ne parlano come “il vaccino di Oxford” ma questo studio che dà speranze al mondo entro il 2021 ha anche un cuore italiano

“Entro l’inizio del 2021 arriverà già il vaccino anti Covid con i primi milioni di dosi”. A sostenerlo è Piero Di Lorenzo, presidente dell'Irbm di Pomezia. Stiamo parlando del famoso vaccino di Oxford e la notizia arriva da Pomezia perché questo progetto, in cui tutto il mondo spera, è anche italiano e nasce da una partnership tra il nostro paese e il Regno Unito.

La rivista scientifica inglese Lancet, probabilmente la più autorevole del mondo, ha appena ribadito la fiducia in questo progetto, realizzato a Oxford in collaborazione con l'Irbm di Pomezia e la multinazionale biofarmaceutica svedese-britannica AstraZeneca, parlando di “una forte risposta immunitaria” nel primo campione di mille adulti sani tra i 18 e i 55 anni. La sperimentazione dovrebbe terminare a settembre dopo lo studio su un secondo campione di diecimila volontari sani e un terzo che comprenderà anche bambini e anziani. Questo vaccino è considerato il più quotato tra quelli allo studio in questo momento nel mondo.

Il ruolo di Pomezia viene troppo spesso dimenticato dalla stampa estera ma è stato ed è fondamentale. L’istituto Jenner dell’università di Oxford si è rivolto all’Irbm della città a una trentina di chilometri da Roma per la sua specializzazione nel trattamento degli adenovirus depotenziati come periccolosità. Questi virus del comune raffreddore diventano dei “vettori virali” in grado di iniettare nel corpo il materiale genetico di una proteina che deve innescare il processo di immunizzazione al SARS-CoV-2. Qui a Pomezia ci ha lavorato e ci lavora senza sosta, mandando poi le fiale a Oxford, un team di ricercatori all’avanguardia: età media 35 anni.

"Una volta che il vaccino ChAdOx1 sarà stato validato, partirà la prima distribuzione delle dosi. Penso che i governi prima organizzeranno la vaccinazione delle categorie più a rischio", ha dichiarato al quotidiano Libero Di Lorenzo che prevede la produzione da parte di AstraZeneca di due miliardi di dosi entro giugno 2021. L'Italia, che aveva già sottoscritto un accordo per l'approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi per tutta la popolazione europea, dovrebbe avere una corsia preferenziale in quanto ha avuto un ruolo centrale nel suo sviluppo.

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