> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

Delivery ai tempi del coronavirus? Un rider: “Il sabato sera guadagnavo 30 euro, adesso 8” | VIDEO

Un rider di Deliveroo ci racconta come sono cambiate le consegne di cibo a domicilio ai tempi del coronavirus 

“Gli ordini sono diminuiti, di solito il sabato sera arrivavo a fare 20, 30 euro di ordini, mentre ieri sarò arrivato a 8 euro”. Luca (nome di fantasia) lavora come rider per la nota azienda di food delivery Deliveroo. Ci ha raccontato com’è fare il rider ai tempi del coronavirus. “Nel mese di marzo ci sono arrivate varie comunicazioni dall’azienda, che ci informava dei provvedimenti presi per far fronte all’emergenza. Prima di tutto hanno istituito la ‘consegna senza contatto’: praticamente dobbiamo lasciare il cibo fuori dalla porta, bussare e allontanarci di un metro aspettando che il cliente ritiri l’ordine. Questo per quanto riguarda il contatto tra noi e il cliente, ma per quanto riguarda le norme da seguire al ritiro dell’ordine al ristorante non ci hanno dato indicazioni particolari”. E i clienti che ritirano come si comportano? “Dipende, ci sono persone che stanno attente. Addirittura mi è capitato che un cliente aprisse solo uno spiraglio della porta per dirmi di lasciarlo lì per terra e andare. Però c’è anche chi non sa della ‘consegna senza contatto’ e rimane un po’ perplesso. Io prima di suonare il campanello appoggio lo zaino per terra e mi allontano un po’. Al terzo cliente che rimaneva impalato sulla porta guardandomi senza capire ho spiegato che doveva prendere lui il cibo e mi ha detto di non sapere nulla della ‘consegna senza contatto’”. 

Un tema molto caldo in questi giorni è quello dei dispositivi di protezione, come mascherina e guanti, per i rider. Proprio questa settimana il tribunale di Firenze ha emesso un provvedimento per cui la piattaforma di food delivery Just Eat deve provvedere a fornire ai rider mascherine, guanti e gel disinfettanti. “Una sentenza importante e pionieristica”, ha commentato Nidil Cgil Firenze, “che riconosce i diritti di questi lavoratori e obbliga la piattaforma a tutelare la loro sicurezza sul lavoro, anche e soprattutto in tempo di emergenza coronavirus. Chiediamo ora, quindi, che tutte le piattaforme dotino i propri rider degli adeguati dispositivi di protezione individuale". Dal canto suo, ci racconta Luca, Deliveroo avrebbe preso due provvedimenti in merito: “Possiamo richiedere i dispositivi attraverso un modulo online, cosa che ho fatto ma ancora non mi è arrivato nulla”. E infatti sulla comunicazione di Deliveroo al rider si legge che “le spedizioni subiranno dei ritardi a causa delle nuove procedure di controllo alle frontiere in tutta Europa”. Nell’attesa, l’azienda fornisce “un rimborso del valore massimo di 25 euro sull’acquisto di mascherine e gel disinfettante”. Opzione che Luca ha seguito e, ci informa, avrebbe effettivamente ricevuto il rimborso con l’ultimo bonifico. 

Non solo, Deliveroo ha anche sottoscritto una nuova assicurazione per tutti i rider che collaborano con la piattaforma di food delivery, che si sono collegati negli ultimi 12 mesi e che dovessero risultare positivi al coronavirus. “Siamo stati la prima piattaforma ad assicurare i rider”, ha detto in una nota Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo. “Vogliamo continuare ad essere leader anche da questo punto di vista e, in particolare, in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo”. 

Purtroppo però, ci informa Luca, ai rider di Deliveroo sarebbe arrivata anche una brutta notizia. “Nel mese di aprile nella mia zona l’incentivo ordini minimi è diminuito da 7,50 a 6 euro e nessuno ce ne ha dato comunicazione, l’abbiamo scoperto andando sul sito”. L’incentivo ordini minimi è un minimo che la piattaforma garantisce ai rider nel caso che gli ordini effettuati nella sessione di lavoro non arrivino a una certa cifra. Per esempio, come si legge sul sito RooCommunity dell’azienda, se “per la zona e il mese di riferimento l’incentivo ordini minimi è di 7,50 euro” e “in una sessione lavorativa di 1 ora, consegni 1 ordine con una tariffa di 6.00€” e non ricevi altri ordini, riceverai comunque il pagamento della somma mancante per raggiungere il minimo: in questo caso 1,5 euro. Sul sito si legge che “l’incentivo ordini minimi varia a seconda della zona e del mese di riferimento”. E infatti, ci informa Luca, nel mese di aprile ci sarebbe stata una riduzione da 7,50 a 6 euro: “A noi nessuno ce l’ha comunicato, l’ho scoperto andando sul sito. Come al solito sono decisioni unilaterali sulle quali non veniamo informati con una mail di preavviso né tantomeno abbiamo la possibilità di confronto con l’azienda”. “Non avendo comunicazioni ufficiali, non so perché l’abbiano diminuito”. Alla domanda su perché tale incentivo sarebbe stato diminuito questo mese, Fabrizio Francioni, Corporate Communication Manager di Deliveroo, ci ha risposto che “l'incentivo minimo orario è una misura adottata da Deliveroo per garantire i compensi” e che “varia a seconda della zona in cui il rider sceglie di lavorare e in base al mese di riferimento. In genere i rider che collaborano con Deliveroo ricevono compensi medi superiori ai 10 euro l'ora. Possono scegliere, senza alcuna penalizzazione, quali consegne accettare e se lavorare con più piattaforme”.

“In ogni caso”, continua il rider Luca “tra il minimo abbassato e gli ordini in calo, questo mese guadagnerò sicuramente molto meno dei mesi ‘normali’”. Tutto al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, infatti, il food delivery, anche se le piattaforme non forniscono dati ufficiali, non avrebbe beneficiato, almeno inizialmente, da questo periodo di distanziamento sociale in cui la gente resta a casa. Il comparto del food delivery aveva stimato inizialmente un una perdita media nazionale del 20%. Per quanto riguarda Deliveroo, che è presente in Italia in 150 città, se inizialmente aveva registrato una flessione, dall'altro lato i ristoranti rimasti aperti si sono precipitati a ricorrere al food delivery e Deliveroo avrebbe visto un aumento del 40% nel mese di marzo dei ristoranti che hanno deciso di usufruire del servizio. “Come per molti altri settori economici”, ci ha detto Fabrizio Francioni, “anche per la ristorazione quello che stiamo vivendo è un momento delicato. Abbiamo registrato una flessione iniziale, ma stiamo registrando segnali incoraggianti che auspichiamo possano confermarsi anche nelle prossime settimane. Siamo fiduciosi per il futuro”. In alcune zone però, come si apprende dal sito RoCommunity di Deliveroo, il servizio è stato sospeso e in altre ridotto.

Ma perché, almeno nella fase iniziale di questa emergenza, c’è stata questa flessione nel food delivery? Stando a casa non si ordina di più? Possiamo fare solo delle ipotesi: certo, si resta a casa, ma bisogna considerare che molti ristoranti dove magari la gente mangiava abitualmente sono chiusi. Ci sono poi quelle code interminabili nei supermercati di tutto il paese, che fanno pensare che per la gente avere scorte di cibo in casa sia una priorità al momento. Non solo, essere chiusi in casa alla ricerca di qualcosa da fare per occupare il tempo magari fa accendere i fornelli anche a chi non ha mai preso un mestolo in mano.

Ultime News

Vedi tutte