Ci sono collegamenti tra coronavirus e malattie psicologiche?
Una ricerca dell'università di Oxford parla di possibili collegamenti tra disturbi come depressione, ansia e insonnia e diagnosi di Covid-19. Chi ha questi problemi ha più probabilità di ammalarsi? E il coronavirus, a sua volta, lascia nei contagiati danni di questo tipo?
Il Covid-19 può lasciare dietro di sé una scia di problemi psichiatrici e psicologici come depressione, ansia e insonnia? E avere questi disturbi può invece aumentare il rischio di contrarre il coronavirus?
Non c’è ancora una evidenza scientifica conclusiva ma lo potrebbe suggerire una ricerca del NIHR Oxford Health Biomedical Research Center dell'università di Oxford, secondo la quale un positivo su cinque avrebbe sviluppato questi problemi entro tre mesi dal contagio. Disagio mentale e infezione da Covid-19 potrebbero essere collegati anche in un altro senso: i ricercatori hanno osservato che i soggetti con problemi psicologici preesistenti avevano il 65% di probabilità in più di ammalarsi di coronavirus.
La ricerca ha anche analizzato oltre 62.000 casi di positività al Covid-19 e ha riscontrato problemi psichiatrici e psicologici nel 18% dei contagiati in un tempo che andava dai 14 ai 90 giorni successivi alla positività. Una scoperta “inaspettata e che necessita di indagini”, sostengono gli autori della ricerca secondo i quali i disturbi psichiatrici potrebbero dover essere aggiunti dunque ai già noti fattori di rischio per il Covid-19 come malattie croniche debilitanti, tarda età, immunodepressione e ai suoi possibili effetti dopo il contagio.