Luigi Di Maio e il liceo dei “Pomigliano boys”: studiare qui porta fortuna? | VIDEO
Roberta Rei incontra Nello Nazaria, un attivista Cinque Stelle deluso dal Movimento che accusa di aver conferito nomine ad amici e parenti dei vertici. E in effetti, se andiamo a sfogliare la lista degli ex compagni di liceo classico di Luigi Di Maio, scopriamo coincidenze molto particolari
Roberta Rei ci racconta del liceo classico Imbriani di Pomigliano d’Arco, nel Napoletano. Un liceo pubblico, dal quale proviene anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che a 27 anni è stato il più giovane vicepresidente della Camera di tutta la storia repubblicana.
”A tutti quelli che erano con me quando ero al liceo, devo dire che vi porto tutti nel cuore”, aveva detto il ministro durante un suo recente ritorno in quella scuola. Moltissimi di quei compagni di Di Maio hanno fatto grandi carriere pubbliche, dal Movimento cinque stelle ad aziende partecipate dallo Stato fino ai suoi stessi ministeri.
Come è accaduto per Dario De Falco, che da giovane marciava accanto a Luigi Di Maio durante le manifestazioni studentesche a cui partecipava il liceo classico Imbriani. Oggi De Falco è capo della segreteria del Ministro Di Maio.
Prima però di mostrarvi altri casi di un presunto “nepotismo”, perché De Falco non sarebbe l’unico, Roberta Rei incontra un uomo che non ha studiato a Pomigliano e che dice: ”Qua abbiamo sbagliato tutti liceo: dovevamo andare a Pomigliano!”.
Si chiama Aniello Nazaria, detto Nello. È un attivista del movimento Cinque stelle della prima ora ma oggi è davvero amareggiato: “Come si fa a non esserlo? Noi battevamo tanto sul fatto di non assumere parenti e amici, fidanzati, mariti, e invece lo abbiamo fatto anche noi e peggio pure. Alle politiche del 2018 si decide che uno di noi aveva la credibilità per potersi candidare e vengo scelto per la Camera dei Deputati. Tutti mi hanno detto che secondo la legge e i calcoli ero stato eletto, ma loro dicono di no”.
Consultando lo speciale elezioni che troviamo sul sito di Repubblica, Nello risulta effettivamente eletto ma in Parlamento non ci è mai andato: “Inizialmente pensavo a una svista, poi cominci a pensare e ti poni qualche interrogativo in più”. In effetti, anziché applicare l’articolo 84 della legge elettorale per l’assegnazione dei seggi avanzati in altre circoscrizioni, sarebbero stati applicati altri articoli e criteri con il benestare del Movimento.
Nello racconta: “Contattai Vito Crimi che rispose testualmente: ’Avete ragione ma guardando gli articoli precedenti hanno fatto bene la distribuzione’. Una cosa che secondo me non significa niente, perché devo guardare gli articoli precedenti?”. Tra i candidati che sarebbero invece stati favoriti al suo posto ci sarebbe l’attuale ministro all’Istruzione Lucia Azzolina. “Dal Movimento risposte, chiarimenti, umanità e solidarietà zero”, aggiunge ancora Nello. Crede però nella politica e si ricandida in seguito alle elezioni per il Parlamento Europeo.
Ma la storia sembra ripetersi: ”Ho preso 925 voti dagli iscritti sulla piattaforma Rousseau, sono tantissimi... Mi sono classificato come primo in Campania. Mi sono preparato per le elezioni, ho fatto anche la fotografia ufficiale ma il giorno prima vengo escluso con una email, mandata dallo staff che non si sa chi sia”.
L’email gli contesta un’incoerenza sulla candidatura, rispetto alla quale Nello chiede subito spiegazioni, che però non sarebbero arrivate: “Nessuna risposta, sono stato fatto fuori senza nemmeno una spiegazione”. A dare parere negativo sulla sua candidatura è stato proprio il capo politico del movimento, all’epoca Luigi Di Maio. “Non mi ha mai chiamato”, sostiene Nello, “mai detto una spiegazione, mai visto, mai sentito. Il più votato della sua regione viene escluso da lui senza alcun motivo? Questi hanno massacrato anche la democrazia diretta!”.
Al posto di Nello, come primo dei non eletti, entra Luigi Napolitano, un altro degli amici di studio di Di Maio, questa volta dai tempi dell’Università. “Non voglio pensare a questo ma mi chiedo perché le cose strane succedano tutte a me”, interviene ancora l’attivista. “Vengono assunte persone di Pomigliano in consigli di amministrazione un po' ovunque , dappertutto...”.
E in effetti la lista degli ex compagni di liceo di Di Maio che sono entrati nelle stanze dei bottoni in questi anni è piuttosto lunga. A partire da Dario De Falco, di cui vi abbiamo già parlato, ora nello staff di un altro Cinque stelle, il sottosegretario Riccardo Fraccaro con stipendio pubblico da 100mila euro. Nel curriculum di Dario De Falco ci sarebbe però poco più di una collaborazione nello studio di un commercialista, Pasquale De Falco, anche lui ex alunno dell’Imbriani di Pomigliano. Quest’ultimo, dopo essere stato scelto dal ministero della Salute guidato nel primo governo Conte dalla Cinque stelle Giulia Grillo come rappresentante del collegio sindacale dell’Asl di Salerno, è entrato come sindaco nel collegio sindacale di Fincantieri, controllata dal ministero delle Finanze.
Anche Valeria Ciarambino è di Pomigliano e ha studiato al liceo classico Imbriani. La donna è stata candidata a governatore della Campania nonostante il curriculum riportasse perfino un evento molto particolare: aver salvato un capitone dal cenone natalizio e averlo allevato in una bacinella per mesi… Oggi è capogruppo in Regione Campania del Movimento Cinque Stelle. Anche il marito della Ciarambino, dicono alcuni attivisti infuriati, è stato assunto come assistente al Parlamento europeo dalla capolista voluta da Di Maio, Chiara Gemma.
L’incarico più prestigioso tra gli ex compagni dell’Imbriani di Pomigliano è toccato a Carmine America, portato da Di Maio al ministero dello Sviluppo economico nel primo governo Conte con un incarico da 70mila euro. Da lì poi al ministero degli Esteri con uno stipendio da 80mila euro e pochi giorni fa infine nel Cda del colosso industriale Leonardo per altri 80mila euro annui di compenso. Ma non sono i soli perché la lista è davvero lunga e tutti hanno il comune denominatore di aver studiato al liceo classico Imbriani di Pomigliano d’Arco.
Proviamo ad avvicinare proprio Luigi Di Maio per chiedergli del caso di Nello Nazaria e dei cosiddetti “Pomigliano boys” ma il ministro tira dritto e non dice una parola. E noi la domanda gliela poniamo lo stesso: Ministro, non è che qui uno vale uno ma se ha studiato con di Maio o viene da Pomigliano vale di più?