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Erasmus bloccati in Spagna: “Due di noi avevano la febbre, allora nessuno è partito” | VIDEO

È circolato sul web il video di un gruppo di italiani in Erasmus in Spagna arrabbiati perché non sono potuti salire sulla nave che li avrebbe condotti in Italia. Abbiamo chiamato loro e la compagnia navale per capire come sono andate veramente le cose 

“Questa è la solidarietà dell’Italia? La solidarietà l’abbiamo dimostrata noi che non abbiamo lasciato due compagni da soli a Barcellona senza una casa”. Le interminabili difficoltà degli italiani bloccati all’estero a causa dell’emergenza coronavirus continuano. Questa volta a lanciare un appello d’aiuto sono alcuni ragazzi in Erasmus in Spagna. Il loro video ha fatto tantissime visualizzazioni sui social, ma la loro avventura non è ancora finita. 

Tutto inizia la notte del 26 marzo. Un gruppo di studenti italiani che stavano facendo l'Erasmus, chi a Tarragona chi a Valencia, si recano a Barcellona in fretta e furia quando vengono a sapere che dopo il 26 non partiranno più navi per l’Italia dalla capitale della Catalogna. Ma una volta arrivati all’imbarco della nave della compagnia Grimaldi Lines in partenza per l’Italia, arriva una prima brutta sorpresa. “Hanno bloccato due dei nostri compagni perché avevano la febbre”, ci racconta Salvatore Panniello, uno dei ragazzi presenti nel video che potete vedere qui sopra. “Uno aveva 37, 5 gradi e l’altro 37,7”. Per far fronte all’emergenza coronavirus, infatti, la Grimaldi Lines, come ci spiega l’ufficio stampa della compagnia, segue un preciso protocollo d’imbarco: “dopo il check-in il medico di bordo misura la temperatura dei passeggeri che non deve superare i 37,5 gradi, pena il mancato imbarco”. Sulla vicenda si è espresso anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Otto e Mezzo: “Se risulti con la temperatura alta il principio di precauzione è che resti lì”.

Salvatore ci racconta che dopo cinque minuti il medico di bordo misura nuovamente la febbre ai ragazzi e la temperatura risulta addirittura aumentata: “Uno aveva 37, 8 e l’altro 38. Ci hanno detto che loro non potevano imbarcarsi. Nessuno di noi ha casa o un posto dove dormire a Barcellona e quindi abbiamo deciso di rimanere con loro anche noi che non avevamo la febbre”. Un gesto di coraggiosa solidarietà. 

I ragazzi a quel punto chiamano l’ambulanza, come raccontano nel video qui sopra. “Gli operatori hanno misurato la febbre: uno aveva 36,2 e l’altro 37,3. Avevano i requisiti per salire a quel punto”, ci dice Salvatore al telefono. Peccato che, sempre al telefono, Salvatore ci spiega: “I due ragazzi nel frattempo, cinque minuti prima di misurare nuovamente la febbre, avevano preso del paracetamolo. Dalla nave non hanno comunque voluto sentire ragioni e non ci hanno fatto salire”, continua Salvatore. Così i ragazzi si sfogano nel video condiviso sui social. Nonostante la rabbia in momenti di difficoltà sia comprensibile, trovandosi da soli e lontani da casa, la Grimaldi Lines si è attenuta al protocollo che tutela la sicurezza dei passeggeri. Come ci spiegano dalla compagnia, il protocollo d’imbarco che seguono in questa emergenza non consiste solo nel misurare la febbre: “c’è un’autocertificazione compilata dal passeggero che viene controllata al check-in, nelle file viene fatta rispettare la distanza di un metro e i passeggeri hanno l’obbligo di informare il comandante se le condizioni di salute variano durante il viaggio”. Riguardo ai nostri ragazzi Erasmus, la compagnia dichiara di essersi semplicemente “attenuta a seguire il protocollo e non ritiene necessario rilasciare particolari dichiarazioni”.

Ma torniamo ai nostri amici Erasmus, che a questo punto si trovano da soli a Barcellona, al freddo e senza un posto in cui dormire. “La polizia è rimasta con noi e ci hanno fatto dormire nel gate da dove partono le navi”. Dopo una notte difficile i ragazzi decidono di cambiare strategia: “Abbiamo provato a chiamare tutti: Farnesina, Consolato, tutti! La Farnesina ci ha detto che dovevamo prendere un aereo da Madrid a Francoforte e poi da lì a Roma. Ma tutto questo giro ci sarebbe costato più di mille euro, e onestamente da studenti in Erasmus da ormai otto mesi, non tutti avevamo la possibilità di comprarli”. I ragazzi restano uniti e cambiano nuovamente piano: “L’unica opzione era tornare tutti a Tarragona e chiuderci in casa” dice Salvatore. “Dopo una notte al freddo ora stiamo andando a prendere il treno per tornare nella casa che abbiamo lasciato ieri, abbiamo dovuto richiamare il proprietario”. E nel frattempo i ragazzi con la febbre? “Il mio amico se la sta misurando ogni mezz’ora e ha 36 e qualcosa quindi tutto bene”. Ora i ragazzi sono in contatto con la Farnesina, perché forse per loro c’è un’opzione che arriva addirittura dall’Uruguay. “La Farnesina ci ha parlato di un volo per studenti in partenza dall’Uruguay che farà scalo o a Barcellona o a Madrid. Speriamo di avere presto notizie e di tornare a casa”.

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