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Esorcismi e violenze su una bambina: la condanna di Don Barone | VIDEO

Don Michele Barone è stato condannato a 12 anni di carcere in primo grado per maltrattamento, violenza e lesioni su una ragazzina che ai tempi aveva 13 anni. Dal suo caso è iniziata l’inchiesta di Gaetano Pecoraro che è finita in Tribunale

Mi risvegliai tutta sporca di pipì, tenevo le ciocche dei capelli mancanti. Il sangue mi usciva dalla bocca”. Da questa testimonianza è iniziato il processo contro don Michele Barone. Lo scorso 7 febbraio l’ex sacerdote cattolico è stato condannato in primo grado a 12 anni di carcere per maltrattamento, violenza e lesioni ai danni di una ragazzina che ai tempi aveva 13 anni. Questa è una storia che sta molto a cuore a Le Iene: se siamo arrivati a questa sentenza è grazie all’inchiesta di Gaetano Pecoraro.

Nel 2017 abbiamo incontrato don Barone proprio pochi giorni prima del suo arresto. Questo è stato possibile dopo la testimonianza di Arianna, che ci ha chiesto di aiutare la sua sorellina finita nelle mani del prete. Prima di rivolgersi a noi aveva chiesto aiuto a tutte le autorità possibili: forze dell’ordine, vescovo, servizi sociali e nessuno l’aveva aiutata. La sorella, che chiameremo Giada, soffre del disturbo di conversione, una malattia psichiatrica che richiede di essere seguita da medici. La sua famiglia però sceglie un’altra strada. “I miei genitori la leggono come ossessione e quindi come problema spirituale”, ci racconta la sorella Arianna. È a questo punto che le loro strade si incrociano con quelle di Don Michele Barone. “Prendeva mia sorella per i capelli, la prendeva mettendola sotto i piedi e lei mi chiedeva di portarla all’ospedale”, racconta la ragazza. Il prete interrompe qualsiasi cura e la porta con sé nei pellegrinaggi. 

Mi vietano di parlare con lei e di vederla”, racconta Arianna. Giada non va più a scuola, le rasano i capelli e la tengono sempre chiusa in un appartamento del prete. “Le abbiamo tolto le cure mediche perché deve essere liberata dai demoni che hanno tradito Gesù. Invece di studiare epilessia, isteria, disturbi di conversione, studiati Satana”, dice una collaboratrice del prete. Don Michele dice che se sono i santi a dirgli anche che cosa può mangiare la bambina: “Solo latte e biscotti. Mi dice due tazze, una tazza e mezza, più biscotti, meno biscotti”. 

La bambina però non ha dovuto subire solo la privazione del cibo. Ha dovuto subire anche violenze durante gli esorcismi. Tutto testimoniato da video dove le dicono: “Lo sappiamo che ti fanno male”, tra le urla di Giada. “Ha un orecchio deformato. Mi hanno detto che durante un esorcismo mettendoci acqua santa è uscito da lì un demone. In realtà è stato per percosse”, racconta la sorella. 

Dopo questi racconti siamo andati dal sacerdote a chiedergli conto di tutto. Per la prima volta don Barone si sente chiedere se ha mai fatto esorcismi. Lui nega. Poche settimane fa è stato condannato in primo grado a 12 anni di carcere per quello che ha fatto a questa ragazzina. Oggi lei ha 16 anni e si trova in una comunità protetta per vittime di abusi. Durante il processo Giada racconta tutto a partire dal primo incontro nell’aprile 2017. “Mi mise in macchina, mi prese per i capelli, mi tappò per la bocca e mi disse ‘adesso stai ferma e zitta’. Mi risvegliai 2 o 3 ore dopo, ero tutta sporca di pipì, tenevo le ciocche dei capelli mancanti. Il sangue mi usciva dalla bocca”, racconta Giada in aula. Questo è stato il primo esorcismo a cui Giada è stata sottoposta. Nonostante lei non volesse e avesse provato a chiedere l’aiuto di un medico, non di un prete. “Mi metteva la testa sott’acqua in modo che io non potevo respirare, poi mi faceva risalire. Diceva che dopo l’acqua usciva nera e ciò significava che io avevo dei demoni dentro di me”. 

Non esistono video che testimoniano questi esorcismi con l’acqua, ma sono molti i filmati che mostrano violenza in queste pratiche. “Don Michele non prendeva Giada, ma prendeva l’altro”, raccontano i genitori riferendosi al demonio. “In quel momento non soffre. Anzi, sta meglio di noi”. Sono stati condannati a 4 anni di carcere perché non si sono mai opposti a quelle violenze e hanno perso anche la patria potestà.

Chi invece ha ancora un conto in sospeso con la giustizia è il pubblico ufficiale che non diede seguito alle denunce di Arianna contro don Barone. Lui era un seguace del sacerdote tanto da seguirlo in pellegrinaggio. Il 7 aprile per lui è arrivata l’assoluzione dall’aver preso parte ai maltrattamenti della piccola Giada, ma è stato rimandato a un altro tribunale per il reato di omessa denuncia. Non era il solo poliziotto a seguire Don Barone. C’era anche il collega finora mai indagato. 

Dai racconti in aula emergono altri dettagli agghiaccianti. “Mi dava quest’acqua. Mi sentivo tutto intorno che girava. Al risveglio mi ritrovavo sempre con le parti intime gonfie e mi faceva male tutto”. Ma non è tutto, Giada racconta anche di esorcismi notturni: “Sentivo un sospiro sul mio collo. Continuava ad avere la mano sul mio seno e inizia ad appoggiare le sue parti intime sulle mie. Si metteva le dita in bocca sento l’ultimo sospiro e lui corre in bagno. Alla mattina arrivavano i miei genitori e lui nell'orecchio mi diceva ‘promettimi che non ti ricorderai niente’”. 

Invece Giada ricorda tutto e testimonia anche queste violenze sessuali. Non trovano un riscontro se non nelle parole di tante altre ragazze. Una di loro è Rita, 30 anni, che per trovare un po’ di serenità si aggrega a un pellegrinaggio: “Quando ho deciso di farmi confessare sono rimasta per la prima volta sola con don Barone. Mi abbracciava e mi chiede da quanto tempo non facevo sesso. A un certo punto mi ha chiesto un rapporto orale. Mi ha tenuta per la testa, io volevo andarmene”. 

Alcuni seguaci non hanno mai abbandonato l’ex sacerdote. “Dicevano che Don Barone stesse subendo il calvario di Gesù. Solo che lui è stato arrestato”, dice una sua ex seguace. Probabilmente stanno portando avanti una sorta di setta: “Il gruppo continua ed è sempre più unito”.

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