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Fanghi tossici, dopo un anno nulla di fatto e i pericoli restano | VIDEO

Un anno fa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva promesso a Le Iene che avrebbe rivisto immediatamente l’articolo 41 che regola lo smaltimento dei fanghi tossici. Dopo il servizio di Filippo Roma non è stato fatto ancora nulla e aumentano inquinamento e rischi di questi rifiuti

L’articolo 41 va rivisitato immediatamente”. Da queste parole del ministro dell’Ambiente Sergio Costa è passato un anno. Che cosa è cambiato nella gestione di fanghi e sostanze tossiche in agricoltura? Nulla. L’articolo 41 non è stato cambiato e continua a fare danni all’ambiente e alla salute. Delle conseguenze e dei rischi che possono causare ce ne ha parlato Filippo Roma nel servizio che potete vedere qui sopra.

Un anno fa con il decreto Genova per la ricostruzione del ponte Morandi, il governo Conte ha inserito un codicillo che c’entrava poco con l’emergenza. “Risponde alle esigenze di chi produce fanghi”, sostiene Franco Ferroni, responsabile delle politiche agricole del Wwf. Gli scarichi partono da case e industrie per finire negli impianti di depurazione per arrivare nei fiumi. Quello che rimane di questo processo sono fanghi che a volte contengono anche sostanze inquinanti che devono essere smaltiti in discarica oppure sparsi sui terreni agricoli come fertilizzanti.

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli interventi della magistratura per smascherare discariche di rifiuti con fanghi da lavorazione spacciati per rifiuti tossici. “È molto più costoso smaltire questi fanghi nelle discariche che nei campi agricoli”, dice Ferroni. Utilizzarli in agricoltura è legale. Lo consente una legge che recepisce una direttiva europea “basta che non contengono sostanze tossiche e nocive per il terreno, l’uomo e l’ambiente”. Ma, non essendoci specificati tutti gli inquinanti, la legge viene lasciata all’interpretazione.

Nell’articolo 41 del decreto Genova sono contenute delle specifiche sull’utilizzo dei fanghi da usare in agricoltura. Sono ammesse sostanze come gli idrocarburi, l’arsenico, il toluene, il cromo esavalente. Come se non bastasse i limiti fissati dal governo sono più alti di quelli indicati dalla Cassazione.

Un anno fa Filippo Roma è andato a parlarne con Sergio Costa, ministro dell’Ambiente: “Abbiamo costituito un gruppo di lavoro per cambiare la norma”, ci aveva risposto. Ma nulla è cambiato nel frattempo.

 

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