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Senza mascherina perché disabile. "No" di Ikea, ma poi ci ripensa | VIDEO

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Manuela è amareggiata mentre racconta che, nonostante per le persone disabili sia prevista un’eccezione all’obbligo di mascherina, suo figlio di 7 anni affetto da una grave malattia non è stato fatto entrare nel negozio Ikea di Catania perché sprovvisto di mascherina

“Mio figlio ha 7 anni e ha una sindrome genetica rara che si chiama sindrome di Angelman, che comporta un ritardo mentale di tipo severo, un ritardo motorio, epilessia e disturbi del sonno”. Manuela è una mamma coraggiosa, che non ha paura di farsi sentire. Ci ha contattati per dar voce a quanto le è accaduto sabato scorso al negozio di Ikea di Catania, mentre era con il compagno e il piccolo Matteo. “Poco prima di entrare la persona che ci ha misurato la temperatura ci ha fermati e ci ha chiesto l’età di Matteo”, racconta intervistata da Giulia Innocenzi per Iene.it: aspettando Le Iene. “Ho risposto che ha sette anni e allora lui ha detto che doveva sentire un superiore. Quando scende l’altra persona, ci comunica in maniera molto rammaricata che non può farci entrare perché Matteo dovrebbe portare la mascherina. Io ho spiegato che Matteo ha un ritardo mentale importante e non può portare la mascherina e che nel decreto è prevista un’eccezione all’obbligo di mascherina per le persone con disabilità mentale”, spiega Manuela. Nel decreto del presidente del Consiglio del 26 aprile, infatti, all’art. 3 si legge che, in merito all’uso della mascherina, “non sono soggetti all'obbligo i bambini al  di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l'uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti”.

Manuela, che è presidente dell’associazione Comunicare è vita, racconta però che le avrebbero risposto che Ikea deve rispettare le proprie disposizioni aziendali e non potevano farli entrare. “Mio figlio non può indossare la mascherina”, dice Manuela, "se la toglie immediatamente e può arrivare a vomitare. Chi parla dovrebbe sapere questo”. E non è solo questo: “Anche quando vede me con la mascherina inizia a fare cenno di levarmi”. Manuela racconta che non sarebbe la prima volta che accadono episodi simili al negozio Ikea di Catania: “il 23 maggio una mamma con un ragazzo adulto di 20 anni disabile è stata lasciata fuori dal negozio perché non aveva la mascherina”. 

“Matteo c’è rimasto male”, dice Manuela, che a quel punto è tornata a casa, rifiutando l’opzione che le avrebbero offerto fuori dal negozio di portarle gli articoli selezionati lì. “Io volevo entrare come tutti gli altri”, spiega e poco dopo l’accaduto si sfoga sui social. Dopo questo episodio, ci riferisce Manuela, Ikea l’ha contattata con una mail, in cui si legge: “Ci dispiace moltissimo sapere che per lei la soluzione da noi auspicata non fosse conforme alle sue aspettative e pertanto ci piacerebbe confrontarci per capire come poterne trovare una insieme. Ci piacerebbe poterla ascoltare, se volesse anche telefonicamente”. 

Ma Manuela si sarebbe aspettata qualcosa di diverso: “Vorrei che si dicessero ampiamente dispiaciuti per l’accaduto. Ma non è una mia aspettativa, è un decreto che prevede questo”. E il papà di Matteo aggiunge: “Ovvio che oltre a questo ci aspettiamo che la prossima volta ci facciano entrare”. 

Abbiamo contattato Ikea, per avere una loro versione dei fatti e dopo il nostro intervento sembrano aver cambiato idea: "le persone che, come previsto dal DPCM del 17 maggio 2020, non possono indossare la mascherina potranno entrare nei nostri store senza indossarla". Una vittoria per Manuela, che felice commenta in diretta la notizia: "Questo conferma che fare rumore su certi argomenti serve sempre! Ho fatto questa battaglia non solo per Matteo, ma per tutti quelli che si potevano trovare nella stessa situazione". 

In merito alla vicenda, Ikea ci fa sapere anche che "per venire incontro alle necessità di tutti quei clienti che non possono indossare la mascherina, IKEA ha messo a disposizione in negozio un supporto dedicato per consentire di effettuare i propri acquisti, proponendo di aiutarli a fare l’ordine e l’eventuale acquisto online, di preparare per loro conto il carrello e di attivare il servizio di progettazione da remoto. Nel caso specifico, anche alla signora Cirvilleri sono stati offerti questi servizi alternativi ma ha ritenuto di non utilizzarli.

Siamo profondamente rammaricati che la signora si sia sentita esclusa e per questo già nei giorni scorsi abbiamo preso contatti con lei per confrontarci, ascoltare le sue ragioni, spiegarle le nostre e capire come trovare insieme una soluzione per necessità come le sue. 

Abbiamo elaborato nuove soluzioni, come la possibilità di utilizzare la visiera invece della mascherina e quella di prenotare un appuntamento online e di essere supportati da un co-worker che possa fornire un aiuto dedicato nell’esperienza d’acquisto. Rimarrà inoltre la possibilità di usufruire dei servizi già inizialmente previsti.

Qualora nessuna di queste soluzioni fosse adeguata alle esigenze specifiche, le persone che come previsto dal DPCM del 17 maggio 2020 non possono indossare la mascherina potranno entrare nei nostri store senza indossarla. I nostri store sono sempre stati luoghi aperti, sicuri e accoglienti e anche in questa fase così delicata siamo determinati a mantenere le nostre porte aperte per chiunque voglia venire a trovarci.”

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