Frutta e verdura a rischio, chi le raccoglierà nei campi? Si cercano braccianti | VIDEO
Il coronavirus ha impedito l’arrivo di braccianti per la raccolta nei campi d’Italia. Tonnellate di frutta e verdura rischiano di marcire nelle prossime settimane. Gaetano Pecoraro è andati dagli agricoltori colpiti dall’emergenza lockdown
"Se noi ci fermiamo, voi che cosa mangiate?". È il grido degli agricoltori che per il lockdown non sanno come raccogliere frutta e verdura. In queste settimane di lockdown fortunatamente non è mai mancato il cibo. Gli scaffali di supermercati e fruttivendoli sono sempre stati pieni di qualsiasi genere alimentare, ma nel giro di qualche settimana tutto potrebbe cambiare radicalmente.
Oltre 200mila braccianti per le misure imposte per il coronavirus non possono più lavorare nei campi. “Manca la manodopera per la raccolta e senza di loro noi che cosa vi diamo da mangiare”, dicono gli agricoltori che rischiano di non avere prodotti da vendere. E di conseguenza noi non li potremmo avere da comprare. Se non si troverà un rimedio, entro un paio di settimane, la neonata fase 2 di ripartenza del Paese rischia di vedere la paralisi di un settore chiave. Migliaia di tonnellate di frutta e verdura saranno lasciate a marcire nei nostri campi.
Nelle scorse settimane migliaia di operai comunitari ed extracomunitari dovevano arrivare in Italia per la raccolta, ma sono rimasti bloccati nei loro paesi. “Finora non sono mancati prodotti nei supermercati perché erano tutti stivati e conservati in cella”, spiega uno di questi agricoltori. Ora però i magazzini dovrebbero riempirsi di prodotti estivi invece rischiano di rimanere mezze vuote. “Si rischia di non avere i prodotti negli scaffali dei supermercati. Sarà per il 50% ma questa parte avrà sicuramente un prezzo più alto e questo lo pagherà purtroppo il consumatore”, spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. Ma proprio qui in Piemonte qualcosa forse si può ancora fare, in altre parti d’Italia è già troppo tardi.
Nelle ultime settimane la politica ha provato ad affrontare la questione. Ma a oggi non sembra sia arrivata alcuna soluzione. Per gli agricoltori il danno è doppio, da una parte non avranno il guadagno delle loro colture e dall’altro hanno speso soldi per la coltivazione dei campi dove ora marcisce tutto.
Possibile sia così difficile trovare operai agricoli in Italia? Persone senza lavoro ce ne sono tante. Ora da raccogliere ci sono asparagi e fragole come ci mostrano nei loro campi. Poi c’è da fare la potatura nelle vigne.“Tutti lavori che di solito si facevano con braccianti extracomunitari”, come ci spiega Gianfranco, lui assieme al papà di 74 anni e al figlio che dovrà fare la maturità cerca di tamponare i lavori nella sua vigna di 14 ettari e 60mila piante. Ora da soli in tre con la pulizia delle piante possono farcela, ma tra qualche mese con la vendemmia è assolutamente impossibile. “Nell’arco di massimo 5 giorni l’uva va vendemmiata. Il nostro augurio è di assumere persone altrimenti si perde il raccolto. Perdere la vendemmia è qualcosa che non riusciamo neanche a immaginare”.
Purtroppo è uno scenario che può succedere se non si vogliono aprire cordoni internazionali da cui far transitare operai agricoli. Un’altra proposta che si potrebbe portare avanti è quella di impegnare nei campi chi riceve il reddito di cittadinanza che in Italia sono circa 2 milioni di persone. Basterebbe che uno su dieci si rimboccasse le maniche in campagna per non far marcire frutta e verdura.
“Si può rendere compatibile il reddito di cittadinanza, l'indennità di disoccupazione con il lavoro in agricoltura tuttavia mancano tra 270 e 300mila lavoratori. Se non sono sufficienti i cittadini italiani, possiamo ricorrere a cittadini che non hanno il permesso di soggiorno”, spiega la ministra alle politiche agricole, Teresa Bellanova. “La mia proposta sono permessi di soggiorno stagionali. Per farlo possono essere necessarie anche poche ore, basta inserirlo nel prossimo decreto, le aziende possono trovare la manodopera in maniera regolare. Insisto i lavoratori italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza devono solo dare la loro disponibilità, ma nessun governo può obbligare a fare un lavoro piuttosto che un altro”.