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Arrestato il boss Gaetano Scotto, la Dia: “È ancora un capomafia” | VIDEO

La Direzione investigativa antimafia lo ha arrestato insieme ai fratelli Pietro e Francesco Paolo e altre 5 persone. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa ed altri reati. Gaetano Scotto è anche indagato per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino. Noi de Le Iene lo avevamo incontrato con Gaetano Pecoraro

Gaetano Scotto torna in carcere. Il boss dell’Arenella a Palermo è stato arrestato dalla Dia insieme ai fratelli Pietro e Francesco Paolo e altre 5 persone. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e altri reati. Secondo gli investigatori della Dia Gaetano Scotto, dopo essere tornato in libertà, sarebbe tornato a svolgere il ruolo di capo della famiglia mafiosa della zona dei Cantieri navali del capoluogo siciliano.

Un altro guaio giudiziario per Gaetano Scotto, che rimane anche indagato per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie, avvenuto il 5 agosto 1989 in circostanze ancora non chiarite: l’agente venne ucciso a colpi di pistola mentre entra nella villa di famiglia a Villagrazia di Carini con la moglie, incinta di cinque mesi. Un mese e mezzo prima Nino aveva sventato l’attentato all’Addaura, ai danni del giudice Giovanni Falcone.

Gaetano Scotto è anche una delle dieci persone accusate ingiustamente della strage di via D'Amelio, in cui fu assassinato Paolo Borsellino e 5 agenti della sua scorta: adesso è parte civile nel processo sul depistaggio che è in corso a Caltanissetta.

Con Gaetano Pecoraro avevamo incontrato Vincenzo Agostino, il papà dell’agente di polizia barbaramente ucciso. Vincenzo Agostino aveva raccontato alle nostre telecamere durante l’intervista di Gaetano Pecoraro del 28 febbraio 2016 di quella sua barba lunghissima (che anche l’ex ministro degli interni Matteo Salvini aveva notato, durante una visita in città). Una barba fatta crescere, dal giorno dell’omicidio del figlio, in segno di protesta, chiedendo finalmente la verità sulla morte di Nino. L’anziano padre aveva confidato alla Iena la sua più grande paura: “Non arrivare a vedere chiuso questo processo, per vedere condannato chi ha ucciso mio figlio”.

E la Iena aveva incontrato anche Gaetano Scotto, che aveva negato non solo di essere responsabile dell’omicidio di Vincenzo Agostino ma anche di essere un affiliato delle associazioni mafiose. A quanto pare, però, la Dia non è d’accordo con lui.

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