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Gatto arrostito, parla la donna: “Nessuno interveniva” | VIDEO

È stata la prima a dare l’allarme chiamando i carabinieri. Parla a iene.it la donna che ha provato a fermare il migrante mentre fuori dalla stazione di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, stava arrostendo un gatto. Graziella Cataldo ci mostra pure un video ancora più agghiacciante. Il 21enne della Costa D’Avorio, senza fissa dimora e forse con dei disturbi psichici, avrebbe detto più volte ai militari arrivati poi sul posto: “Ho fame”

“C’erano schizzi di sangue e ho urlato perché si fermasse ma l’animale era già cotto”. Inizia da queste le parole il racconto di Graziella Cataldo. Lei è la donna che si è ritrovata davanti il migrante che stava arrostendo un gatto a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno. Sono le sue urla che si sentono nel primo video diventato poi virale (lo trovate qui). Lei ne ha registrato un altro ancora più sconvolgente che potete vedere per la prima volta qui sopra. 

“Erano le 5.55, stavo accompagnando mio figlio a prendere il treno per Livorno”, racconta Graziella in esclusiva a Iene.it. “Proprio fuori dalla stazione ho notato il fumo e un uomo che stava arrostendo qualcosa”. A questo punto, gli chiede che cosa stesse facendo a quell’ora della mattina e la risposta è agghiacciante: “Mi ha detto che stava cucinando un gatto perché aveva fame”. Graziella è sconvolta, prende il telefono e chiama subito i carabinieri. “Poi ho fatto il video perché avevo paura che scappasse”, spiega la donna che inizia a registrare tutto. “Da noi i gatti non si mangiano! Si tengono in casa”, si sente che gli grida. “Guarda che cosa stai facendo. Ora ti mando io in galera”. Tutto questo è accaduto tra la stazione e il bar del paese alle 6 di mattina. A poca distanza ha assistito a questa scena un uomo che ha registrato tutto a sua volta con il telefono: è quel video che è finito per la prima volta sui social ed è diventato appunto virale in pochi minuti. “Nonostante ci fossero una decina di persone ad aspettare il treno, nessuno è intervenuto per fermare quell’orrore. Ho dovuto fare tutto da sola”, racconta Graziella. 

Dopo 10 minuti sono arrivati i carabinieri. “Hanno identificato me per prima perché stavo urlando”, sostiene la donna. “L’extracomunitario ha raccontato che il gatto l’ha trovato morto, forse investito. Così non è stato arrestato”. E quindi non gli hanno contestato il reato di maltrattamenti. “Ho fame”, avrebbe ripetuto più volte ai militari.

Parliamo di un ragazzo di 21 anni proveniente dalla Costa d’Avorio. Dalle verifiche è emerso che è senza fissa dimora. Da qualche tempo mancava da un centro di accoglienza. “Hanno detto anche che ha problemi psichici. Ma può una persona fare un gesto simile?”, si chiede Graziella. Accanto a quel focolare di fortuna costruito con assi di legno e rami sono stati ritrovati anche un trolley e un pacchetto di sigarette: “Se uno ha fame veramente non spende 5 euro per comprarsele. E questo vale per chiunque. Ho avuto questa reazione non per razzismo, io sono arrivata 18 anni fa in Toscana dalla Sicilia. Anch’io sono immigrata…”.

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