Giorgio Panariello: il libro dedicato al fratello morto e l'amicizia con Carlo Conti | VIDEO
Imitatore, comico, grande amico di Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. Abbiamo incontrato Giorgio Panariello che ci racconta del suo libro “Io sono mio fratello”. Ci racconta di chi era Franco e delle circostanze tragiche in cui è morto. Poi Giorgio ci saluta con l’imitazione che tutti gli chiedono: Renato Zero!
“Mi chiamavano Giorgio Secchioncello” che faceva rima anche con “Panariello tutta pancia e poco…”. Abbiamo incontrato Giorgio Panariello. Segni particolari: secchione, mai bocciato. Età? “Qualcuno sparge voce che abbia 60 anni: me ne sento 32/33, me ne danno 74”.
Ci racconta di come ha iniziato con le imitazioni e in particolare con quella che tutti gli chiedono: Renato Zero. “Quando ho iniziato mi hanno tirato una busta con dentro un gatto morto”, racconta. Con lui parliamo anche dei suoi più grandi amici: Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni: “Non ho capito dove Carlo va a farsi le lampade”.
Oltre alle battute e alle imitazioni, Giorgio ci parla di “Io sono mio fratello”, il suo libro in cui racconta la storia di suo fratello Franco “che ha avuto l’unica sfiga di aver incontrato l’eroina”. “Da quasi 10 anni lui non c’è più e questo libro è per lui. Le persone avevano un’opinione sbagliata per come è andata a finire questa storia”, dice Panariello. “L’eroina è molto democratica e non guarda in faccia nessuno. E anche a me l’hanno messa davanti per provarla, ma mi dava fastidio tutto quello che aveva attorno. Questa è stata la mia salvezza”.
Giorgio è stato adottato dai nonni mentre suo fratello è finito in istituto: “Mio papà non ho idea di chi sia mentre mia mamma la si vedeva a Natale quando veniva accompagnata da qualche elfo che spesso cambiava…”. Giorgio ricorda l’ultima volta che ha visto suo fratello: era la vigilia di Natale. “La sera del 26 ha fatto una cena ed è stato Carlo Conti a telefonarmi per dirmi che lo avevano trovato abbandonato in un’aiuola a Viareggio. Per la vita che ha fatto c’è la percezione che sia stata overdose, ma non è così. Ha avuto un malore e chi era con lui anziché portarlo in ospedale, l’hanno lasciato in mezzo a un cespuglio e se ne sono andati”.
Franco è morto per ipotermia e c’è chi ha pagato per questo. “Davanti alla legge hanno pagato poco, però l’ergastolo morale sarà quando sentiranno il mio nome o quello di Franco, gli verranno in mente quello che non hanno fatto”. Nessuno ha chiesto scusa a Giorgio e c’è chi sui social lo ha insultato: “Io li ho retwittati tutti perché così vi rendete conto di che cosa sono”.
Anche a Franco piacevano i personaggi di Giorgio e lui ci saluta con l’imitazione che tutti gli chiedono: Renato Zero!