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Ex Ilva, i commissari: “Da ArcelorMittal capitalismo d'assalto” | VIDEO

Per i legali dei commissari dell’ex Ilva, ArcelorMittal starebbe praticando “un capitalismo d’assalto” ai danni della fabbrica di Taranto. Una denuncia che suona inquietantemente simile a quella raccolta da Gaetano Pecoraro a Liegi, dove la multinazionale angloindiana ha prima acquistato e poi chiuso l’acciaieria del posto

Durissimo attacco dei commissari dell’ex Ilva ad ArcelorMittal, l’azienda che vuole ritirarsi ora dalle acciaierie di Taranto. Nel corso del contezioso civile in corso a Milano, i legali dei commissari straordinari nominati dal governo hanno presentato una memoria in cui criticano aspramente la multinazionale angloindiana e i suoi metodi di lavoro. Secondo loro la ditta starebbe portando avanti “consuete logiche” di “un capitalismo d’assalto”: insomma, sembra la stessa denuncia che alcuni ex dipendenti di ArcelorMittal avevano fatto al nostro Gaetano Pecoraro.

I legali dei commissari non si fermano qui e spiegano: le logiche d’assalto sarebbero quelle per le quali “se a valle dell’affare concordato si guadagna allora ‘guadagno io’, mentre se invece si perde ‘perdiamo insieme’”. Il gruppo, sempre secondo i legali, starebbe quindi cercando di dimezzare “surrettiziamente” l’occupazione, portandola da 10.700 dipendenti ad appena 5.700, riporta il quotidiano La Repubblica.

Non è la prima volta che sentiamo parlare di questo presunto tipo di logica nelle scelte aziendali di ArcelorMittal, la multinazionale angloindiana che da qualche anno si è impegnata con Ilva. Nel servizio di Gaetano Pecoraro, che potete rivedere cliccando qui, i commissari della fabbrica di Taranto parlavano di una precisa strategia industriale, in riferimento ai licenziamenti annunciati, tesa a “uccidere un proprio importante concorrente nel mercato europeo”.

La tesi sarebbe questa: ArcelorMittal comprerebbe le mega acciaierie concorrenti con il solo scopo di chiuderle. A denunciare questa possibile attività sono stati anche gli ormai ex dipendenti di una fabbrica a Liegi, in Belgio: “Si diminuisce il personale, si licenziano gli operai e ogni volta si accetta e si crede che andrà bene così”, ci dice l’ex operaio Frederich. “Alla fine chiudono tutto”.

La storia dell’acciaieria di Liegi sembra, per molti aspetti, simile a quella di Taranto. Una industria enorme che dava lavoro a diecimila persone. Ma dopo l’arrivo di ArcelorMittal, le cose sono cambiate. Potete rivedere la vicenda nel servizio di Gaetano Pecoraro che trova in testa a questo articolo.

E mentre si discute a suon di carte bollate sul futuro dell’acciaieria, il presente degli operai è parimenti inquietante: nella notte ci sono state tre violente esplosioni all’interno della fabbrica che solo per miracolo non hanno ferito nessuno. Questi eventi però, secondo i sindacati, mostrano il disperato bisogno di manutenzione che c’è negli stabilimenti. Le nuvole grigie sopra all’ex Ilva di Taranto, insomma, continuano ad addensarsi. 

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