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“In Italia 5,9 milioni di persone contagiate”. Lo studio dell'Imperial College

Secondo un nuovo studio dell’Imperial College di Londra in Italia ci sarebbero già 5,9 milioni di persone contagiate. Mentre in Europa le morti evitate con le misure di distanziamento sociale potrebbero essere fino a 120mila

Il 9,8% della popolazione italiana, al 28 marzo 2020, sarebbe stato infettato dal SARS-CoV-2. È quanto sostiene un nuovo studio degli epidemiologi dell’Imperial College di Londra che esamina l’impatto delle misure di contenimento in 11 paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Secondo gli studiosi nel nostro paese 5,9 milioni di persone sarebbero già state contagiate dal Covid-19. Lo studio ha inoltre calcolato il numero di vite umane che sarebbero state salvate grazie alle misure di contenimento del contagio negli 11 paesi europei interessati. Potrebbero essere fino a 120mila le morti evitate con le dure misure di distanziamento sociale adottate in questi paesi. Mentre in Italia le morti evitate con gli interventi sarebbero 38mila, con un intervallo che va da 13mila fino a 84mila vite che potrebbero essere state salvate nel nostro Paese. 

“È ovviamente un momento difficile per l’Europa”, ha detto Samir Bhatt, uno degli autori dello studio e professore della School of Public Health dell’Imperial College. “Ma i governi hanno preso decisioni importanti per assicurare che i sistemi sanitari non arrivino al collasso. E ci sono prove solide che queste misure abbiano iniziato a funzionare e che la curva si stia appiattendo. Pensiamo che un ampio numero di vite siano state salvate. Ma è ancora troppo presto per dire che abbiamo controllato il contagio e decisioni ancora più difficili dovranno essere prese nelle prossime settimane”. 

“In Italia, come in altri Paesi europei”, scrivono i ricercatori, “stimiamo che le infezioni riconosciute siano di diversi ordini di grandezza inferiori rispetto a quelle reali. Soprattutto per la presenza di soggetti asintomatici o con pochi sintomi oltre che alla limitata capacità di fare test”. 

Nel nostro Paese, secondo uno studio dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), seguendo le tendenze attuali, tra il 5 e il 15 maggio si potrebbero azzerare le nuove diagnosi di contagio da Covid-19. Ma alcune regioni, come Piemonte e Veneto, potrebbero raggiungere questo obiettivo già entro il mese d’aprile. Lo studio è infatti condotto regione per regione e mira a prevedere una data di fine del contagio su tutto il territorio nazionale. 

Alcune regioni sembrano essere più avanti di altre verso la fine dei contagi: prima fra tutte il Trentino-Alto Adige, dove la data prevista è il 6 aprile. Seguono Basilicata (7 aprile), Valle D’Aosta (8 aprile) e Puglia (9 Aprile). Per la Lombardia, una delle regioni più colpite dall’emergenza, la data prevista per arrivare a zero contagi è il 22 aprile. Ultima, secondo queste previsioni, arriverà la Toscana, il 5 maggio: nella regione infatti la curva si sta appiattendo più lentamente. I dati sono comunque aggiornati di giorno in giorno. 

“Va notato che il numero dei casi in questo momento non è pari al numero degli abitanti del Paese attualmente infettati, ma solo a quello di coloro che sono risultati positivi al test”, avverte Franco Peracchi, autore dello studio. “La quantità di persone attualmente infettate è probabilmente maggiore di un intero ordine di grandezza. Inoltre, la proporzione fra i casi positivi e il numero di persone infettate in ogni momento dato non va considerata costante, perché i criteri e l’intensità dei test variano nel tempo e fra regioni”. 

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