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Il Guardian rivela: “La richiesta d'aiuto dell'Italia allo scoppio del coronavirus ignorata dall'Ue”

Il quotidiano britannico The Guardian ricostruisce le primissime mosse dell’Unione europea allo scoppio del coronavirus in Italia, e ne emergono diversi fallimenti nell’affrontare la pandemia

“Nessuno stato membro dell’Unione europea ha risposto alla richiesta di aiuto dell’Italia”. Sono le parole di Janez Lenarčič, commissario europeo per la gestione della crisi, riportate dal Guardian in un’inchiesta su come è stata gestita la pandemia a livello europeo da quando tutto è iniziato. La testata britannica ha analizzato registri interni e intervistato decine di funzionari e esperti dell’Unione europea. Quello che emerge è un’Europa che ha risposto con il silenzio alla richiesta di aiuto italiana, lanciata il 26 febbraio scorso agli stati membri dell’Unione dal premier Giuseppe Conte. “Non solo l’Italia non era preparata, nessuno era preparato”, continua Lenarčič. “La mancanza di una risposta alla richiesta italiana non era tanto una mancanza di solidarietà. Era una mancanza di preparazione”.

“Abbiamo convocato la prima riunione del comitato di coordinamento della crisi il 28 gennaio. La Commissione aveva preso la minaccia seriamente”, dice Janez Lenarčič. Ma l’interesse dei media, racconta il Guardian, sembrava essere da un’altra parte. E alla conferenza stampa per avvertire l’Europa che bisognava prepararsi per quello che stava arrivando, “la stanza era quasi vuota”, ricorda Lenarčič. “Speravamo che ci fosse comunque qualche eco di quello che avevamo detto sui media il giorno dopo. Ma non abbiamo trovato molto perché tutta l’attenzione dei media a Bruxelles era rivolta all’ultima sessione plenaria del parlamento europeo alla quale hanno partecipato i membri del Regno Unito”. Infatti proprio in quei giorni il Regno Unito stava per lasciare l’Unione Europea e tutta l’attenzione era rivolta alla Brexit. 

Nel weekend tra il 29 febbraio e il 1 marzo, riporta il Guardian, più di 2mila persone erano contagiate in Europa. In Italia 35 persone erano morte. Gli stati membri europei iniziarono ad agire in solitudine per imporre restrizioni all’esportazione di materiale sanitario essenziale. E presto i dispositivi di protezione individuale così essenziali per affrontare la pandemia erano terminati.

Da tutto questo, continua Lenarčič, si è imparato qualcosa: “La logica è di dare alla commissione i mezzi per supportare di più gli stati membri. Perché quando l’Italia ha chiesto aiuto, nessuno poteva aiutarla. Io ci vedo una chiara lezione qui: la maggioranza del pubblico europeo desidera avere più Europa su problemi come questo”. 

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