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Pescatori trattenuti in Libia: “Di Maio mi ha appena annunciato che sono liberi” | VIDEO

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Silvio Schembri parla con il sindaco di Mazara del Vallo, il paese di 8 dei 18 pescatori trattenuti in Libia da inizio settembre dopo essere stati arrestati mentre pescavano a 80 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali. Il primo cittadino annuncia: “Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio mi ha appena comunicato che i nostri uomini da questo momento sono liberi”. Con Silvio Schembri vi avevamo raccontato il dolore delle famiglie e alcune cose che sembravano non tornare in questa delicata vicenda internazionale

Sono finalmente liberi i 18 pescatori di Mazara del Vallo (tra cui 8 italiani) prigionieri in Libia dallo scorso settembre, dopo una battuta di pesca a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi, di cui ci ha raccontato Silvio Schembri nel suo servizio, che potete rivedere qui sopra.

Lo ha annunciato alla Iena il sindaco di Mazara del Vallo, che per telefono (come potete ascoltare cliccando qui) ha spiegato: “Ho appena ricevuto la chiamata da Bengasi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che mi ha comunicato che i nostri uomini da questo momento sono liberi. Già dalle prime ore dell’alba attendevamo questa notizia, perché sappiamo che da ieri notte a Bengasi c’era un’attività frenetica. I nostri uomini sono già sui pescherecci, il motore di uno dei due motopesca è già acceso. Attendiamo che anche l’altro si possa mettere presto in movimento. Non auguro più a nessuno di dover rivivere giornate come queste”.

Dopo che la moglie di uno dei pescatori aveva ricevuto dal marito, qualche ora fa, un messaggio audio inequivocabile: “Siamo liberi”, si era diffusa la notizia del “blitz” diplomatico del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che questa mattina molto presto sono volati a Bengasi, con l’obiettivo di riportare subito dalle loro famiglie i 18 pescatori trattenuti in Libia.

Con Silvio Schembri vi avevamo raccontato del dolore delle famiglie ma anche di un problema con cui i pescatori della marineria di Mazara del Vallo convivono da alcuni anni: l’assenza della “Vigilanza pesca”, un servizio svolto dalla Marina militare italiana a sostegno di tutte le navi e pescherecci battenti bandiera italiana che si trovano nelle acque di fronte alla Tunisia e alla Libia, che, nel Mediterraneo orientale, da un paio d’anni non funzionerebbe più. E infatti anche la notte del sequestro dei nostri 18 pescatori era stato lanciato l’allarme, ma nessuno è riuscito a intervenire in tempo.

Avevamo inoltre parlato di un presunto accordo per il trasferimento di prigionieri tra l’Italia e la Libia, così come dimostrava il video di una tv libica in cui interviene proprio l’ambasciatore libico in Italia. Questo perché il generale Haftar avrebbe chiesto la liberazione di quattro presunti calciatori detenuti in Italia con l’accusa di essere trafficanti di uomini, condannati a 30 anni di carcere.

Dopo il nostro servizio, il ministero degli Esteri e il ministero della Difesa hanno voluto chiarire alcuni aspetti da noi trattati, nella nota che potete leggere qui. Resta comunque il fatto che le autorità militari italiane intimano ai nostri motopesca di non entrare nell’area delle acque internazionali autodichiarata come “Zona esclusiva” dalle autorità libiche e controllate dalle motovedette di Haftar, la cui autorità, come dichiara la stessa nota ministeriale, l’Italia non riconosce.

Il ministro Di Maio ha sostenuto che i pescatori fossero in una zona dove non dovevano andare in quanto zona di guerra dichiarata ad alto rischio. Quello che rimane da capire è come quel tratto di mare possa essere considerato “zona di guerra” se nessuna delle due fazioni libiche dispone di effettiva forza navale.

Oggi però arriva la bellissima notizia della liberazione dei 18 pescatori, e insieme a questa anche i primi inevitabili commenti politici. Tra cui quello di Matteo Salvini, leader della Lega, che dice: “Conte e Di Maio a Bengasi dopo 108 giorni. Con comodo...”. Ironia e critiche anche da parte di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che ritiene “indecente” il vantarsi per la liberazione dei pescatori. Intanto celebriamo con le famiglie dei pescatori il loro rientro e stasera a Le Iene vi mostreremo nuovi dettagli.

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