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Roberto deve operarsi per il linfoma: "Ho le metastasi, non posso aspettare” | VIDEO

Roberto Luciani, 60 anni, di Roma, si fa portavoce dei tanti malati che da mesi attendono una visita o esami importanti e che inevitabilmente sono stati cancellati per l’emergenza del coronavirus

“Ho bisogno con urgenza di sottopormi a visite ed esami per poi operarmi. Ora con l’emergenza coronavirus non so quanto potrò andare. Il tempo stringe e aumenta la paura che possa peggiorare”. Roberto Luciani, 60 anni, dalla provincia di Roma manda a Iene.it il suo appello, che potete vedere qui sopra.

Nella giornata in cui i contagi da coronavirus superano i 101mila casi in tutta Italia e al contempo i guariti sono ben 1.590 in 24 ore (il giorno prima erano 646), Roberto porta l’attenzione su tutti gli altri malati quelli che per fortuna non hanno riscontrato il COVID-19, ma hanno comunque bisogno di assistenza.

“Ci siamo anche noi. Non dimenticatevi dei malati oncologici che dagli ospedali stanno aspettando esiti o visite importanti”, dice Roberto. Dalla scorsa estate sta facendo analisi e controlli dentro e fuori dagli ospedali della Capitale. “Tutto ha avuto inizio per una protuberanza in testa, fino alla diagnosi: linfoma cutaneo. È risultato che ho metastasi in tutto il corpo, specialmente due macchie sospette ai polmoni”.

Proprio per questo esame a fine febbraio è riuscito a prendere appuntamento in ospedale per il 23 marzo. “L’emergenza del coronavirus ha annullato tutto perché è anche comparso un caso e quindi hanno dovuto sospendere qualsiasi visita. Per i ricoveri ci sono nuove regole come un degente per stanza, ma così si allungano i tempi”, spiega Roberto. Come lui sono tantissime le persone che hanno bisogno di cure e assistenza negli ospedali italiani, oggi al collasso per gestire i pazienti COVID-19. “Ho bisogno della chirurgia toracica che possa dire con certezza l’avanzamento del mio male. Ora ho anche paura di infettarmi con il coronavirus”, dice Roberto che tramite Iene.it lancia il suo appello. “Non dimenticatevi anche di noi malati oncologici”.  

E a lanciare l'appello sulla prevenzione contro i tumori sono anche i medici. "Un tumore non può aspettare", ci ha spiegato un chirurgo oncologico, che preferisce rimanere anonimo. "Al momento mandiamo avanti solo le operazioni urgenti, quelle le garantiamo. Mentre le patologie benigne aspettano". I pazienti oncologici sono fra quelli più a rischio di contrarre il coronavirus, perché immunodepressi. "La chirurgia oncologia deve essere separata dal covid, altrimenti metteremmo a rischio i nostri pazienti. Ma la chemioterapia deve ovviamente andare avanti, e quindi si cerca di gestire l'emergenza del coronavirus e allo stesso tempo portare avanti le cure dei nostri pazienti oncologici". Quali sono oggi i pazienti più a rischio? "Quelli per cui c'è un sospetto, per esempio, vengono rimandati. Gli ambulatori sono chiusi, non facciamo visite, e di fatto la prevenzione oggi non esiste. Sullo screening rischiamo di tornare indietro. Ma è l'unica cosa che possiamo fare ora: metti che vieni a farti la mammografia in ospedale, lì c'è il reparto covid e ti metto a rischio di contrarre il virus. Nell'emergenza si mette sul piatto della bilancia le due cose, e si decide. Il problema però è che la mancata prevenzione farà rimbalzare il numero dei tumori". 

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