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La prima linea della lotta al Covid, tra chi lotta e chi finalmente torna a casa | VIDEO

“In una settimana abbiamo aggiunto 80 posti letto che derivano dalla chiusura di altri reparti”. Aumentano velocemente i ricoverati Covid dell’ospedale di Padova. Da qui Alessandro Politi e Marco Fubini ci raccontano la prima linea della lotta alla seconda ondata di coronavirus. Andiamo a trovare anche i pazienti che abbiamo conosciuto in queste settimane e, mentre alcuni stanno ancora lottando, c’è anche chi può finalmente tornare a casa

È più di un mese che siamo all’interno dell’azienda ospedaliera di Padova per raccontarvi in prima linea come stiamo combattendo la seconda ondata di coronavirus. Una delle cose più impressionanti è la velocità con cui stanno aumentando i ricoverati. Come spiegano i medici dell’ospedale a Alessandro Politi, qui smantellano reparti interi che prima erano dedicati ad altro per far spazio ai malati Covid. “In una settimana abbiamo aggiunto 80 posti letto che derivano da chiusura di altri reparti”, dice il direttore generale Luciano Flor.  La Iena è andata a vedere come stanno cambiando le cose per far spazio ai pazienti colpiti dal coronavirus.

Andiamo anche a trovare alcuni dei pazienti Covid che abbiamo conosciuto in queste settimane. Come Mario, che finalmente può tornare a casa. Quando andiamo lì per salutare, la sua felicità contagia anche noi. “Posso dire di rinascere per la terza volta!”, dice Mario alla Iena. “È stata talmente dura che rinasco di nuovo”. Due giorni dopo, come potete vedere qui sopra, lo andiamo a trovare a casa sua, dove ci mostra il suo mondo: “Ho vissuto questo rientro come uno che è stato in prigione e ha ritrovato la libertà”.

La Iena incontra poi Alessandro, un ragazzo che abbiamo conosciuto settimana scorsa e che ci aveva chiesto di far sentire al padre, ricoverato in terapia intensiva a Padova, il suo messaggio. Gli diciamo che abbiamo il filmato di quel momento. Lo avvertiamo che le immagini sono molto forti. “Voglio vederlo”, risponde, e mentre guarda il video, a un certo punto il suo viso si rasserena e tra le tante emozioni compare un sorriso: “È mio papà ed è ancora là che lotta. Questo è ciò che conta. Vorrei abbracciarlo. Lo so che è grave, però è là. Sono sicuro che ha sentito il  mio messaggio. Fa male averlo visto così, ma l’ho rivisto e questo mi fa sperare, perché davanti alle difficoltà è un leone. Io voglio rivedere il mio papà, voglio toccarlo di nuovo”. 

Ecco qui sotto i servizi precedenti dall’Azienda ospedaliera di Padova.

La prima linea della lotta al coronavirus

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