“La mafia e l'antistato arrivano dove lo Stato non si muove” | VIDEO
Giulio Golia torna a Napoli per parlarci del lato buono di questa emergenza. Sono tantissimi i volontari impegnati in prima linea per donare alimenti a chi non arriva a fine mese, ma se lo Stato non si muove, dove la beneficenza non può arrivare è concreto il rischio che possa infilarsi la mafia, come ci raccontano tre magistrati: il procuratore nazionale antimafia De Raho, il procuratore capo di Catanzaro Gratteri, e l’ex sostituto procuratore della Dda Maresca
“La mafia si muove dove c’è il bisogno e le persone non riescono a mettere il piatto a tavola. La solidarietà è enorme, ma purtroppo, per definizione, limitata. Se lo Stato non si muove, arriverà prima l’antistato”. A dirlo è Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. Il suo pensiero è lo stesso che abbiamo provato a raccontarvi la scorsa settimana.
Con Giulio Golia vi abbiamo parlato del grave pericolo della criminalità organizzata che può sfruttare un momento difficile come questo per arricchirsi (clicca qui per il servizio). Un pericolo che si insinuerebbe laddove la rete di solidarietà, che a Napoli sta facendo i salti mortali, non riesce ad arrivare.
“Si presenta con la faccia buona di chi ti fa la spesa”, dice Catello Maresca, ex sostituto procuratore della Dda di Napoli. “Su questo rafforza quel sostegno sociale che le consente di crescere e operare”, aggiunge il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. È come se “tira la corda, ma non la spezza”, chiosa Nicola Grattieri, procuratore capo di Catanzaro.
Nel primo servizio di Giulio Golia vi abbiamo mostrato la difficoltà dei quartieri più a rischio per lanciare un appello allo Stato. “Ogni giorno di ritardo apre possibilità alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta, di approfittarne”, sostiene De Raho. Ma a Napoli, anziché questo messaggio dal nostro servizio ne sarebbe passato un altro. “Per Le Iene quello che c’è dietro alla beneficenza fatta a Napoli è grazie alla camorra”, dice uno dei tanti volontari impegnati in prima linea. Una conclusione dettata forse anche da un errore del nostro sito, che poi abbiamo corretto, dove si veniva fatta una generalizzazione sugli aiuti.
In questo fraintendimento si è scatenato il putiferio. Anche gli stessi volontari se la sono presa con Giulio Golia. “Sei stato veramente una iena. Sei un figlio rinnegato di Napoli perché hai raccontato solo il lato peggiore”, dice uno di loro. Sono volati insulti, accuse pesantissime e perfino minacce.
Così abbiamo cercato un punto d’incontro per chiarirci, e raggiungiamo un ragazzo che ci ha criticato con un video sui social a Ischia. Ma dopo 20 minuti di urla e minacce di querela al procuratore gettiamo la spugna. “Se lo Stato non si muove, la camorra approfitterà di tutto come ha sempre fatto”, dice un passante. Ed è proprio questo il punto della questione che abbiamo affrontato nel servizio per cercare di alzare l’attenzione per chiedere allo Stato di intervenire.
“Ultimamente in televisione Napoli viene attaccata e criticata continuamente. A un certo punto non ce la facciamo più”, aggiunge una donna. Durante questo confronto arriva almeno una buona notizia: “Apriremo uno sportello di ascolto per tutti i problemi che possono avere famiglie, artigiani, piccoli negozianti”, annuncia la presidente della Fondazione Banco di Napoli, Rossella Paliotto. “Lo Stato ancora non ha fatto arrivare la cassa integrazione di marzo e a oggi le aziende non riescono a fare le pratiche presso le banche. E queste non sono nella condizione di erogare le somme. Sono passati due mesi e non è arrivato niente di niente, nemmeno un euro. In questa situazione si muove l’antistato, punto”.
L’impegno della Fondazione Banco di Napoli, delle associazioni, e dei tanti singoli che si sono dati fare, corre insieme a quello del Comune. “Siamo arrivati ai poverissimi, 27mila famiglie circa”, spiega il sindaco Luigi De Magistris. “E poi a qualche migliaio di persone con il banco alimentare di mutuo soccorso”. Un impegno però che non può andare avanti ancora per molto se lo Stato non si muove. “La solidarietà con le sue risorse ha un tempo limitato. Se lo Stato non fa il suo dovere per consentire alle persone di mantenere la loro dignità, entra in campo l’antistato. Ora stiamo camminando su questo filo”.