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Mascherine, conflitto d'interessi per la moglie di Sileri? Esposto Codacons all'Anac | VIDEO

Con Filippo Roma e Marco Occhipinti vi abbiamo raccontato la storia delle mascherine vendute al Policlinico Umberto I di Roma da un’azienda in cui lavorerebbe come agente di zona la moglie del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Ora il Codacons chiede all’Autorità anticorruzione di verificare l’eventuale conflitto di interessi denunciato da Le Iene, mentre due senatori leghisti chiedono chiarimenti al ministro della Salute

Il Codacons presenta un esposto all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, sul caso del presunto conflitto di interessi del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, di cui ci hanno parlato nel servizio di Filippo Roma e Marco Occhipinti di martedì scorso che potete vedere qui sopra. Parliamo di mascherine ospedaliere per la ventilazione che, secondo una segnalazione che abbiamo ricevuto, sarebbero "mascherine vendute agli ospedali come sterilizzabili", mentre secondo la loro scheda tecnica risulterebbero soltanto disinfettabili.

A firmare l’esposto è l’avvocato Giuseppe Ursini, per conto dell’associazione per i diritti dei consumatori Codacons: “Il servizio de Le Iene ha sollevato dubbi, e perplessità finanche la possibile sussistenza di un conflitto di interessi in relazione al ruolo della moglie del viceministro grillino alla Salute Pierpaolo Sileri, che lavorerebbe all’interno di una ditta che vende prodotti agli ospedali pubblici, nel caso specifico mascherine all’Azienda dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria Policlinico Umberto I di Roma e che figurerebbe, nei documenti della ditta, come agente di zona, ovvero come colei che si occuperebbe, tra le altre cose di fornire direttamente informazioni sui prodotti presentati in gara”. La fornitura, sottolinea anche l’esposto di Codacons, sarebbe stata confermata appena dieci giorni dopo la nomina di Sileri a viceministro alla Salute: “Chiediamo all’Anac di aprire immediatamente un’apposita istruttoria volta a valutare la vicenda”.

Intanto la Lega chiede con un’interrogazione parlamentare che il governo chiarisca in aula. “Vista la delicatezza della questione medica e morale”, scrivono i senatori leghisti William De Vecchis e Claudio Barbaro firmatari dell’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza, “chiediamo spiegazioni sia sul presunto conflitto di interessi che sull’affidabilità dei dispositivi medici forniti dalle ditte appaltatrici”.

Un punto quest’ultimo, relativo al sospetto avanzato da uno dei nostri segnalatori, che ci aveva detto appunto: “Dichiarano che i prodotti sono sterilizzabili e che quindi rispettano la richiesta dell’ospedale, ma in realtà secondo la scheda tecnica del produttore sono soltanto disinfettabili. Una situazione pericolosa, perché se entra in contatto con un paziente immuno-compromesso e questo si prende un’infezione ci muore… è pericoloso sì”.

“Comunque datemi la lista delle ditte che forniscono mascherine che dovrebbero essere sterilizzabili e invece sono solo disinfettabili e io mi attivo e chiederò chiarimenti, a partire da questa azienda”, aveva detto il viceministro.

Sulla vicenda, il viceministro ci ha detto: “Mia moglie non fa la rappresentante, è una tecnica, è un’amministrativa, una segretaria. Mia moglie purtroppo, diciamo, è proprio l’ultima l’ultima l’ultima della catena di quella ditta, proprio, cioè potere decisionale zero”. Dichiarazioni che però contrasterebbero con le carte di quella fornitura, che vi abbiamo mostrato e che parlano della moglie del viceministro come di “un’agente di zona”. Avevamo poi anche sentito due rappresentanti di prodotti ospedalieri su Roma e le farmacie di policlinico Gemelli e policlinico Umberto I, che smentiscono la tesi di Sileri sul ruolo da segretaria della donna, ricordandola tutti come l'agente venditrice della ditta che ha fornito le mascherine all'ospedale romano.

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