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Molestie sessuali: Weinstein e Brizzi, due casi a confronto | VIDEO

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Roberta Rei vola negli Stati Uniti per intervistare Ronan Farrow, il giornalista Premio Pulitzer che ha fatto scoppiare lo scandalo delle molestie del produttore di Hollywood Harvey Weinstein, appena riconosciuto colpevole. L’occasione per fare un parallelismo con la vicenda Fausto Brizzi, di cui siamo stati i primi a parlarvi. Ma, se negli Usa si è arrivati alla condanna di Weinstein che ora rischia fino a 25 anni di carcere, perché in Italia si mette invece alla gogna chi ha denunciato?

Roberta Rei torna a parlare di molestie sessuali nel mondo dello spettacolo, dopo la lunga inchiesta sul caso delle presunte violenze del regista italiano Fausto Brizzi. Lo fa concentrando l’attenzione sullo scandalo che ha coinvolto negli Stati Uniti il potentissimo produttore cinematografico di Hollywood Harvey Weinstein, che è appena stato giudicato colpevole di stupro e atti sessuali nei confronti di due donne e rischia fino a 25 anni di carcere.

La Iena intervista in esclusiva il giornalista americano (e premio Pulitzer per la sua inchiesta) Ronan Farrow, figlio di Mia e Woody Allen che per primo ha raccontato al mondo le abitudini “predatorie” di Weinstein. Dal 2017 il giornalista ha raccolto una dozzina di testimonianze di attrici che hanno subìto molestie e aggressioni sessuali. Se in America si è arrivati al verdetto, in Italia non è successo nulla, anzi le stesse Iene sono state accusate di aver messo il regista Fausto Brizzi alla gogna, applicando un fantomatico “metodo iene”.

Per capire le differenze tra le due vicende siamo volati negli Usa a intervistare Ronan Farrow. “Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto un grande sostegno per queste testimonianze, ma credo che in un Paese come l’Italia non si andata così”, esordisce il reporter.

Quando gli spieghiamo della nostra legge in base alla quale occorre denunciare entro sei mesi, ci dice: “In Italia non c’è abbastanza tempo per denunciare, perché alcune persone hanno bisogno di anni per trovare la forza  di parlarne”.

Gli facciamo vedere alcune delle testimonianze che abbiamo raccolto, con le denunce delle ragazze contro la stessa persona, Fausto Brizzi, accusato da donne che non si conoscevano tra loro: “Quello che le ragazze descrivono in questo video è quello che le mie fonti mi dicevano di Weinstein, si tratta di qualcuno che accetta un semplice provino e si ritrova a essere toccato senza il suo permesso. Sicuramente quello che stanno descrivendo queste donne è estremamente grave, mi sembra che descrivano uno stupro”.

Ronan Farrow racconta delle moltissime pressioni che ha subìto da chi voleva fermare la sua inchiesta: “Ci sarebbe pure stato un accordo tra Weinstein e il boss della tv per cui lavoravo, per insabbiare la mia storia”. Quando gli chiediamo perché in Italia il movimento “Me Too” è stato un fallimento, il giornalista non ha dubbi: “Il problema è che l’Italia è un eccezione in questo senso. Le donne in Inghilterra, Stati Uniti, Australia hanno dato il loro sostegno, in Italia invece è stato uno schiaffo morale vergognoso. Non voglio giudicare la vostra cultura ma mi sembra, e me lo hanno detto le mie testimoni italiane, che è molto più difficile perché è un ambiente molto più misogino”.

E poi racconta del coraggio incredibile di una donna, Ambra Gutierrez, la modella italo-filippina che ha denunciato Weinstein raccogliendo di nascosto la sua “confessione”: “È stata incredibilmente coraggiosa. Aveva molte persone attorno a lei che cercavano di zittirla e nel momento in cui è stata abusata è andata dritta alla polizia. Poi è tornata volontariamente dall’uomo di cui aveva paura e lo ha registrato. Sostanzialmente ha ottenuto una confessione da Harvey Weinstein”.

Roberta Rei l’ha incontrata: “Dopo la mia denuncia sono stata attaccata da molti giornali vicini a quella persona e sono stata reputata una prostituta, una ricattatrice, sono stata descritta come una ragazza che cercava un ruolo in un film, e che quindi l’aveva denunciato per questo. Mi hanno completamente distrutto e mi ritrovai anche a non poter entrare in alcune discoteche e alcuni ristoranti. A quel punto ho capito la potenza che questa persona aveva…”.

Una donna coraggiosa come Ambra è Giulia Bassignana, che non ha avuto paura di denunciare Fausto Brizzi, anche se sta ancora aspettando giustizia, a differenza di quanto accade negli Usa: “Qua in Italia da vittime siamo quasi passate a carnefici, hanno parlato del ‘metodo Iene’, e questo è brutto perché vuol dire che siamo ancora molto indietro. A questo punto mi chiedo come funziona: se io porto tutte le prove, ancora dopo un anno non si sa niente. Aspetto che la giustizia faccia il suo corso ma non voglio fermarmi, voglio andare avanti perché non è giusto”.

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