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Dubbi e bugie sulla morte di Mario Biondo, 7 anni dopo per la terza autopsia è suicidio | VIDEO

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Con Cristiano Pasca ricostruiamo i dubbi e le bugie attorno alla morte di Mario Biondo, il cameraman italiano trovato morto nella sua casa di Madrid il 30 maggio 2013. Sette anni dopo è stata compiuta la terza autopsia sul suo corpo. Per gli inquirenti si è trattato di suicidio, una conclusione che la famiglia non accetta

Noi non ci fermiamo. Non è giusto giocare sulla vita di nostro figlio”. Lo dicono Santina e Pippo Biondo, i genitori di Mario, il cameraman siciliano sposato con Raquel Sanchez Silva, una star della tv spagnola e trovato impiccato nel salotto di casa sua a Madrid il 30 maggio 2013. “Chiunque ha capito che si è trattato di un omicidio, che ci sono state manipolazioni…”, sostiene la madre che da 7 anni non si dà pace per trovare la verità. La morte è stata da subito archiviata come suicidio. Ma ci sono ancora bugie, zone d’ombra e fatti inspiegabili da chiarire. Pippo e Santina non si sono mai arresi, nonostante le porte in faccia. Qualche tempo fa hanno raggiunto la prima vittoria: “Mario non era un assuntore di cocaina o alcolici”, stabilisce una tossicologa. Questi risultati ribaltano le dichiarazioni della moglie di Mario che qualche giorno la sua morte aveva detto il contrario alla polizia spagnola. 

Raquel e Mario si sono conosciuti quando lavoravano entrambi all’Isola dei Famosi spagnola. Lei come inviata e lui come cameraman. Sboccia l’amore e poco dopo lui presenta Raquel alla sua famiglia. Un rapporto normalissimo cresce fino ad abbattere tutte le differenze tra due vite diverse. È il 22 giugno 2012 si sposano: il ragazzo del popolo sposa una donna di successo perdutamente innamorata di lui, una fiaba a lieto fine. Ma un anno dopo lui viene trovato morto. È il 30 maggio 2013, attorno alle 17 è la domestica a trovarlo impiccato nel salotto di casa. Lui è attaccato a un foulard di seta. 

L’autopsia spagnola stabilisce la morte per asfissia da impiccagione e non essendo stati trovati altri segni di violenza il caso viene archiviato come suicidio. Come ci raccontano i familiari però, Mario non aveva nessun motivo per suicidarsi. Aveva appena venduto un nuovo programma scritto da lui, stava organizzando le vacanze a Formentera e la sera prima di morire aveva passato più di un’ora a messaggiare serenamente con i suoi fratelli.

La madre di Mario comincia ad annotare tutto quello che non torna. Per esempio, Raquel cambia tre volte versione su quella morte. La prima è che si sarebbe suicidato perché dopo aver fatto il test di fertilità aveva scoperto di avere pochi spermatozoi. La seconda: siccome aveva assunto cocaina e non riusciva a dormire, avrebbe provato a rilassarsi con l’asfissia. La terza versione riguarda un gioco erotico che Mario avrebbe fatto da solo eccitandosi con dei siti porno.

Si apre allora un fascicolo presso il tribunale di Palermo. Ma dalla Spagna non arriva tutta la documentazione necessaria a valutare la morte di Mario. Viene fatta una seconda autopsia in Italia e Procaccianti, il medico legale italiano, scopre che le cose dichiarate dal medico spagnolo sarebbero false. Il medico legale spagnolo viene indagato. Anche il medico italiano però arriva alla conclusione che probabilmente si tratta di suicidio.

La famiglia però chiede una terza valutazione al professor Diego Milone ed emergono, come ci racconta Cristiano Pasca, dei dati che lasciano molti dubbi sul suicidio. A partire da un’emorragia cerebrale incompatibile con lo strangolamento, che potrebbe essere invece stata causata da un colpo in testa. C’è un altro dettaglio, il solco sul collo di Mario continua anche dietro la nuca in una zona dove il foulard non poggiava. È come se prima di impiccarsi il suo collo fosse stato stretto da qualcos’altro. La posizione del cadavere inoltre sembra più quella di un corpo che dopo morto è stato posizionato così, piuttosto che quella di un uomo che si è impiccato. La libreria a cui è appeso poi, è perfettamente in ordine, ma un corpo agonizzante per l’asfissia si muove ed è difficile pensare che non sposti nemmeno un libro.

L’ultima cosa che non torna sono gli orari per gli spagnoli non hanno mai rappresentano un problema, ma che i magistrati italiani hanno voluto approfondire. Tre diversi documenti stabiliscono tre orari diversi della morte. “Il primo referto dice alle 4 del mattino, poi abbiamo un certificato di morte che dice alle 6 del mattino”, sostiene la mamma. Per la famiglia non sono verosimili, piuttosto si propenderebbe per dopo l’una di notte. “Nello stomaco di mio figlio sono stati trovati residui di carne”, dice la madre. “È verosimile che lui abbia cenato verso le 22”. Un orario confermato anche dalla sua dirimpettaia che dice di averlo visto in cucina a prepararsi un caffè tra le 23 e le 24. 

È importante fissare a che ora sia avvenuto il decesso perché sempre la donna dell’appartamento di fianco è certa di aver sentito verso mezzanotte degli strani rumori. “Ho sentito respiri forti, gemiti”, sostiene durante un interrogatorio. Ancora nessuno ha chiarito dove si trovasse Raquel quella notte. “Sono partita il 29 da Madrid e sono arrivata verso le 23 a casa di mia madre a Plasencia”, sostiene la donna. Secondo alcuni media spagnoli, lei quella notte sarebbe stata a Madrid a casa di un suo amico, Finca de Sarasola. Quest’ultimo sarebbe la persona che compare a fianco di Raquel quando torna  a casa il giorno della tragedia. 

Invece è stato accertato che non corrispondono al vero quello che lei avrebbe detto sull’uso di droghe da parte di Mario. “Quando l’ho conosciuto, lui era consumatore abituale di cocaina. L’ultima volta che l’ha fatto è stato tre settimane fa”, ha dichiarato lei alla polizia spagnola. Ma quando viene sentita dai magistrati italiani sembra avere una versione differente: “In Honduras mi avevano detto che Mario aveva avuto a che fare con la droga. Ma durante la nostra convivenza non l’ho mai visto utilizzarla”. Durante un’audizione ha aggiunto: “Mario ha fatto diverse chiamate a un numero di telefono. Era il suo spacciatore”.

Dopo queste dichiarazioni il tribunale italiano esegue perizie sul computer di Mario ed emerge un’altra storia. Durante la seconda audizione gli inquirenti chiedono a Raquel se conosce un certo Ignacio, la persona che lui avrebbe sentito la sera prima. “Non ricordo”, replica lei. Gli inquirenti nel computer di Mario trovano l’intero backup della rubrica telefonica di Raquel in cui compare il contatto di questo soggetto, registrato nel 2008. Da quanto ricostruito emergono anche contatti frequenti tra lei e questo Ignacio. “Messaggi che hanno come oggetto lo scambio di sostanze stupefacenti”, dicono gli inquirenti. 

Qualche settimana fa sono usciti i risultati delle analisi tossicologiche sui capelli di Mario. “Emerge che non era assuntore abituale e ripetuto di cocaina o di altre sostanze”, dice la tossicologa. “Sono arrabbiata verso Raquel, oltre a non essere mai stata con noi per sapere la verità, ha sempre presentato mio figlio come la persona peggiore del mondo”, dice mamma Santina. 

Poi ci sono i misteri del computer di Mario. A casa di Mario e Raquel c’erano due computer: uno fisso e il portatile di lui. Le perizie dei magistrati italiani hanno rivelato nuovi elementi. Su entrambi i computer, infatti, risultano diverse ricerche su siti porno. “Spesso erano ricerche mirate, riguardavano Raquel”, dice l’avvocato della famiglia Biondo. “Mario era molto interessato al passato della moglie, quindi cercava materiale che potesse essere compromettente per lei”.

Il punto fondamentale però è che dopo quella notte, non essendo stato sequestrato nulla dalla polizia spagnola, Raquel ha continuato a utilizzare anche il computer di Mario. La giornalista spagnola in un primo momento sostiene di non aver fatto nulla su quel portatile se non cancellare le sue foto personali e afferma che nessuno a parte lei avrebbe toccato quel computer. In un secondo momento dirà ai magistrati che oltre alle sue foto avrebbe cancellato anche video della luna di miele. Dal computer sono stati cancellati ben 996 gigabite di memoria, cioè come decine di migliaia di foto. È improbabile, quindi, che fossero solo foto. Ma non è l’unica cosa che non tornerebbe: 15 giorni dopo la morte di Mario sul portatile viene installato un programma di controllo remoto. Chi l’ha installato?

A indicare che quel computer sarebbe stato anche nelle mani di qualcun altro a parte la moglie Raquel ci sono dei collegamenti wi-fi. È a questo punto che Raquel dice ai magistrati che l’opera di cancellazione “l’ho fatto io con mio cugino perché mio cugino è come mio fratello”. Il cugino di mestiere fa il tecnico informatico.

Le domande senza risposta sono tante. Com’è possibile che nel 2013, tutto è stato archiviato come suicidio in 3 settimane, quando da subito gli inquirenti spagnoli avrebbero saputo del solco sulla nuca di Mario? Un segno che non poteva aver fatto il foulard. Più andiamo avanti e più emergono particolari che fanno pensare a un omicidio e non a un suicidio. Eppure qualche mese fa quando si è conclusa la terza autopsia voluta dalla procura di Palermo, l’esito finale è stato ancora una volta suicidio. Una conclusione che la famiglia non ha assolutamente accettato. Ma anche in questa circostanza sarebbero successe cose strane. “È impossibile che tu effettuando un’autopsia faccia queste cazzate”, commenta la madre di Mario. Uno dei dubbi riguarda i campioni di tessuto allegati all’autopsia. “Più della metà avevano il numero contraffatto”, sostiene Santina. “Un 51-13 è stato fatto diventare 57-13”. E se si trattasse di reperti che provengono da due cadaveri differenti? “È normale che io pensi ci sia stata una manomissione?”, si chiede la mamma. E poi c’è l’anomalia che molti di questi reperti sono doppi. “Sicuramente si tratta di un altro corpo, è impossibile ci siano due numeri attribuiti alla stessa persona”, dice l’avvocato Morreale, legale della famiglia Biondo. 

Per vederci chiaro Pippo e Santina hanno deciso di denunciare tutto alla procura di Palermo. I reperti sono stati sequestrati per verificare se ci sia stata una sostituzione. “Tutto questo non è giusto, mio figlio è stato ammazzato anche nella dignità. E io ora devo ridargliela!”, dice la mamma in lacrime. E ora che cosa succederà in questa vicenda che dura da 7 anni? “L’ipotesi è che ci possa essere una richiesta di archiviazione da parte della procura”, dice l’avvocato Morreale. “Noi ci opporremo perché le valutazioni che sono state fatte non sono suffragate da motivazioni scientifiche che al di là di ogni ragionevole dubbio ci possano permettere di affermare che Mario si sia suicidato”. 

Guarda qui sotto tutti i servizi di Cristiano Pasca sul caso di Mario Biondo.

 

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