Morti nella Rsa di Soleto, aperta un'inchiesta: 3 indagati per la strage di nonni | VIDEO
La procura di Lecce avvia un’inchiesta sulla Rsa di Soleto, dove sono morti 17 anziani su 90 ospiti. Tre persone sono indagate per diffusione colposa di epidemia e abbandono di incapaci. Con Nina Palmieri vi abbiamo raccontato il dramma dei familiari e degli operatori che hanno lavorato in quella struttura
Tre indagati per diffusione colposa di epidemia e abbandono di incapaci nella Rsa “La Fontanella” di Soleto, nel Salento. La procura di Lecce apre un’inchiesta sulla casa di riposo dove al momento si contano almeno 17 morti su 90 ospiti, quasi tutti contagiati dal coronavirus. Nel servizio che potete vedere qui sopra, Nina Palmieri ci racconta di questa strage di nonni partendo dalle testimonianze dei familiari e di alcuni operatori che hanno lavorato all’interno della struttura.
Proprio gli esposti dei familiari hanno fatto scattare le indagini che dovranno accertare eventuali responsabilità. Nel registro degli indagati sono finiti i nomi dell’amministratore delegato della Rsa, don Vittorio Matteo, della direttrice Federica Cantore e del responsabile sanitario, Catello Mangione. Alcuni di loro a fine marzo sono risultati positivi al coronavirus. A questo punto la direzione della Rsa passa all’azienda sanitaria locale. Le indagini avviate nelle ultime ore dovranno stabilire se prima del 26 marzo sono stati rispettati tutti i protocolli previsti. Dovranno chiarire anche se in questa fase di passaggio tra una direzione e l’altra gli anziani sono stati abbandonati a loro stessi.
“Si aggrappavano e ti volevano parlare. Mi dicevano che non mangiavano da tre giorni. Era un lager”, racconta a Nina Palmieri un operatore sanitario subentrato proprio in quelle ore. La stessa situazione sembra confermata anche nelle parole di un operatore del 118: “I pazienti erano buttati a terra nel water. Erano nudi, non mangiavano da 4-5 giorni”.
Noi siamo riusciti a metterci in contatto con Carla, un’anziana di 87 anni ricoverata nella casa di cura: “Siamo riusciti a mangiare solo oggi”, sostiene al telefono il 29 marzo, il quarto giorno con la nuova gestione. “Non mi hanno mai dato nessuna medicina. Sento i brividi dal freddo. Nessuno mi ha mai misurato la temperatura”. Il giorno dopo dalle sue parole sembra che la situazione sia peggiorata. “Chiamo aiuto e nessuno viene. Ho sete, c’è una bottiglia sul tavolo, ma non posso muovermi”. Carla riesce a passare il telefono a un operatore: “Il nostro problema è che siamo in pochi. Dovremmo essere almeno più del doppio”. Ci dice che sono in 6 per 80 ospiti. Nel frattempo sarebbero aumentati i morti e il numero dei contagiati. “Ogni giorno chiedevo una videochiamata, ma non me la facevano”, racconta Sabrina, la figlia di nonna Paola. “Si sono visti gli anziani uscire nudi a chiedere aiuto”. Paola morirà poche ore dopo.
L’inchiesta dovrà chiarire inoltre se all’interno della Rsa ci sono stati anche possibili scambi di pazienti con inevitabili informazioni sbagliate date ai parenti. “Mi hanno chiamato dicendo che mia mamma era morta in ospedale, poche ore dopo dal ricovero volevano passarmela per una videochiamata”, racconta una testimone a Nina Palmieri. “Quando hanno avvicinato il telefono ho visto che non era lei”. L’ultimo decesso è di poche ore fa. È morta una donna di 92 anni, due settimane prima lo stesso destino era toccato anche al marito.